18-05-2007
MIRIAM
"When Beauty Is Invisibile"
(Decadance/Audioglobe)
Time: (46:07)
Rating : 8
Il trio romano, dopo il positivo esordio col full-lenght "Scents" (preceduto da un paio di demo-CD) nel 2002, si è fatto attendere per quasi cinque anni, ma tanta attesa verrà certamente ripagata dalla nuova fatica sulla lunga distanza, che vede finalmente la luce sotto l'egida di quella Decadance che già tenne a battesimo il gruppo in occasione del succitato debut. Dopo un silenzio così prolungato era più che lecito attendersi una band cresciuta e più bilanciata nelle sue componenti, e così è: i Miriam infatti, pur restando a tratti ancorati alle linee-guida di "Scents", hanno smussato a dovere ogni spigolo, giungendo ad una maturazione artistica di certo significativa ed importante. Limate sapientemente certe influenze wave, il trio ha saputo conferire autorevolezza all'elettronica melodica/eterea degli esordi, convogliando il bagaglio di esperienza accumulato negli ultimi anni in un sound non più debitore nei confronti di nomi più altisonanti, ma anzi capace di convincere grazie alla varietà del songwriting, alla finezza degli arrangiamenti e ad un carisma esecutivo che mancava ai tempi del debut. Sono dei Miriam nuovi quelli che abbiamo di fronte, come dimostrano da subito una potenziale hit ritmata e solida come "I Look Around" e l'eccellente e splendidamente arrangiata "Eclipse", ed anche le movenze più chillout di "Illusory Signs" si fanno apprezzare in tal senso. Come detto il trio è riuscito a migliorare significativamente ogni aspetto del proprio sound (produzione inclusa), ma la crescita maggiore è stata senza dubbio quella della frontwoman Daniela Bruno, oggi in grado di prendere letteralmente per mano la band e di guidarla nella riuscita di brani eccellenti grazie ai grandi passi in avanti fatti a livello canoro. A dimostrazione di quanto appena detto, troviamo Daniela a destreggiarsi agilmente e con grande savoir-faire in brani melodici e suadenti come l'ammaliante "If You Ever", la sfuggente ed eterea "Underwater", l'intensa "My Last Forever" e l'appassionata "Don't Hide", mentre colpiscono nel segno anche la title-track (che gode di un'improvvisa esplosione chitarristica di stampo indie-rock), la più ritmata "Endless" ed una "Before The Night Comes" splendidamente eseguita per soli piano e voce. Menzione finale per "Nightporter", storico brano dei Japan di David Sylvian reinterpretato fedelmente ma con personalità dal trio capitolino. Un follow-up molto più completo e concreto rispetto al debut, che ci riconsegna una band capace non solo di mettere d'accordo chi apprezza primi Goldfrapp, Sara Noxx ed i compianti Siderartica (nonché di surclassare lo scarso peso specifico delle sopravvalutate Client), ma anche di coinvolgere a fondo grazie ad una personalità ormai conseguita ed una maturità invidiabile. Un altro tassello importante nella costruzione di una scena nazionale in grado di ben figurare anche all'estero.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.decadancerecords.it/