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Room 108

01-03-2016

:BAHNTIER//

"The Age Of Discord"

Cover :BAHNTIER//

(Rustblade)

Time: CD (43:58)

Rating : 8.5

Escludendo un lavoro particolare come "Enoeraew", realizzato nel 2009 assieme ai Black Sun Productions, la band di Stefano Rossello mancava all'appuntamento con un nuovo album ormai dal 2008, anno in cui uscì quel "Venal" che vide i :Bahntier// compiere il decisivo salto di qualità. Un suono divenuto negli anni sempre più tagliente, feroce e incisivo, che in questa quinta fatica in studio ritroviamo ulteriormente migliorato, sempre in una chiave variegata e complessivamente affine alla vera materia electro-industrial. Riemersi dopo tutti questi anni, i :Bahntier// odierni sono una macchina da guerra perfettamente oliata tra le vocals di Stefano (autore di una prova maiuscola che fa un sol boccone della stragrande maggioranza dei 'singer' della frangia più harsh dell'elettronica), il drumming dell'esperto Justin Bennett (la cui esperienza negli Skinny Puppy, band fra le massime influenze dell'act italico, gioca un ruolo decisivo) ed i synth di Filippo Corradin, ed il risultato è un lavoro di rara solidità e compattezza. Ruvidità noise, possanza EBM, acidità industrial e quel carismatico estro tipico dei migliori act dei 90s elevano la qualità di canzoni mirabilmente arrangiate e ricche di sorprendenti sfaccettature, da un'opener groovy come "ANMN" alle sagaci soluzioni dell'atto finale "Outside Burning", passando per potenziali dancefloor-smasher come "Final Wall" e "Selfless Toy" ed altri grandi frangenti come il granitico mid-tempo "Never Forget" o la velenosa "This Mind" (capace di un impeto simil-punk). Abrasivo e 'sick' ("In Each His Falling"), il suono del trio sa prendere direzioni differenti spostando il tiro verso una scattante breakbeat ("I Don't Know") o verso lidi tribaleggianti ("Sound Of The Bells"), colpendo nel segno anche quando le vocals si fanno da parte (la title-track, giocata su synth ariosi e possenti scudisciate ritmiche). Un'opera che, anche in virtù di una produzione eccellente, riconcilia con quella granitica ed elaborata electro-industrial dei 90s finita soppiantata da miriadi di mestieranti della più quadrata e lineare harsh-EBM, nuova vetta nella discografia di un progetto che di album in album ha sempre saputo crescere concretamente, e che oggi può dirsi a pieno titolo fra i portavoce di una scuola mai dimenticata, le cui intuizioni e sonorità negli anni 2000 sono state affrontate con risultati degni di nota solo dai migliori (tipo i misteriosi Interlace). Un gran bel ritorno, disponibile anche in LP (con poster e vinile colorato) ed in un lussuoso box-set da collezione ricco di gustose sorprese.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://www.facebook.com/bahntier/

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