13-09-2011
OTHER VOICES
"Beloved Child"
(My Passion Records)
Time: (14:55)
Rating : 6.5
Nel calderone delle band italiane di grande prospettiva, sicuramente figurano da qualche anno anche gli Other Voices, in pista da un decennio e con all'attivo un album registrato per l'etichetta romana In The Night Time. Aver aperto concerti per gente come Buzzcocks e Wayne Hussey e, soprattutto, aver conosciuto un veterano dell'ambiente come Francesco Mellina, creavano tutti i presupposti per un ottimo lavoro. "Beloved Child", EP che precede un'uscita discografica più consistente per l'etichetta My Passion Records, palesa invece alcuni limiti fondamentali e lascia gli Other Voices nel limbo che occupano attualmente molte band, capaci e volenterose, ma a cui manca il giusto quid per uscire dall'anonimato. Registrare a Liverpool, la città della pop band più famosa di tutti i tempi, sembra aver imposto al quintetto calabrese un irrinunciabile dazio da pagare, ed è così che il primo brano scivola allegro e scanzonato fregiandosi, nella strofa, di un cambio armonico molto simile a quello di "Help" (in un incedere alla "Just Like Heaven" dei Cure); il pezzo è comunque fresco ed avvincente, anche se denota chiaramente un netto cambio di stile rispetto al precedente "Anatomy Of A Pain": laddove le crepuscolari e malinconiche atmosfere eighties la facevano da padrone, una seppur giustificabile pretenziosità pop caratterizza la nuova produzione, per l'occasione arricchita di cori e sostenuta da tempi medio-veloci. Siamo comunque lontani dalle migliaia di emuli fatti in serie di White Lies, Editors & Co.: rimane forte la componente wave originaria, quella più aderente al rock inglese di Psychedelic Furs ed XTC. Nel secondo brano, "The Illusion", prendono piede le tastiere, ora atmosferiche, ora simulando un set di fiati e, di conseguenza, portando alla mente gli episodi più easy-listening dei Cure. Le parti cantate, di per sé penalizzate da un timbro non molto espressivo, si fanno più sentite e avvolgenti rispetto agli altri brani, ma lasciano comunque un senso di smarrimento e sembrano prive della personalità necessaria. "Your Love" è invece maggiormente incentrata sul suono delle chitarre, le cui rifiniture fungono da diversivo in un brano perfettamente in stile pop che stenta però a decollare. La conclusiva "Sometimes" offre nuovi spunti dal punto di vista del sound, più moderno e d'impatto, più vicino all'alternative dei Placebo soprattutto nelle strofe. In sostanza un discreto lavoro sotto ogni punto di vista, ma senza grandi colpi o intuizioni capaci di dare la svolta: l'energia pare essere quella giusta, ma il songwriting non risulta particolarmente ispirato. Con un curriculum di questo tipo, mi sarei aspettato molto di più da questo "Beloved Child": non resta che aspettarne fiduciosi l'imminente seguito sulla lunga distanza.
Silvio Oreste
http://www.myspace.com/theothervoices