05-08-2009
ALBIREON
"I Passi Di Liù"
(Palace Of Worms/Masterpiece)
Time: (46:24)
Rating : 7.5
Passeggiare con Liù nelle liriche di Davide Borghi è come tornare a quell'infanzia che mescola innocenza e peccato: dieci tracce in cui Pascoli e Baudelaire si fondono insieme per magnificare il tremendo contrasto tra candore e crudeltà, spesso involontari sposi. Quarto lavoro per gli emiliani Albireon, quarta conferma in chi già al debutto, l'EP "Disincanto", palesava di non essere un fuoco di paglia ma la cova di un progetto che negli anni si sarebbe evoluto nel suo stile caratteristico. Il fatto che il 'battezzatore' di questo act fosse Vittorio Vandelli è la riprova che l'Emilia creativa non era appannaggio solamente del culto Ataraxia. Passeggiare con Liù vuol dire errare in un mondo di ovatta e pudori per la voce recitante di Davide, garbato negli arpeggi di chitarra, che narra le dieci tracce con lo stupore e l'abbandono di un bardo; paesaggio sonoro 'violentato' dalle basi di tastiera e dai samples curati da Carlo Baja-Guarienti e Stefano Romagnoli, fatali le percussioni di Lorenzo Borghi. Una cappa sonora e spesso industriale che copre in quasi tutta la durata l'etereo mondo in cui Liù esiste, come un destino che incombendo porta verso l'epilogo nefasto esplicito da subito. "Cerbastri", "Marea", "Gennaio" (lunghissima e senza respiro) sono gli episodi in cui l'act emiliano rivive il ricordo eighties dell'esoterismo caro a Douglas Pearce in "The World That Summer" come anche agli Ain Soph di "Ars Regia", ma vivo di quel contrasto sopra narrato. Proprio "Gennaio" esalta la fragilità di Liù, spenta nel contrasto della musica ferale. "...Un fremito d'ali... Nel buio giardino... Voli leggera... Incontro al mattino..." recita Davide, lottando quasi contro il suono che profana la decadente dolcezza della lirica. Nella prima parte dell'album brani come "Naufraghi" o "Gli Equiseti" rammentano la medesima efferata ed inesorabile ferocia dell'avverso rapporto lirica-musica caro ai Carillon Del Dolore di "Trasfigurazione", come se lo spirito del destino incomba anche nei momenti in cui gli idilli si compiono, pronto a travolgere spezzando ed illudendo ciò che è puro, che non può e non deve essere interrotto. Album difficile e meno immediato rispetto ai precedenti con la prerogativa di necessitare di più ascolti per assimilarlo, ma fatto ciò, e proprio per questo, pronto a rimanere dentro all'ascoltatore. Albireon è sicuramente uno dei progetti di punta della Palace Of Worms, label italiana che della qualità e dell'eterogeneità delle sue proposte ne fa dote personale. Ascoltate questo album con i testi (presenti nel booklet) ben davanti a voi e lasciate che Albireon vi entri dentro: passeggiate con Liù verso il suo eternarsi. Se vi turba il pathos che proverete non evitatelo, sono piccole poesie alla fine, piccole frasi per emozioni sterminate, come il nostro sensibile animo.
Nicola Tenani