11-12-2014
ATARAXIA
"Wind At Mount Elo"
(Ark Records)
Time: (70:36)
Rating : 8
Appena il tempo di digerire l'ottimo "Spasms", che già gli Ataraxia tornano sul mercato con una delle opere più complesse e ambiziose della loro lunga carriera. "Wind At Mount Elo" rappresenta un passo in avanti nella loro ricerca musicale, ma al contempo getta un occhio compiaciuto e nostalgico ai loro inizi. Un parziale ritorno a casa, già evidente nel booklet, ricco di paesaggi autunnali dell'Appennino tosco-emiliano (almeno così sembra), da cui provengono. Già l'iniziale "I Am" mette in chiaro che nel disco non c'è spazio per cose immediate, e che ogni brano va degustato con calma per poter assaporare tutte le sfumature che lo compongono: un inizio acustico ed etereo, poi rinforzato dalle tastiere austere e della chitarra elettrica che lo rendono, alla fine, un pezzo pop-rock avvolgente. "Espirito Del Agua", che introduce nel disco l'elemento acqua (sempre presente nella loro filosofia musicale), è un brano circolare che inizia e finisce etereo e orientaleggiante, con un intermezzo di stampo neoclassico. Mentre "Innocence" scivola via leggermente interlocutorio, "My Lips Blow You Wind" vive sull'alternanza fra il passato medioevaleggiante e il presente rock, in un connubio potente e intrigante. In "She-He Renewed" si assiste all'esperimento di sovrapporre le tracce vocali alla maniera di Enya, per ottenere un effetto magico ed etereo. "In(k) Meditation" omaggia la wave gotica, mentre "Absorbed" e "Lost Cosmonaut" giocano, vincendo, la carta della sperimentazione: il primo viaggia su coordinate space-rock dilatate e psichedeliche, riprendendo le ultime intuizioni di Der Blutharsch e Current 93, mentre il secondo esplora territori di cupo e dissonante trip-hop. Il disco prosegue con "Grace Rhythm", classico folk-rock avvolgente e dotato di un intenso impasto sonoro che ricorda negli arrangiamenti le cose migliori di certo pop-rock britannico, e con l'orientaleggiante "Sei l'Oro Che Ti Veste", la cui ricchezza musicale fa da eco al titolo. "Truth Explored" è una preghiera di un viaggiatore, un inno al cambiamento mirabilmente recitato, più che cantato, da Francesca Nicoli, su un tappeto gothic-folk con inserti di chitarra elettrica che enfatizzano il mood drammatico. La chiusura è affidata a "Purity Movement", brano etereo che conclude il disco in maniera serena e rilassata. Non si pensi che questa carrellata sui brani abbia avuto un intento didascalico o celebrativo: essa era necessaria per far comprendere la complessità e le diverse atmosfere che si vivono nel disco, in modo che l'ascoltatore sia preparato all'impatto di un lavoro molto corposo nei contenuti e nei tempi, da digerire con calma. Arrivati ai 25 anni di attività, gli Ataraxia ormai sono una band consolidata intorno alla line-up attuale composta dal trio storico Nicoli-Vandelli-Pagliari, coadiuvati dall'ottimo Riccardo Spaggiari alle percussioni. Una compagnia di viaggio che riesce a deviare dal percorso (vedi i grand-guignoleschi "Paris Spleen" e "Spasms"), per poi rientrare su una via maestra che si arricchisce però sempre di nuove sfumature. "Wind At Mount Elo" è un'ulteriore tappa del viaggio, che attinge elementi sia dall'esterno che dall'interno (come ad esempio il lavoro solista di Vittorio Vandelli "A Day Of Warm Rain In Heaven"), miscelandoli con i materiali musicali caratteristici della loro storia. Possono piacere o meno, ma il solo fatto di produrre un disco così fresco dopo tanti anni di attività li rende un punto fermo nella scena musicale italiana.
Ferruccio Filippi