23-08-2007
RUNES ORDER
"X: Final Solution!"
(Creative Fields/Masterpiece)
Time: (66:20)
Rating : 8.5
La "X" del titolo sta per decimo: il decimo album di Runes Order (considerando solo i lavori pubblicati in formato CD), "Final Solution", indica la fine del progetto di Claudio Dondo che si chiude, come annunciato, proprio con questo disco. Se le intenzioni del titolare di Runes Order sono di dedicarsi ad altri progetti musicali, è certo che la dipartita di questo nome-chiave della scena oscura italiana degli anni '90 e del nuovo millennio lascia una profonda amarezza: probabilmente va terminando un ciclo artistico e realizzativo fuori dal comune, che non vede per ora progetti simili che ne possano raccogliere l'eredità. "X: Final Solution" racchiude le tante soluzioni che hanno caratterizzato le precedenti release dell'Ordine, quasi fosse una summa del passato dotata di una vitalità che proietta l'ensemble italiano negli annali della musica oscura. La line-up continua ad essere caratterizzata dall'apporto fondamentale di Trevor (mente del progetto Northgate e perno della fu Camerata Mediolanense), compositore e performer, insieme a Claudio, di tutti i brani dell'album. Rimane interessante anche l'apporto di elementi esterni all'Ordine come Marco Grosso (titolare, tra gli altri, degli act Ouroboros e Mannequin), Daniele Bovo (Monumentum) e Aleph Zero (Deviated Sister T.V.). Come dicevo, le sfaccettature del disco sono molteplici: i suoni analogici che rimandano all'elettronica degli anni '70 si fondono a ritmiche della tradizione electro-dark dell'ultimo decennio del secolo, mentre trionfano in più punti temi che si riallacciano alla musica dei Goblin, di Riz Ortolani, di Amedeo Tommasi ed altri ancora, facendo riemergere scene truci di più o meno oscuri thriller italiani del passato, questione suggellata dal brano industrial dedicato ai fattacci di Cogne (con tanto di inequivocabile voce filtrata e campionata che ripete "Non sono stata io"). Non mancano momenti decisamente dark ambient, costruiti su suoni più nitidi e moderni, e nemmeno piccole parentesi di rumore bianco. Tra i pezzi migliori c'è l'apripista "...Could Be The Last Year", con forti echi provenienti dalle colonne sonore di "Suspiria" e "Profondo Rosso", così come per l'immensa "Final Solution!", arricchita da una base ritmica proveniente dalla scena electro degli anni '90 ma scarnificata dalla vena dance, operazione che segna anche la traccia "This Is Serenity". Sempre sulla scia dell'elettronica anni '70 è "Ambient #2 (Hiroshima)" , in cui molteplici suoni ricordano i Kraftwerk di "The Man Machine", oltre al solito Simonetti e all'ampia scena italiana a lui legata, ma le citazioni non cadono mai negli scimmiottamenti, essendo sempre evidente l'autorialità e il 'remanufacture' di Runes Order. Altri passaggi vanno a ricongiungersi in modo più netto alla tradizione electro-sperimentale italiana (di cui il progetto di Claudio Dondo rimane uno dei punti massimi) capinata da Kirlian Camera e T.A.C., come nel caso di "Black Star", "Final Solution! II" e "Delerium" (forse il pezzo più ispirato). I brani di chiusura "Morpheus v.3" e "Ambient #3 (Hell)" propongono una sorta di dark ambient sintetico-analogica minimale assai distante dai cliché del genere e fortemente innovativa. La grandezza dell'album sta nel fatto di saper reggere un tempo di durata elevato (quasi 70 minuti) senza alcuna sbavatura o caduta di stile: mai un momento di noia, solo scariche adrenaliniche. Il rammarico dinnanzi ad un lavoro del genere è di capire ora più di prima l'importanza e la caratura di Runes Order, progetto certamente assai famoso in Italia e all'estero, ma sempre sottovalutato alla luce di quanto ha espresso nel corso degli anni. Un limite segnato forse dalla forte personalità dell'ensemble, che ha seguito sempre un modus operandi fuori dal comune e difficile da catalogare, ma anche dall'assenza di grandi produzioni: ad esempio, il marchio di un'etichetta affermata come la Cold Meat Industry ne avrebbe potuto sancire una notorietà superiore. Al di là dei rimpianti, sono certo che rimarrà nel tempo l'orma perpetua di un progetto indimenticabile, uno di quelli ancora dotati di spina dorsale.
Michele Viali
http://www.runesorder.cjb.net/
http://www.creativefields.net/