19-04-2010
PERMAFROST
"Stellar Frost"
(Invisible Eye Productions)
Time: (66:29)
Rating : 6.5
Permafrost sembra aver preso ormai il ruolo di moniker principale nell'attività musicale di Marco Grosso (noto anche nelle vesti esoteriche di Ouroboros), visti i buoni risultati raggiunti con le uscite degli ultimi due anni. "Stellar Frost", stampato su CDr nero, rappresenta a tutti gli effetti il primo album del progetto, dopo tre realizzazioni di breve durata. L'architettura del lavoro si fonda su droni e rumori variamente stratificati e tesi a creare una situazione di freddo perenne che evoca sia ambienti naturali che, principalmente, i freddi macchinari umani. L'atmosfera da 'cella frigorifera', già incontrata in alcuni dei precedenti titoli di Permafrost (si ascolti al proposito "Cold Vision I"), torna imperiosa anche in questa occasione: i lenti movimenti dei suoni sembrano mimare i respiri di una macchina o gli aneliti di un essere vittima di una glaciazione artificiale. L'impianto di partenza si dipana tramite minime deambulazioni sonore, quasi si assistesse a lontane folate artiche o a moti ondulatori continui. Al tutto vengono aggiunte delle variazioni giustapponendo tonalità metalliche, alcuni rumori naturali come le classiche gocce che rimbombano nel vuoto ("Cryogenian"), giri percussivi industriali ("Aichmophobia") o inserimenti di carillon ("Sadness And Solitude", forse il momento più ispirato dell'album, e "The Alien Thoroid"). Marco rivede la cosmic music alla luce delle ipotermie ambientali del nuovo millennio: ne risultano strutture minimali che risentono a volte di una certa ripetitività, tamponata da soluzioni comunque interessanti. Meno movimentato del penultimo mini "Sub Zero Resistance", "Stellar Frost" preferisce attestarsi su soluzioni meditative, in cui le ambientazioni ansiogene lasciano il posto alle classiche atmosfere raggelanti. Gradito ritorno.
Michele Viali
http://www.myspace.com/permafrostglacial
http://www.myspace.com/invisibleeyeproductions