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Room 108

13-10-2012

THEE VOID

"Thee Void"

Cover THEE VOID

(Santos Productions)

Time: (49 min.)

Rating : 6.5

Riccardo Z., o Ricky Zeta, è un personaggio molto attivo nella scena underground italica, in primis con l'altamente produttivo monicker Zr19.84, ma anche con altri progetti, fra cui quel Forests And Communism già trattato su queste pagine. Thee Void è l'ultimo nato in ordine di tempo, ed al momento si trova sul mercato non solo con la (spartana) cassetta in esame, ma anche con due distinti CDr pubblicati in tirature molto limitate dalla Svartkirke. Se con Zr19.84 i territori esplorati sono quelli della più oscura materia ambientale, con Thee Void il musicista lombardo si sposta verso lidi più inclini ad un'elettronica fine, intelligente e spesso anche danceable, in bilico fra il dancefloor e la creazione di atmosfere prettamente notturne. Curiosamente il lato A si apre con due remix, curati da Thee Void per altrettanti brani di Soulkeeper, e le elaborazioni apportate dal Nostro spingono verso un'incalzante impeto technoide, mantenendo legittime prerogative scure. Quasi un 'warm up' prima che la martellante furia hardcore di "Defekt", sensata come le fesserie che si sentono ai rave odierni non potranno mai essere, irrompa con tutto il suo fragore, seguita a ruota dalla forsennata breakcore della squassante "Virus". La side B apre invece coi toni più lunari e rilassati di "Gesundbrunnen", dove una cassa ritmata entra solo per il finale, ma sempre con la classe che contraddistingue una costruzione raffinata; anche senza puntare dritto al dancefloor, Thee Void sa catturare un groove di tutto rispetto, e sul finale lo dimostra tanto con la cervellotica e solida "Unfinished Track" quanto con la sottile e ben assemblata "Tchernobyl". Accostamenti ritmico/sonori interessanti ed una buona varietà nel songwriting depongono a favore di questo nuovo progetto, ma la resa ovattata della cassetta non esalta le caratteristiche di un suono che ha bisogno di manifestarsi il più possibile cristallino e pieno, in linea non con le dinamiche lo-fi della scena industrial ma, semmai, con quelle per palati fini dell'IDM. Vedremo quali saranno le intenzioni future.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://santos-productions.blogspot.it/