31-03-2014
NERONOIA
"Sapore Di Luce E Pietra"
(Eibon Records)
Time: (41:49)
Rating : 8
Il terzo album firmato Neronoia si è fatto attendere per quasi sei lunghi anni, richiedendone ben quattro per il processo di creazione e registrazione, a differenza della poca distanza che separava il debut "Un Mondo In Me" dal follow-up "Il Rumore Delle Cose". Ma non deve affatto stupire una così lunga attesa fra il precedente capitolo e la nuova fatica, poiché è ben noto come i Neronoia siano in buona sostanza i Canaan con alla voce Gianni Pedretti di Colloquio, e tali i progetti non sono stati certo con le mani in mano negli ultimi sei anni (due album per i primi, uno per l'act guidato da Pedretti). Di qui la lunga gestazione, che ha infine partorito l'atteso terzo album, magnificamente confezionato nel bel formato digisleeve completo di booklet. Nessuno, almeno in Italia, ha cantato meglio di quanto abbiano fatto Canaan e Colloquio di quanto possa essere doloroso per quelle anime più sensibili e lontane dalla massificazione vivere in questo mondo, e Neronoia è la degna summa di due scuole di pensiero decisamente affini sul piano testuale, nonché idealmente compenetrabili sul piano strumentale. La miscela sonora non muta nella sostanza, anche se quell'elettricità a cavallo fra la più dolorosa darkwave e la solennità del doom (spogliato di ogni eccesso metallico) lascia stavolta molto più spazio ad un suono sempre grigio e dolente, ma oggi molto più libero di prendere direzioni altre, anche nell'ottica di un certosino lavoro di rifinitura che rimanda ai più abili sound designer, alla stregua di quanto gli stessi Canaan fecero nel 2010 col superlativo "Contro.Luce". Un lavoro meno elettrico ma non certo privo di passaggi vibranti, in grado di evidenziare la lacerante solitudine di un dolore quotidiano che esiste soprattutto in ciò che la società non riesce (più?) a vedere, col piano chiamato a rifinire gli umori carichi di mestizia che accompagnano le parole di Gianni, al solito molto più profondo nel timbro rispetto a quanto fatto nei Colloquio. Struggenti quadri di un'esistenza che dilania nel silenzio, senza che il mondo se ne accorga, lasciando ferite che non si rimargineranno mai: la più fulgida rappresentazione del dolore interiore, tradotto in note e parole con la maestria che compete a musicisti di comprovato spessore ed onestà intellettuale, incapaci di 'sbagliare' un album, poiché veri fino al midollo. "Non ci avrete mai come volete voi" dice il quintetto dalle note interne della confezione, ma noi i Neronoia non li vorremmo mai diversi da come sono.
Roberto Alessandro Filippozzi