05-11-2013
ALBIREON
"Le Fiabe Dei Ragni Funamboli"
(Palace Of Worms)
Time: CD 1 (43:22); CD 2 (35:40)
Rating : 7.5
A tre anni di distanza dal fantastico "Mr. Nightbird Hates Blueberries", disco ancora tutto da scoprire, gli Albireon tornano con una summa della loro poetica, un doppio CD maestoso che racchiude e riprende tutto l'initimismo dei primi lavori e di album come "I Passi Di Liù". I brani del primo dischetto risalgono al periodo 2006-2007 e dovevano idealmente far parte di un disco che ha tardato a vedere la luce, registrato con le dovute modifiche solo nel 2011; l'album gemello, collocato nel secondo CD, è stato invece concepito in un breve lasso di tempo utilizzando pezzi nuovi ed alcuni registrati nel 2010. In tutto si tratta di ben 19 ballate acustiche, arrangiate sia con mezzi elettronici che strumentali (tra questi ultimi svettano tromba, flauto e fisarmonica). Rispetto a lavori più compositi che risentono di influenze mitteleuropee come il suddetto "Mr. Nightbird..." o "Indaco", "Le Fiabe Dei Ragni Funamboli" prende forza dalle radici degli autori andando a recuperare un gusto folk e cantautorale prettamente italico, immerso nella nebbia di una bassa padana che fa da sfondo alle pagine di un diario personale. Si punta sulla semplicità, sulle melodie lineari e sui toni dimessi per cantare ricordi, attese, immagini che affiorano dal passato in un misto di sfocata tristezza e pungente malinconia. I suoni si fondono alla voce come le onde al mare, creando una distesa di contrita e compatta nostalgia su cui svetta un tocco localistico che trova l'apice in alcuni testi dialettali del secondo CD. Tutta l'opera è incentrata su una poetica fatta di piccole cose trasportate dal vento, di sentimenti che fuggono, di pensieri che tornano ed inquietano l'animo. Sicuramente uno degli album più emozionali e sanguigni nella carriera degli Albireon, forse tra tutti quello fatto con più cuore e passione. Il legame con la terra e con il proprio passato crea un infinito flusso di memorie, tradotto in musica con candida e uggiosa delicatezza. Una prova di grande personalità per la band emiliana, ancora una volta capace di porsi fuori dal coro con uno stile da premiare.
Michele Viali