17-02-2013
L'EFFET C'EST MOI
"Il Sole A Mezzanotte"
(Rage In Eden)
Time: (41:40)
Rating : 7
Giunto al quarto lavoro da studio, il progetto dell'italiano Emanuele Buresta accantona almeno in parte i sentori bellici e vagamente medievali per aprire le porte ad un sound maggiormente orientato verso il sinfonico, con ampie aperture melodiche che non disdegnano puntate verso la maestosità del passato. Il riferimento imprescindibile sembrano essere i Blood Axis, sia nelle tonalità trionfali che negli incroci (azzeccati e ben congegnati) fra chitarra elettrica e strumentazione neoclassica, come anche nell'uso e nel tono della voce, ricalcato sull'esempio di Michael Moynihan. Le tematiche si lasciano andare a mitologia e paganesimo, trattati con un tocco tutto italico che a tratti si fa filologico, tanta è la perizia dei particolari (arricchita dalla bibliografia stampata nel booklet). Buona parte del lavoro regge bene grazie ad una certa alternanza di soluzioni, bei temi sonori e sprazzi di luminosità antica misti a oscurità ambientale. Con l'avvio trionfante di "Carmen Saliare - Versvs Ianvli" vengono subito scoperte le carte, e l'ascoltatore non può che rimanere ammaliato da tanto sfarzo sonoro racchiuso in un pugno di note e strumenti: nomi come Leger Des Heils hanno fatto la propria fortuna su questi temi sintetico-sinfonici, capaci di far rivivere antichi splendori con una sorprendente semplicità. La ricetta vincente torna in "La Porta Degli Uomini - Ianva Inferni", nella title-track e in "Ianvs Axis Mvndi", giusto per citare i momenti più elevati, ma è fuor di dubbio che l'immensità tonale sia uno dei cavalli di battaglia del disco. Le percussioni vengono usate con rigore e attenzione: anch'esse servono a dare magniloquenza e fulgore ai pezzi, evitando gli eccessi guerreschi e spingendo il pathos sempre più in alto. La trattazione del mito e della storia, unitamente ai suoni neoclassici, ricordano alcuni lavori della Camerata Mediolanense: si pensi al roboante incedere di "Fors Fortvna", in cui si sommano i motivi di più strumenti in una corsa sonora di grande impatto emotivo. Fuori dal coro svetta "E Domani È San Giovanni", un pezzo che recupera in parte la tradizione folklorica musicale per narrare in maniera sanguinaria la morte del Battista. La tensione scema un po' nel finale con passaggi ambientali fin troppo abusati e alcune combinazioni non all'altezza del resto del disco, concluso malinconicamente con un jingle stile Belle Epoque posto come traccia fantasma. I maligni direbbero che "Il Sole A Mezzanotte" pecca di derivatività, ma sinceramente non lo vedrei come un limite, dato che la qualità c'è, i cali di tensione sono limitati al minimo e le emozioni pullulano. La ricetta usata è ben nota, ma il risultato è affascinante e, in tutta onestà, ormai capita di rado di ascoltare dischi così efficaci in un ambito in cui anche i grandi nomi a volte deludono. Un lavoro soddisfacente, sulla scia dei migliori Blood Axis.
Michele Viali
http://www.myspace.com/leffetcestmoi