01-02-2010
ONIRIC
"Cabaret Syndrome"
(Caustic/Masterpiece)
Time: (32:46)
Rating : 8
Due piccoli lavori autoprodotti recensiti anche tra le nostre pagine ("Suggestioni" e "Boulevard Cinéma") sono stati il biglietto da visita di questo act campano dall'immediato consenso. Una doppia autoproduzione in cui, con poche tracce, gli Oniric si sono immediatamente palesati come una nuova piccola luce nella galassia underground italiana. Provengono dalla Campania, terra dove il mainstream è crudele e non offre spazi per cui emergere a chi la musica la riesce ad interpretare con passione, idee e conoscenza. Argine, Corde Oblique, Lupercalia, Luigi Rubino ed altri ancora, ed ora, grazie anche a questo full-lenght considerabile come il vero debutto, il duo beneventano prova con la propria classe a trovare spazi in un territorio socialmente difficile, ma in grado di fornire potenzialità non sempre ed unicamente legate al 'nazional-popolare' squallore. "Cabaret Syndrome" è però anche Europa, anzi, cuore del nostro Continente perché, come scopriremo tra queste righe, i rimandi viaggiano al di fuori dei confini culturali per arrivare tra le malinconiche lande del folk-noir mitteleuropeo (su questi territori da ormai troppo tempo siamo 'orfani' degli Hekate e delle loro ballate...). Se è vero che alcune tracce hanno le caratteristiche cantautoriali dei connazionali Spiritual Front in "L'Autre" come nell'opener "Once Upon A Time In The Cabaret" o nella successiva "Blessing", così teatrali nel porgersi fedeli ai moduli di Simone Salvatori e soci, in realtà la vera essenza dei suoni espressi da Carlo De Filippo e Gianpiero 'GianVigo' Timbro (fondatori ed effettivi membri del combo) ha un diverso corpo ed una trascendente anima musicale. Spirito che lentamente scava le sensibilità dell'ascoltatore per rannicchiarsi dolce e malinconico nelle sue nove tracce. Non stupitevi se ascoltando "Ophelia's Portrait", così minimale e 'fairy', vi troverete introdotti in un mondo tenue, surreale, prezioso nell'essere unicamente orchestrato perché la parola qui non deve esserci, aiutato in ciò dal violino di Giuseppe Telaro. Gli stessi soundscape sono acquarellati da "Last Temptation Rescue", ora anche con le voci di Giampiero e del terzo membro 'quasi stabile' Simona Giusti, vocalità a cui sarà difficile rinunciare in futuro. La voce di Simona è velluto arabescato da toni fiabeschi come tanti chilometri più a nord lo è lo spirito che percorre i boschi del Teutoburgo tramite la voce di Joran ed i suoi Elane: questo è quanto di nuovo gli Oniric offrono, e noi lo accogliamo con piacere. Suoni folk ed eterei, neoclassicismi popolari ma non estremamente aulici, spesso 'dreamy', soluzione poco sfruttata in Italia, e in ciò non può che far piacere l'unione ideale dei Nostri con Hexperos, All My Faith Lost..., Albireon e pochi altri. Carlo e Giampiero ci propongono altre vesti all'interno di "Cabaret Syndrome", abiti grotteschi e danze macabre sotto forma di pantomima retrò in "The Echoes Of The Sky", più introspettiva nella già citata "L'Autre". In cabina di regia curatissima la masterizzazione ed il mixaggio di Andrea Sosto, in queste vesti già partner di Corde Oblique nel lavoro in studio. Abbiamo citato Giuseppe Telaro nella sua partecipazione al violino, ma meritano menzione anche Beppe Timbro nel suonare il basso, Corrado Ciervo alla viola, Carlo De Filippo alle tastiere ed Aldo Galasso alle percussioni, a riprova del fatto che due ottime menti di base, unite a musicisti eclettici nell'entrare in sintonia, possono creare un sound di grande fascino capace di andare oltre la mera professionalità tecnica. Ottima intuizione dell'ispanica Caustic Records, orfana della coppia Sathorys Elenorth/Lady Nott e dei loro progetti Narsilion e Der Blaue Reiter, ma ancora in grado di proporsi combattiva sul mercato grazie all'ottimo lavoro di un act - gli Oniric - che dalle terre assolate del nostro Sud è pronto a raccogliere consensi fino alle algide lande del Nord Europa.
Nicola Tenani
http://www.causticrecords.com/