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Room 108

13-04-2010

INTERFERENZE

"V 1.1/V 1.2"

Cover INTERFERENZE

(Pirames/Audioglobe)

Time: CD 1 (49:44) CD 2 (24:22)

Rating : 4

Parliamo di un progetto nato per mano di due artisti toscani: Giacomo Salani (voce, chitarra e basso) e Luca Facci (synth/piano/programming), freschi di questa doppia release masterizzata direttamente a Los Angeles, prima di partire alla conquista dell'Europa (ove già vantano una fetta di appassionati, tanto da indurli a rilasciare "1.2", ma di questo parleremo più avanti) dopo una militanza abbastanza affermata nell'underground italico. Una sorta di concept album di decadenza e melanconia che, a quanto dichiarato, viene introdotto già dai titoli delle composizioni e si presta ad una interpretazione duplice, segnalando anche la scelta coraggiosa di cantare strofe abbastanza forbite e interessanti in lingua madre. Corredato da un buon artwork e videoclip in arrivo dal tecnologico sito ufficiale. Il difetto unico è che i pregi finiscono tristemente qua: innanzitutto è da rivelare come ispirazioni palesi, votate a leggendarie entità dell'electro/rock/industrial contemporaneo come Nine Inch Nails e Ministry negli intenti, vengono però a tradursi nei fatti verso un'amalgama sonora che può ricordare i Subsonica di "Terrestre", e questo per il tessuto complessivamente statico del songwriting, ma sopratutto per il cantato enfatico che ne ricalca il modello, oramai stereotipato e involontariamente alla stregua della parodia (vi basti anche il solo attacco di "Un Giorno Utile"), con metrica a volte zoppicante. "Moto Perpetuo" può essere preso a campione anche dal punto di vista del titolo, e non mente: base elettronica spalmata con un pennello Cinghiale, innesto di riff e linea melodica che dovrebbe dare un senso di brio. Purtroppo però quello che arriva all'orecchio è una "non comunicazione" dal punto di vista emotivo, il che spoglia di potenzialità anche l'appeal volutamente catchy di qualche brano ("Indelebile") e ne compromette le idee inizialmente non malvagie di altri ("Dentro Un Attimo" parte con mood stile "Ultra" dei Depeche Mode, ma poi arrivato al climax viene banalizzato). Altre canzoni sembrano più figlie dell'improvvisazione confusionale (punk/cacofonia gratuita in "Demone"), tanto da far apprezzare forse l'unico episodio ben calibrato dell'intero disco: la semplice ed evocativa strumentale "Indivisibile", che si segnalerà persino per essere quella con la produzione meglio studiata (guarda caso). La seconda parte, "V. 12", è definibile come un EP corposo, tra alternative version un filo più ruvide in lingua inglese di alcuni brani del suo 'fratellino': ne si ottiene solo una leggera miglioria di quella che era già la proposta in sè (una sorta di operazione matematica in cui si mette un segno più per le metriche, ma uno meno per la pronuncia da 'lavori in corso'), e tocca poggiare sulla coraggiosa cover dei Led Zeppelin (una sepolcrale "Immigrant Song") le speranze di riscatto di questo progetto tricolore. Perchè, parafrasando il moniker, l'interferenza è durata più della telefonata in sè, e non si è sentito nulla. Tocca rifare il numero.

Federico Francesco Falco

 

http://www.interferenze.info/

http://www.myspace.com/pirames