25-04-2015
THE LAST HOUR
"Deadline"
(The White Room/Seventh Crow Records)
Time: (36:09)
Rating : 8
L'atteso secondo album del progetto di Roberto Del Vecchio - ex Gothica e membro del duo Les Jumeaux Discordants - è l'ennesima conferma della costante crescita artistica dell'autore di Vasto, che si ripresenta con molta più sicurezza nei propri intenti ed una rinnovata maturità di scrittura a ben sei anni dal debut eponimo. Se l'esordio sulla lunga distanza usciva per la russa Intuition, stavolta è la francese Seventh Crow ad occuparsi dell'edizione fisica del nuovo album, mentre quella digitale è curata come di consueto dalla netlabel nostrana The White Room. A livello sonoro l'act prosegue un discorso legato ad una forte matrice coldwave, stavolta non con la decadente mestizia che permeava il debut, bensì con un groove suadente in grado di infondere un dinamismo tutto nuovo al songwriting, grazie anche ad una produzione molto più corposa. Quel feeling oscuro e a suo modo dolente che ha segnato gli esordi dell'act non scompare, anche se già dall'iniziale "Heartbeat" si avverte una propensione elettronica più decisa, che non fatica a configurare scenari danceable con momenti come l'intensa "Everything Fades Away" o il potenziale singolo "Falling Away", scritto dal produttore Carlo Baldini ed emblematico dell'attenzione ora dedicata ai refrain (una delle chiavi di volta nell'ottenimento di un sound di più ampio respiro). Le architetture sonore e le finiture melodiche funzionano bene anche quando l'algida voce del Nostro si fa da parte (la cadenzata "Deep Blue Space" e la più luminosa "Alpha & Omega"), e fa la sua bella figura anche una rilettura opportunamente più 'cold' del classico dei The Sound "Winning", completata dal buon lavoro del già citato producer al basso e di Rossano Fortunali alla chitarra. Sempre la sei corde, stavolta suonata da Claudio Carluccio, esalta a dovere un dolce momento di gran sentimento come "Utopia", laddove brani come "Oblivion" e "Nowhere" tornano con stile a quel groove suadente che è l'arma in più dell'opera. In un songwriting versatile e solidissimo, dove in soli 36 minuti vengono convogliati 10 brani che non mostrano ripetitività o cedimenti, né mai si rivelano meri esercizi di stile, svetta una perla di magnetismo e carisma come la title-track, magnificamente scura e dotata di un altro notevole refrain. Un segnale di crescita decisivo da parte di un progetto che, spiegate completamente le ali, può ambire ad un posto al sole nell'odierno filone coldwave in virtù di qualità ben superiori alla media, specie a livello emozionale e creativo.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://thewhiteroomnetlabel.bandcamp.com/