19-04-2010
THELEMA
"La Sangre Real"
(Black Light District)
Time: (59:39)
Rating : 7.5
Qualche ritardo, distributivo e/o promozionale, ha parzialmente minato il ritorno della leggenda post-punk modenese, ma alla fine il quinto album a firma Thelema giunge anche sulle nostre pagine. Massimo Mantovani e Giorgio Parmigiani tornano sulle scene a seguito di quel "Burnt Memories" del 2006 che aveva proiettato il suono della loro storica creatura (i cui esordi su nastro sono datati 1985, per chi non lo sapesse) in un'ottica prossima al dark-folk, distante dall'importante passato post-punk e da un disco come il fondamentale "Tantra" (1986), ma non per questo atta a deviare totalmente dal sentiero tracciato oltre 25 anni fa. Col nuovo capitolo in studio i Nostri, attorniati dal chitarrista Gianluca Artioli, dal drummer Alex Facciolo e dall'ospite Pino Dieni (tromba e viola), proseguono sulla strada tracciata col succitato predecessore, andando però a tratti a rinverdire i fasti del passato con tracce come l'opener "From Behind" ed "Abandoned (Like A Picture On My Wall)", ambedue di grande impatto e capaci di un impeto che proviene direttamente dal post-punk ottantiano nel quale i Nostri si sono formati artisticamente, territorio sonoro in cui potremmo collocare anche l'ariosa e dinamica "Pleasures And Delights" ed il suo retrogusto rock. La gran parte dei brani si muove quindi nel solco tracciato col precedente opus, sposando nuovamente quel dolente e suggestivo piglio acustico che ha avvicinato il nome Thelema al dark-folk, e in quest'ottica risultano ottimi i due momenti in cui Dieni interviene con la sua tromba per infondere maggior pathos, ossia la malinconica "Yet To Come" e la sofferta "Red Eyes Blue Eyes", ed anche l'apporto della viola del medesimo guest-musician su "In Arcadia" contribuisce ad ampliare lo spettro emozionale. Le fondamenta acustiche dei nuovi Thelema hanno conferito un forte senso di malinconia all'insieme, ma anche maggiore eleganza ed una nuova raffinatezza in fase di arrangiamento, senza per questo perdere anche solo un'oncia dell'intensità che ha sempre contraddistinto il suono dei Nostri, come dimostrano svariati momenti quali "Stupid Men" (ben guidata da un drumming moderatamente tribale), una "Inquisition" capace di improvvise impennate elettriche, la dimessa ed evocativa "Wings Of Night" o l'eccellente "Tears In Jerusalem". I picchi di un disco ricco di nuove sfumature (anche vocali) sono da rintracciarsi nell'oscura "No Return", superbamente arrangiata, nella conclusiva title-track (elettrica e capace di grande trasporto) e soprattutto nella malinconica "We All Laid Down", che unita al 'reprise' posto verso fine disco rappresenta la vetta emozionale dell'intera opera, con quel suo incedere malinconico che profuma del vero suono dark. I Thelema proseguono quindi sulla strada intrapresa col precedente lavoro senza scordare il proprio importante passato, guardando fiduciosi verso nuove sfide, forti del grande bagaglio d'esperienza di chi certe sonorità le ha forgiate in decenni di ricerca artistica, e ci scuserete se chiudiamo con una frase fatta, ma è davvero il caso di sottolineare che la classe non è acqua.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.myspace.com/bldistrict