24-01-2011
DHYAMARA
"The Last Embrace"
(Caput Medusae Records)
Time: (49:14)
Rating : 7.5
Finalmente la Caput Medusae, etichetta tedesca che ha sin qui rilasciato soltanto i tre album dell'apprezzato progetto Bacio Di Tosca, si apre a nuove realtà, e ci inorgoglisce sapere che il primo nome ad aggiungersi ad un roster che speriamo di vedere presto numeroso è quello dei romani Dhyamara, duo formatosi soltanto nel 2009 ed ancora poco noto anche in patria, ma evidentemente capace di attirare le dovute attenzioni grazie alle proprie indubbie qualità artistiche. Ninfa (voce) e Luka (basso e tastiere) hanno già alle spalle l'EP d'esordio "Govanath", datato ottobre 2009, e giungono ben preparati al debutto sulla lunga distanza, sia dal punto di vista tecnico che da quello compositivo. Il suono dei Dhyamara, di chiara matrice electro, riporta alla mente le magiche atmosfere di certo (synth)pop degli 80s implementando dosi massicce di darkwave e di riferimenti alle sonorità più eteree, elementi che garantiscono la piena aderenza alla scena musicale oscura. Non sbagliano le note ufficiali nel raccomandare l'ascolto ai seguaci di nomi importanti come Qntal, Helium Vola e Kirlian Camera, ma va detto che il duo capitolino si guarda bene dal rifarsi spudoratamente a tali realtà, soprattutto grazie alla performance vocale di Ninfa, coraggiosa nell'affrontare una buona varietà di soluzioni e capace di passare con buona disinvoltura da cantati algidi e penetranti a soavi vocalizzi eterei, ben supportata da canzoni arrangiate come si conviene. Il duo sceglie di non indugiare troppo sui momenti da dancefloor, ed alla fine i frangenti che godono di maggior impeto ritmico (senza mai eccedere in tal senso) sono una "My Lost Angel" sensibilmente più wave-oriented, una "Now In My Eyes" più ritmata, ottantiana ed ariosa nei cantati, la più elegante "Ghost In A Dream", incisiva con stile, ed una "Luna Errante" egregiamente cantata in italiano, che parte eterea per poi piombare in pieni anni '80 col suo piglio coinvolgente. I Dhyamara non sfoderano quindi reali velleità dance, preferendo lavorare di fino per cesellare momenti di grande pathos, come la struggente "The Meaning Of Silence", ben dettata dal piano, o la sottile e malinconica "Namarie", o ancora l'eterea e sfuggente "To Elise". Bene anche quando l'elettronica sottile s'infiamma in bei crescendo d'intensità, come nel caso di "Witness Of Your Fear", mentre la voce di Ninfa è ancora grande protagonista in "Moonlight"; gran finale con la title-track, bel momento di grande spessore emotivo. Qualità e capacità non mancano di certo al duo, che a dispetto della recente formazione dimostra di avere tutte le carte in regola per poter dire la propria a livello internazionale, lasciando intravedere un potenziale importante che sicuramente verrà rivelato con l'esperienza sul campo: quella che permetterà di inglobare nuovi elementi ed abbattere ogni barriera. Un nome nuovo e di belle prospettive che dona ulteriore lustro ad una scena qualitativamente importante a livello di artisti come quella nazionale.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.caput-medusae-records.de/