23-03-2012
VLAD IN TEARS
"Welcome To Vladyland"
(Echozone/Masterpiece)
Time: (47:00)
Rating : 7.5
È trascorso solo un anno dall'ultimo "Underskin", ma i Vlad In Tears, sfoggiando professionalità, esperienza e determinazione da veterani del goth, hanno da pochi mesi dato alle stampe il loro quarto e maturo album. Sono trascorsi solo sei anni da quando i tre fratelli Vlad (Kris, Lex e Dario) hanno dato vita, assieme all'acquisito quarto componente della famiglia/band Alex, ad un combo che rappresenta con orgoglio l'Italia nella scuderia Echozone. Tre dischi di valore, tour a macchia d'olio su tutto il continente europeo (nonché in Australia) e grande interesse soprattutto dalla scena berlinese e di Londra sono le prove che qualsiasi critico del genere necessita per affermare quanto sia benvenuto il contributo dei quattro romani nel panorama alternative/goth internazionale. "Welcome To Vladyland" non è quindi solo una conferma, ma uno spunto per tutti i colleghi, nostrani e non, a dimostrare grande preparazione e alta qualità. Presentato dal gruppo come un concept-album stilistico del proprio sound e dimensione estetica, il platter non tarda ad entusiasmare in fatto di produzione efficace e composizioni variegate. "At The End Of The World" è l'opener esatta per incantare i fan del goth-alternative più erudito (quello che non andrebbe chiamato Emo, come oramai tutti i giovinastri confondono il rock contemporaneo). "Circus On The Moon" ha un andazzo carnevalesco, tutt'altro che banale, nonostante l'orecchiabilità. "Here Comes The Rain" è una straordinaria hit goth-rock che si troverebbe a proprio agio su qualche canale radio settoriale, se non nei migliori club britannici. Chiamato in causa un erudito romanticismo in episodi come "A Song To Say Goodnight", "We'll Never Die" o "Mary", mentre "A Vlad's Tale" rimescola meglio le carte su quegli accenni vampireschi troppo fraintesi negli ultimi anni da cinema mainstream patinato e uscite discografiche banali. Ai Vlad In Tears non servono salti mortali per rivendicare la loro vittoriosa proposta musical/teatrale, e questo quarto lavoro va subito aggiunto agli altri precedenti senza alcun indugio o ripensamento. C'è ancora molta strada da percorrere per urlare in definitiva al miracolo e sfoderare magari un capolavoro, ma ci si augura che questa sia solo un'introduzione alla straordinaria terra di Vladyland, nella quale non tarderanno a sbocciare nuove grandi idee, magari un po' più coraggiose. Per il momento, encomiabile lavoro.
Max Firinu