31-08-2013
LA PLUS GROSSE COLLECTIONNEUSE D'HUMUS
"Untitled"
(Disques De L'Europe Morte)
Time: (49:13)
Rating : 6.5
La mente di Trevor (meglio noto nelle vesti artistiche di Northgate), affiancato per l'occasione da Yann Antimoine, Dalila L. e Daniela Bedeski, ha dato vita ben 13 anni fa a del materiale sonoro composto per un album che non vide mai la luce, ora recuperato e firmato con un curioso monicker estemporaneo; il tutto viene edito col supporto tecnico di Marco Milanesio esattamente come era allora, nella sua magmaticità tipica di un lavoro ancora in fieri costituito da spunti spesso non completamente sviluppati. Il marchio di Northgate è ciò che appare più evidente ad un primo ascolto, teso come sempre ad incrociare generi diversi toccando venature ambientali, cosmiche e noise immerse nell'immancabile vena sperimentale. Le nove tracce sono incentrate su atmosfere fredde e geometriche che ci portano a sprofondare sia in luoghi umidi e catacombali, sia a nuotare in spazi ampi e planetari; sulle architetture sonore insistono gli echi retrò, divisi tra i synth prolungati della space-ambient e le ritmiche plastiche della new wave. Gli arrangiamenti rumoristici danno un tocco astratto che si fa ipnotico a più riprese, mentre la circolarità tonale diventa un gorgo lisergico-ossessivo in cui si perde facilmente la bussola, assaliti da allucinanti visioni di natura post-moderna miste ad ombre metalliche. Di rado ci si avvicina alla forma canzone, sfiorata principalmente nella suite "Orpheus": il passaggio dotato di maggior compiutezza grazie alle sue angolature melodiche in odore di anni '80, formidabilmente arricchite dalla voce di Daniela Bedeski. Nel complesso si naviga in un piacevole mare magnum frammentario, composto da una miriade di tessere per un mosaico da comporre, diviso tra input interessanti, masse da plasmare e schizzi accennati su una tela in parte ancora bianca. Rimane tangibile l'unione tra la libera ricerca creativa che fu propria dei primi album di Northgate e un mood ritmico-ambientale sui generis, al contempo soffice e gelido. Improvvisazione ed eclettismo fanno il paio con un abstract sound cristallino, lasciando un perpetuo alone di mistero su un progetto morto prima di nascere, ma ancora sorprendentemente dotato di palpiti vitali.
Michele Viali
http://disquesdeleuropemorte.bigcartel.com/