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Room 108
20-12-2015
LYKE WAKE
"Fall Of The Corrupt"
(Aseptic Noise)
Time: CD (69:49)
Rating : 7
La seconda, ricchissima stagione artistica di Lyke Wake (al secolo Stefano Di Serio) sembra riprendere vita proprio dai presupposti stilistici degli anni '80 e '70, come conferma questo nuovo lavoro diviso tra sentori dark, strutture psichedelico-ambientali e massicci innesti di toni analogici. "Fall Of The Corrupt" è una lunga suite di quasi 70 minuti basata su una grande orchestrazione sintetica, costruita tramite sovrapposizione di temi e fondata su una linea melodica che viene rifinita da motivi evocativi e d'atmosfera. I movimenti sono lenti e i cambi quasi impercettibili, favorendo un'uniformità che mantiene costante il tasso emozionale tra passaggi ipnotico-lisergici ed altri fortemente comunicativi. L'impianto gode di un'architettura semplice, capace di agire in modo diretto e senza troppe elucubrazioni cerebrali sull'appeal dell'ascoltatore. Le grandi parabole analogiche del disco costruiscono un panorama fantascientifico e galattico in cui è possibile riconoscere retaggi filmici e qualche - presunto - collegamento classico (l' "Also Sprach Zarathustra" di Strauss), mentre i temi tendono a diventare corali e magniloquenti senza perdere mai di vista l'uggiosa malinconia che da sempre contraddistingue le sperimentazioni a nome Lyke Wake. Echi space-ambient emergono in tutta l'opera, così come evidenti legami coi Kirlian Camera dell'era di mezzo ("Pictures From Eternity") ed ammorbidimenti retrò in stile Kraftwerk. Il tutto suona in parte come tributo ad un'epoca sonora rivissuta col cuore, ma anche con l'intelligenza di chi sa maneggiare elementi di chiara provenienza per comporre un mosaico proprio. Un minimo di autoreferenzialità fa capolino sul finire del disco, causa una durata sterminata non sempre facile da gestire, ma giustificata da una personalità autoriale prorompente. Virtuale soundtrack di immediato impatto. Confezione in digipak migliorabile sia sotto il profilo grafico che per la qualità del materiale utilizzato.
Michele Viali
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