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Room 108

17-07-2009

HAVING THIN MOONSHINE

"Having Thin Moonshine"

Cover HAVING THIN MOONSHINE

(Ark/Masterpiece)

Time: (37:23)

Rating : 7

Escono dalle nebbie della Laguna gli Having Thin Moonshine, come nel passato sortirono dalla stessa Venezia i Death In Venice prima ed i Calle Della Morte in seguito, ed è strano che i nomi di tale zona siano sempre pochi, perchè la città di Goldoni si presta perfettamente ad un immaginario gotico sonoro per le sue peculiari caratteristiche. I canali, la solitudine notturna quando si vuota dai turisti, i mille luoghi comuni del fiabesco passato rinascimentale; il suo proporsi in maschera, perfetto come substrato per quella parte di collettività che nel travestirsi trova la propria identità espressiva in ambito gotico, o comunque underground. Invece, tutto sommato, Venezia ha espresso meno arte oscura rispetto al proprio potenziale. Conosciamo gli Having Thin Moonshine in occasione del loro debutto, curato dalla label di Caserta, ed è sorpresa gradita parlare del loro lavoro: dodici tracce accattivanti con ottimi spunti su cui costruire un proposito di lunga durata. Immediate spiccano due caratteristiche: la chitarra acustica suonata da Piero Baldan ed il basso di Dario Belardinelli; quando il rapporto quasi amoroso di questi due strumenti si affina e compensa, la strada è già largamente spianata. Se poi il quadrato si chiude con una voce femminile gradevole ed aperta (quella di Ally, anche autrice dei testi) ed un buon supporto percussivo (Jacopo Campi), ne si ottiene un progetto che può intrigare più di un palato. Le sei corde si fanno immediatamente notare in apertura d'album con "Salomè", ispirata alla drammaturgia di Oscar Wilde: la voce ha le stesse caratteristiche di Monica Richards, nonostante la nostra Ally sia di età più giovane, e quindi formata da colori che devono maturare nel tempo. Costruire la propria vocalità su questo ambiente, nei toni e nelle tinte della voce, risulta poco forzato e spontaneo. Non convince appieno quando si sforza su cliché post-punk, come nel caso di "Point Of View": Ally ha una voce fatta per sedurre, non per graffiare come una novella Anne-Marie degli Skeletal Family delle annate d'oro. Nelle performance in cui invece si assesta il tutto (suono e voce), come nel caso di "Take Promises", "Nobody" o "Little Progress", i Nostri danno prova di potere andare oltre la promessa, e la conferma è alla loro portata. In questi brani il 'già sentito' è aleatorio: piccoli inserimenti ritmici o strumentali che esulano dalla strumentazione di base, valorizzando il corpo acustico. Piacevoli anche i momenti che riportano la mente verso quelle spiagge del post-punk, nella sua fase di evoluzione verso i richiami goth americani; il rischio però è quello di rientrare nella categoria del flashback altrui. Gli act di chiara ispirazione Banshees o Skeletal Family, dopo un primo riscontro positivo di pubblico, hanno sempre incontrato la decadenza, e sarebbe un vero peccato se le belle impressioni che suscitano gli Having Thin Moonshine in questo debutto rimanessero isolate parole; noi vogliamo credere che anche l'Italia possa di nuovo avere i suoi paladini in questo settore, come lo furono tanti progetti che attualmente latitano. Nella label dei Nostri sono nati lavori di 'campioni' tra cui Argine, Ataraxia, Lily's Puff o Tears Of Othila, e queste non sono semplici coincidenze...

Nicola Tenani

 

http://www.myspace.com/havingthinmoonshinevenice

http://www.arkrecords.net/