06-04-2010
BLUME
"Rise From Grey"
(A Different Drum/Audioglobe)
Time: (40:08)
Rating : 7.5
Grazie all'incontro 'virtuale', tramite myspace, il febbraio 2009 è il momento in cui la carriera dei Nostri (formatisi solo l'anno prima) trova quella sliding-door che, nel momento in cui si apre, va varcata senza titubanza: il contratto con l'etichetta A Different Drum. Una label importante quella statunitense (nel suo roster, che ha lanciato un'infinità di act prevalentemente synthpop, sono transitati Elegant Machinery, De/Vision, T.O.Y., Iris e Daybehavior, giusto per citare alcuni nomi che sicuramente molti nostri lettori conoscono), e nel finale d'anno il 'flirt' si concretizza con la pubblicazione del debut "Rise From Grey", subito ben accolto dalla stampa internazionale. A ragione: la line-up attuale, composta da Ivan (tastiere), Enrico (voce) e Daniele (chitarra), ha il giusto bilanciamento nei ruoli per poter definire un corretto rapporto alchemico tra i suoni dei synth, la vellutata sei corde elettrica e le apprezzabili vocals. Quale suono troverete tra i solchi? Un delicatissimo synthpop che nulla ha a che vedere con i riferimenti classici: il dancefloor non è infatti la giusta location per "Rise From Grey", che cerca situazioni d'ascolto più intime, distensive nonostante il brio delle stesure di tastiere, fra suoni non esplicitamente nati per ballare. Allora il suono dei Blume è da cercare a ritroso tra i migliori momenti di In Mitra Medusa Inri o certi Ikon, fino ai Clan Of Xymox del periodo 4AD. Sofficissimo tappeto di malinconico abbandono introspettivo, "Der Einzige" ha la stessa aura di gotico romanticismo di "Medusa" o "Back Door" ed i Blume, nel creare il suono, ancora di più avvicinano il sound di Moorings rispetto ai loro affini Frozen Autumn o ad altre formazioni che hanno reso culto il filone più 'freezy' del dark. Dieci tracce per sedurvi, e sono tutti piccoli giochi leziosi di raffinata partitura ben rappresentati anche da "Across The Bridge", in cui potete trovare slanci 'future' di synth analoghi ai colleghi Syrian, ma con tempi esecutivi più soffici. Ectoplasmi di precedenti amori, frammenti di vita che tornano dolcemente dolorosi e si manifestano ferali nel costringerci a riflettere assaporandone l'aspra dolcezza come in "Endless", magnifica nel suo gioco di droni e timide plettrate di chitarra, in cui la voce si plasma nel riportare l'esistenza verso ciò che ancora persiste e ferisce. Così è pure per la piccola perla "Farewell", che accelerata nei tempi potrebbe diventare un ottimo diversivo dance di gusto riconducibile per la sostanza pop agli Apoptygma Berzerk di ormai troppi anni fa, per una strada che i tre potrebbero percorrere senza timore. È questo il consiglio che diamo, noi che amiamo questi suoni senza tempo e che vedono l'Italia oscura protagonista con Infieri, Modulation Aurora o i già citati e celebrati Frozen Autumn: non avere timore in futuro di 'macchiare' con brani più 'ruffiani' il proprio sound e di arrivare verso tutti gli strati del mondo goth, sfruttando un genere malleabile, plasmabile ed orientabile verso direzioni multiformi ma sempre suggestive.
Nicola Tenani
http://www.adifferentdrum.com/