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Room 108

28-07-2011

PHOENIX AND THE ORACLE

"Magick"

Cover PHOENIX AND THE ORACLE

(Nomadism Records)

Time: (72:16)

Rating : 7.5

Quattro anni dopo il buon debutto "Rituals For The Renewal And To Destroy The Matrix" torna il progetto di Massimo Lombardo, titolare della label pugliese Nomadism Records, che nel fare il proprio rientro abbandona la dicitura finale 'Of Zahyrus' precedentemente presente nel monicker. A parte questo 'dettaglio', il polistrumentista del Sud Italia prosegue - sempre coadiuvato da qualche ospite - il proprio interessante discorso artistico, a cavallo fra un goth-rock che recupera le atmosfere più oniriche dei migliori Fields Of The Nephilim, battiti squisitamente dance, samples cinematografici, inserti tribali ed etnici ed un immaginario sciamanico/western che non a caso ha sempre affascinato anche la storica band di Carl McCoy, qui contestualizzato fra magia e risveglio delle coscienze. L'anello di congiunzione tra il debut e questo follow-up è saldo, dal momento che proprio da "Rituals..." vengono ripresi taluni brani, trasposti però in una forma differente che è frutto di un songwriting più completo, capace di spingersi oltre i buoni risultati già mostrati in passato. Se momenti strumentali come l'opener "Inside The Magick Temple" e "From The Ashes Of Angels" rappresentano il lato più tribal/etnico, episodi quali "Ancient Gods" ed "Into The Light" rimandano direttamente a quei Fields Of The Nephilim più mistici, onirici ed avvolgenti di canzoni come "Sumerland" e "Psychonaut", ma il colosso inglese a cui Massimo guarda col giusto mix di ammirazione e rispetto viene evocato chiaramente anche in due dei momenti migliori dell'intera opera: l'evocativa ed incalzante "Thru The Fire", il cui battito dance sfocia in una squisita dark ballad desertica, e l'ariosa "New Dawn", le cui grandi atmosfere si colorano finanche delle tinte pregiate del sax. L'aura inconfondibile di McCoy e soci aleggia a più riprese, ispirando un artista che comunque si guarda bene dal ridurre a mera copia il proprio lavoro, e fra brani dettati dal battito danceable ("Yerba Del Diablo", "The Return Of The Nephilim") fanno capolino l'elettricità ipnotica di "The Loa" e l'ariosa ossessività goth-rock di "Shemyaza", prima che "Astrism 11:11" chiuda misteriosamente i giochi con una seconda parte divisa tra canti sacri e le mistiche melodie del sitar. Un ritorno significativo per un act la cui profondità espressiva ed il cui intrigante concept artistico sono le solide fondamenta su cui edificare qualcosa di importante.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.myspace.com/phoenixandtheoracle

http://www.myspace.com/nomadism