08-10-2013
MAURIZIO BIANCHI / L.C.B.
"Zyklusters / Structural Sessions"
(Custom Body Records/Makadam Circus)
Time: CD 1 (66:09); CD 2 (45:28)
Rating : 6.5
L'allievo incontra il maestro in un lavoro anomalo che anticipa una probabile e auspicata collaborazione: l'aretino Giò, in arte L.C.B. (Le Cose Bianche), non ha mai negato la grande ammirazione nutrita per Maurizio Bianchi, e questo doppio CD ne è l'ennesima prova. L'autore milanese, celebrato come uno dei capostipiti dell'industrial sound, ripropone un album uscito sei anni fa per la Lona Records in cui viene rovesciato il significato di "cluster", in altri termini le assonanze prodotte da note eseguite in contemporanea vengono ribaltate in una dissonanza generata da linee sonore pre-registrate, che creano una stratificazione acustico-rumoristica con effetti tutti da provare. Lo stesso titolo "Zyklusters" storpia in modo inquietante la parola "cluster", introducendoci ad una delle peculiarità compositive di Maurizio: la decomposizione di materiale preesistente, per sperimentare livelli sonori alternativi o per tradurre in formato audio sensazioni più o meno relazionate alla realtà o ad un preciso concetto. In questo caso ci si trova al cospetto di una calma oppressiva e ipnotica che insiste su strutture nebulose a tratti altamente cerebrali, forti di una poderosa linearità non dissimile da quella di altri suoi recenti lavori. Nell'altro dischetto L.C.B. dà forma alle sue quattro "sessioni strutturali", guardando dritto al passato con accumuli tonali nervosi e ruvidi, debitori della old-school industrial e a tratti anche della prima power-electro: i toni diventano squillanti e urlati e il registro passa dalla calma inquietante ad un'aggressività spigolosa, ma comunque sempre ossessiva. Alla fine dei giochi le parti sembrano invertirsi: l'allievo recupera il suono distruttivo e analogico degli anni '80, mentre il maestro cerca di 'staccare' con il vecchio registro, navigando su soluzioni più compatte e proprie della sua seconda stagione artistica. Alla base rimangono i medesimi principi compositivi, stimolo per un vero e proprio lavoro a quattro mani. Mixaggio alquanto approssimativo e confezione a dir poco spartana, ma il contenuto è senza dubbio 'goloso' per chi ama certe derive dell'elettronica.
Michele Viali
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