18-06-2011
PAST THE MARK
"Hakhel Tribulation"
(Nu-Jazz Europe)
Time: (48:25)
Rating : 7.5
Prendete due autentici mostri nei loro rispettivi campi come Marc Urselli (produttore, vincitore di tre Grammy Awards) e Vince Pastano (chitarrista, già al fianco di personaggi della popolarità di Lucio Dalla e Luca Carboni, fra gli altri), entrambi con molti anni di carriera ed una lista infinita di importanti realizzazioni alle spalle, metteteli l'uno a lavorare sul materiale dell'altro alla siderale distanza New York-Bologna (azzerata da quelle cose astratte che chiamiamo 'files'), shakerate il tutto per sette lunghi anni - capita che i tempi si dilatino quando si ha un'agenda fittissima - ed otterrete "Hakhel Tribulation", primo parto ufficiale della 'strana coppia'. Non pago di aver reso omaggio (postumo) al suo antico progetto industrial metal The M.E.M.O.R.Y. Lab, Urselli mette ora al servizio della versatile e dinamica chitarra di Pastano un congruo tappeto di programming & sampling, mettendo in pieno risalto le proprie doti di produttore con un lavoro che definire certosino parrebbe riduttivo. Non sbagliano le note ufficiali quando definiscono il risultato di questa collaborazione "un eclettico mix di influenze, stili e stati d'animo con profonde radici nelle tradizioni rock e nell'evoluzione della musica elettronica": il suono delle 10 canzoni abbraccia correnti come drum'n'bass, downtempo, ambient e world music, maneggiando con assoluta padronanza influenze funky, jazz e persino fusion. Ed è utile rifarsi ancora alle note ufficiali, quando queste saggiamente suggeriscono, se vi servissero dei riferimenti, "...immaginate cosa accadrebbe se Jeff Beck, Brian Eno e Trent Reznor scrivessero musica assieme, e se a loro volta fossero influenzati da David Bowie, David Torn, Aphex Twin, Tom Waits, Autechre, Led Zeppelin e Pink Floyd": un piccolo rompicapo, la cui soluzione vi sarà chiara ascoltando con quale fluidità le capacità dei Nostri si siano combinate. Ogni singolo episodio, rigorosamente strumentale, regala le sorprese che ci si possono e devono aspettare da personaggi così eclettici, con picchi emotivi rintracciabili nella forza espressiva della malinconica "Yell Low & Good By" (forte di grande pathos), della delicata e appassionata "Dawn Moon Glow" e della toccante e raffinatissima "Abutting Dissident". Ritmi avvolgenti, a tratti al limite della dance ("South Drowning Boot"), fanno da sfondo ad una chitarra sfruttata al massimo del potenziale, capace di dolci pennellate come di ardenti esplosioni soliste, con picchi di lucida follia ("Tortellini Blues"). Un lavoro sagacemente slegato dalle regole e miracolosamente compatto, se si considera che le prime bozze risalgono al 2003 e l'intero processo si è dipanato in un arco di tempo lunghissimo. Soli 8 dollari per la versione regolare digipak (oppure 15 per la 'deluxe 3D origami version', realizzata in sole 48 copie numerate a mano): una spesa più che congrua per godersi un disco che non annoia mai.
Roberto Alessandro Filippozzi