17-09-2007
AIN SOPH
"Kshatriya"
(Hau Ruck! SPQR)
Time: (41:44)
Rating : 9
"Kshatriya" è la ristampa rimasterizzata di un album che usciva quasi venti anni fa e che si poneva come uno spartiacque nella carriera dei romani Ain Soph. Il disco andava infatti a concludere il periodo esoterico e sperimentale, quello degli enigmatici e ritualistici album "I" e "II" e del paradigmatico "Ars Regia". Dopo "Kshatriya" gli Ain Soph passarono definitivamente alla forma canzone e a prodotti più commerciabili (sebbene imponenti e indimenticabili) come "Aurora". Negli anni '80 ben pochi progetti ebbero il coraggio di realizzare album dalla chiara vena esoterica o di creare musica per rituali di misteriosa provenienza: ci provarono con grandi risultati i primissimi Current 93, che erano però segnati da un'aura maledetta che li rendeva più orrorifici, ma anche più 'fashion' per il pubblico. Meno aggressivi ma certamente più legati alla sfera della magia, i nostri Ain Soph proponevano una durezza sonora senza eguali che giungeva con "Kshatriya" alla sua forma più compiuta, dove i suoni più scabri riescono a toccare le corde dell'emozione. I motivi minimali, circolari e ossessivi arrivano a dare vita a brani tanto evocativi quanto diversi tra loro (fatto che segnò all'epoca un forte passo in avanti rispetto ai granitici album precedenti). Si avvicendano dunque tracce dai suoni morbidi e avvolgenti come "Decimus Gradus" e "Stella Maris" ad un pezzo guerresco e stridente, più vicino all'industrial classico, come "Kshatriya", passando per "Monsalvat" (secondo me in assoluto uno dei pezzi migliori dell'ensemble capitolino), in cui al recital ritualistico viene alternata un'esplosione trionfante di suoni e rumori. La ruvida "I.A.O." anticipa in parte i suoni di progetti come Archon Satani, tutta incentrata su ritmiche catacombali miste a minimali litanie in latino per arrivare ad un finale in crescendo, segnato dalle tastiere in sovrimpressione. Ottimo il lavoro di produzione della Hau Ruck! SPQR, che restituisce all'album la bellissima 'marmorea' copertina originaria, dopo il discutibile cambio grafico che aveva caratterizzato la precedente ristampa per i tipi di Musica Maxima Magnetica (1994). Vengono inoltre aggiunti nel booklet i testi e tre excursus (del 2007, del 1993 e del 1988) che fanno piena luce sulle finalità dell'album, sul suo significato nel corso del tempo e sul pensiero degli Ain Soph. Nel 1988 un disco del genere era impensabile, e anticipava con alcune soluzioni (penso ai brani "Decimus Gradus" e "I.A.O.") anche molti blasonati progetti dark ambient che sarebbero nati successivamente. Più in generale, ad oggi "Kshatriya" rimane un inossidabile punto di riferimento, un disco che dopo vent'anni guarda ancora avanti ed è ancora senza eguali. Da non trascurare inoltre la scarica di energia trasmessa dal profilo lirico di quest'opera, totalmente incentrata su una vitalità occulta, sulla spinta alla ricerca e all'elevazione e sulla forza dell'essere umano "in piedi tra le rovine".
Michele Viali