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Room 108

07-04-2013

STARDOM

"Danze Illiberali"

Cover STARDOM

(Danze Moderne/Fonoarte)

Time: (45:48)

Rating : 8.5

Chi scrive ha avuto l'occasione di conoscere i milanesi Stardom in sede live, in un contesto che si pensava improprio, vista la presenza nella serata in questione di due colossi del neofolk come i seminali Death In June e gli importanti Die Weisse Rose. Gli Stardom ebbero il difficile compito di aprire una serata che sarebbe poi risultata coronale per Douglas P. e i danesi, offuscando il crossover tra new-wave, garage, post-punk all'italiana e gothic del quartetto capitanato dal vocalist Riccardo Angiolani, bollati come comune gruppo apripista. Nulla di più sbagliato, se si considera che il gruppo vanta un'esperienza live che li ha visti aprire per Clan Of Xymox o Christian Death, e che negli stessi giorni (lo scorso dicembre) la band dava alle stampe il follow-up del già buon debutto "Soviet Della Moda", ben accolto sulle nostre pagine a fine 2010. Come il collega Silvio già illustrava, gli Stardom nascono da un incontro appassionato di quattro personalità che hanno tali sonorità nel sangue, reduci dell'exposure di questo genere negli anni '80, galvanizzati da quell'esperienza veterana che lascia sempre un'eredità importante a queste nuove promettenti band del panorama emergente. Nel contesto del loro album di debutto, sempre per la Danze Moderne, si sottolineava già l'aspetto vincente dei quattro (al momento Angiolani alla voce, Oliver Pavicevic al basso, Antonio Florita e Cristina Corti alle chitarre e tastiere, mentre alle pelli siede la new entry Tullio Carleo), ma li si accusava di qualche lacuna a livello di originalità, troppo dipendente dalla scuola dei Diaframma o di CCCP. Tutte accuse che possono crollare come castelli di carta se si ascolta questo nuovo splendido lavoro. Gli Stardom già avevano provato di essere un gruppo d'alto profilo grazie al lavoro in fase live, ma questo "Danze Illiberali" conferma le potenzialità di un act impossibile da ignorare. Il platter è una raccolta di gioielli che mescolano svariate influenze del panorama underground italiano e internazionale, riproposte in una veste ben amalgamata e piena di grazia. Escludendo le nuove versioni della new wave-oriented "Puzzle" (già sulla compilation "United Forces Of Phoenix vol. 2" e sul precedente album) e del singolo "Vetroplastica" (una post-punk song pomposa e scatenata già pubblicata su iTunes), fra le nuove song non si segnala un momento che non sia all'altezza. Assieme a bellissime e carezzevoli poesie garage rock ("Anna Di Notte", "D'Istinto" e "Basso Consumo", potenziale inno radiofonico), ecco sostenute pennate goth (la splendida "Attimi Isterici", coadiuvata da liriche erudite e un ritornello disperato) e discese nell'oscurità (l'immensa e conclusiva "Colonia Penale", dove il ricorrente intreccio vocale tra Riccardo e Cristina tocca i livelli massimi). Da segnalare poi l'epica title-track, impossibile da dimenticare con la sua aggressività anarcoide e anthemica, e gli inserti electro di "Magazzini Criminali", complice la Cineteca Meccanica con cui ci si divide il songwriting e l'esecuzione. Stardom è sinonimo di professionalità e passione, una miscela di vita che forgia un universo al centro della scena italica. Il consiglio è di non mancare ai loro concerti e di arricchire la propria raccolta di dischi con questa perla, che li promuove a punto di riferimento per chi perpetua la lezione new wave/post punk/goth del Bel Paese. Un documento fondamentale, firmato da cinque personalità che ripagano con sincero e modesto talento, tanto da considerarli superiori a svariati altri act che godono di molta più visibilità.

Max Firinu

 

http://www.stardom.it/

http://www.danzemoderne.it/