06-11-2010
WHITE PULP
"Lost Inc."
(Echozone/Masterpiece)
Time: (58:57)
Rating : 7.5
A poco più di un anno dall'album d'esordio "Ashamed Of Yourself" tornano i White Pulp, al secondo full-lenght sotto l'egida della Echozone. Il trio nato dalle ceneri dei Posthuman (una tribute-band di Marilyn Manson che in tre anni ha tenuto più di 200 concerti), di chiara provenienza italiana ma col frontman Sonny domiciliato a Los Angeles, è riuscito nel compito di portare la propria intrigante miscela di rock ed elettronica al livello successivo, anche sul piano della produzione, che fa risaltare i molti dettagli dei curatissimi arrangiamenti. I tre, forti dell'esperienza fatta sul campo, mostrano ora grande maturità e carisma, sfruttando le malizie del pop senza mai scadere nel ridicolo: ne danno dimostrazione l'iniziale "Malediction", la title-track e la più danceable "Full Time Bitch", il cui livello di ruffianeria è calibrato al millimetro per accattivarsi l'ascoltatore senza far storcere il naso. L'elettronica viene sfruttata bene e con grande perizia, e lo stesso si può dire delle chitarre, capaci tanto di ruvide distorsioni quanto di ricami più raffinati, mentre la cura posta sui refrain, ben confezionati da un singer versatile quale è Sonny, è sinonimo di un gruppo che sa come ottenere quello a cui mira. Piacevole l'ennesima cover di "Mad World" (Tears For Fears), fornita di un refrain indurito dalla distorsione della sei corde, ma è l'ottimo primo singolo estratto, "Run Into", a svelare il potenziale di un act in grado di riscuotere consensi in maniera trasversale, dal rocker all'appassionato di elettronica, fino al cosiddetto 'alternativo', alla stregua di IAMX, tanto per capirci. Tutti i brani funzionano bene, dalla pacata electro-ballad "A Lie In Everyone" alla più noisy (ma sempre assolutamente catchy) "Straight To Your Fucking Head", dalla ruvidissima scheggia rock "S.T.F.U." ad una "Misunderstood Sweetness" che si rivela un'ottima ballad acustica confezionata con stile e sentimento. Tre estratti dal debut album, ripresi brillantemente in veste acustica, chiudono un lavoro completo e convincente, realizzato da una band che può e deve ambire al fatidico 'botto'.
Roberto Alessandro Filippozzi
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