17-06-2007
DARK CELEBRATION Festival
KIRLIAN CAMERA + Dope Stars Inc. + Spiritual Front + Ensoph + Syrian + T3chn0ph0b1a
Milano, Transilvania Live, 08/04/2007
di Roberto Alessandro Filippozzi
foto Belgica Urriola
T3chn0ph0b1a
1) The Landing (Intro)
2) Abduction Starfleet
3) Space Is Their Grave
4) Wrapped In Eternit
5) VideoDrone
6) Warp Speed 777
7) The Sidera Lasergun Massacre
Syrian
1) Intro + Supernova
2) She is the Dark
3) Enforcer
4) Release
5) Hypercube
6) Vision 215
7) Helium
8) Orion Shall Rise
9) I.N.R.I.
10) Future Storm
Ensoph
1) Intro (Scent Of Rust)
2) Pain Pride & Regret
3) Kirillow's Bullet
4) Jaldabaoth At The Spring Of Time
5) Condemned
6) Icons In The Dust
7) Holy Bleeds
8) D-generation
9) Proudly Divine
Spiritual Front
1) Shining Circle
2) Bastard Angel
3) Cruisin'
4) Jesus Died In Las Vegas
5) Cold Love In A Cold Coffin
6) Song For The Old Man
7) Ragged Bed
8) No Kisses On The Mouth
9) Slave
10) Autopsy Of A Love (piano e voce)
Dope Stars Inc.
1) 10.000 Watts
2) Infection 13
3) Bang Your Head
4) Vyperpunk
5) Beatcrusher
6) Make A Star
7) Play 'n' Kill
8) Rebel Riot
9) Generation Plastic
10) Theta Titanium
11) Self Destructive Corp.
12) Defcon 5
Kirlian Camera
main performance
1. intro EIN DEUTSCHES REQUIEM (2nd movement, re-adapted KC)
2. NO ONE REMAINED
3. CORONERS'S SUN
4. DEAD ZONE IN THE SKY
5. THE PATH OF FLOWERS v2
6. ILLEGAL APOLOGY OF CRIME
7. ERINNERUNG v5
break HERZWUNDEN / CIA HAUNTED HEADQUARTERS
8. ASCENSION
9. K-PAX
10. NEWS 2000
11. EDGES 2007
12. solo violin intro > HELDENPLATZ coroner's pax vision
encores
1. ECLIPSE (anniversary)
Senza volersi rifare sempre e comunque al solito adagio secondo cui "...qui non siamo in Germania...", un dato emerge però chiaramente da questo mini-festival tutto italiano: in Italia il pubblico più metal-oriented e quello più spiccatamente 'dark' non sono ancora pronti per mescolarsi fra loro (come invece avviene nelle lande teutoniche), ed anzi, risultano ancora troppo distanti ed impermeabili l'uno all'altro. Un male tutto italiano che si basa ancora sulla divisione in 'fazioni', elemento che mina alla base la riuscita degli eventi live (in termini di pubblico presente) nel Bel Paese, anche se qualche segnale di apertura s'intravede, come testimonia il sempre crescente numero di astanti con magliette tipicamente metal ai concerti più 'dark-oriented'. Se a ciò aggiungiamo il fatto che nell'area milanese i locali si danno battaglia organizzando eventi nelle medesime serate (e difatti stasera c'era in programma un altro mini-festival poco distante da qui, seppur di caratura inferiore...), va da sé che risulta sempre più difficile ottenere delle buone affluenze di pubblico ai concerti, anche se stasera, a dire il vero, il Transilvania fa registrare un congruo numero di presenze. Ma veniamo ai concerti: la nostra delegazione giunge in loco verso le 20:30, appena in tempo per assistere agli ultimi due brani proposti dai torinesi T3chn0ph0b1a, giovane band con alle spalle un EP ed in procinto di pubblicare il primo full-lenght. I cinque piemontesi, nonostante la giovane età, mostrano sul palco una discreta coesione ed una certa grinta, con un sound diviso tra la durezza delle chitarre e l'elettronica che può fra gradire la loro proposta tanto ai fans di gruppi come The Kovenant e Deathstars quanto a quelli che si dilettano con l'elettronica più harsh di act come God Module, Painbastard e soprattutto Psyclon Nine. I ragazzi, seppur ancora in debito di esperienza, si dimostrano energici quanto basta, e se in futuro riusciranno a dare più concretezza e varietà al proprio sound (specialmente per quanto concerne l'aspetto elettronico, senz'altro da sviluppare meglio) potranno compiere un significativo salto di qualità, accomunando tanto il pubblico del metal più alternativo quanto i seguaci dell'elettronica più ruvida. È poi il turno dei Syrian, duo lombardo/piemontese che ormai non ha davvero più bisogno di presentazioni in ambito future-pop/synthpop: Andylab e Voyager, forti di prestigiosi contratti con la Infacted (in Europa) e la A Different Drum (negli USA), sono infatti giunti con "Alien Nation" al terzo full-lenght, qui presentato per la prima volta sui palchi italiani. Con la parte scenografica come sempre affidata all'immancabile laser verde, il duo incalza da subito i presenti proponendo in sequenza travolgenti e ballabilissime hit come la nuovissima "Supernova", la più datata "She Is The Dark" e l'ottima "Enforcer", senza scordarsi di selezionare il loro brano più 'pop' in assoluto, ossia quella "Vision 215" che, posta a metà concerto, consente di tirare il fiato assieme alla meno pompata (ma comunque molto intensa) "Helium". Dal nuovo album viene ripresa anche la strabordante e solenne "Hypercube" (e sulla mano di Andylab compare un guanto-laser dal curioso effetto scenico), mentre Snuff 238 Mazend (voce dei T3chn0ph0b1a) irrompe sul palco per coadiuvare la band nell'esecuzione della nuova "Orion Shall Rise" e di quella "I.N.R.I." originariamente firmata dagli stessi T3chn0ph0b1a e remixata dai Syrian nell'EP di debutto del quintetto torinese. La performance del duo si chiude alla grande con "Future Storm" (ovvero il brano più devastante dal precedente "Kosmonauta"), e sebbene i circa 45 minuti dello show siano stati più che godibili (nonostante taluni problemi tecnici), l'impressione è che inserire anche dal vivo la chitarra (che compare in alcuni brani del nuovo album) non guasterebbe affatto, ma questa è un'altra storia... Il 'terzo atto' di questa lunga notte vede salire sul palco il gruppo più metal-oriented della serata, ovvero i veneti Ensoph, longeva e consolidata realtà della scena metal più alternativa e fuori dagli schemi. La band del Nord-Est è riuscita a convogliare nel proprio sound tanto certi retaggi extreme-metal quanto influenze electro e passaggi capaci di attirare l'attenzione del pubblico più dark-oriented, e stasera mette in atto il proprio rituale distruttivo attraverso un concerto che fa perno sulla forte componente visiva dei singoli componenti e sulla versatilità dell'abile frontman. Nei circa 45 minuti a disposizione la band privilegia la produzione più recente, tralasciando i primordi di "Bleeding Womb Of Ananke" e sfoderando una sequenza di brani solidi, variegati, multiformi ed intriganti, eseguiti con perizia da musicisti che sanno sicuramente il fatto loro. Certo, si tratta dell'act più 'metal' della serata, ed infatti la fazione più dark-oriented tende ad eclissarsi per andare a rilassarsi nell'area antistante il locale: un peccato, perché sebbene la musica della band veneta possa risultare troppo dura per chi di metal non si è mai cibato (o ha smesso di farlo), lo show ci ha rivelato un gruppo che dal vivo si dimostra capace, coeso, intenso ed a tratti devastante, nonché fortunatamente lontano dai peggiori clichè della scena metal. Forse all'interno di un festival come questo erano un po' fuori contesto, ma chissà che le cose non cambino già col prossimo disco: i ragazzi hanno di sicuro le potenzialità per andare ben oltre, e comunque stasera hanno dimostrato quanto valgono, a dispetto dei gusti personali. La seconda parte della serata è monopolizzata dagli act italici sotto contratto con la titolata label tedesca Trisol, primo dei quali ad esibirsi è l'amatissimo Simone 'Hellvis' Salvatori coi suoi Spiritual Front, autori lo scorso anno dell'acclamato ed ottimo "Armageddon Gigolò". Stavolta il crooner capitolino si presenta con la band al completo, e ad attenderlo c'è un pubblico impaziente (fra cui il cantante di quei Dope Stars Inc. che si esibiranno subito dopo): sono ovviamente i brani di "Armageddon Gigolò" a farla da padrone, eseguiti da una band che dimostra un affiatamento davvero fuori del comune ed una padronanza degli strumenti da fare invidia. Ho letto da qualche parte che Simone ha preso lezioni di canto, e dire che si sente è ancora poco: il salto di qualità rispetto a qualche anno fa è sbalorditivo, ed a guadagnarne sono soprattutto i nuovi brani, eseguiti con una convinzione più che evidente mentre alle spalle della band viene proiettato "Accattone" di Pasolini. Rispetto al passato Simone 'cazzeggia' molto meno col pubblico (anche se qualcuno delle prime file parrebbe più interessato ad assistere a certi siparietti cabarettistici tipici del Nostro, piuttosto che all'esecuzione delle canzoni...) e si preoccupa di più del concerto in sé, nonostante alcuni problemi tecnici che non si risolvono e le relative (taglienti) battute all'indirizzo del fonico: il risultato è un successo su tutti i fronti, al punto che, dopo la conclusiva "Slave", Hellvis viene richiamato sul palco a gran voce, con la conseguente esecuzione (per soli piano e voce) del bis "Autopsy Of A Love". Un ottimo show per una band che ci sta regalando grandi soddisfazioni a livello internazionale. Si resta nel Lazio con l'altra band romana che si sta facendo strada grazie ad un proficuo deal con la Trisol, ovvero i Dope Stars Inc., recentemente tornati sul mercato col secondo album "Gigahearts" dopo il successo riscosso dal precedente "Neuromance". Il quintetto capitolino è una di quelle band che dividono in due il pubblico: da una parte i sostenitori, dall'altra una schiera di detrattori che, puntualmente, si allontanano dall'area del concerto... Noi non vogliamo entrare nel merito di certe polemiche (sono molte le accuse mosse alla band, dal look alla musica stessa), preferendo giudicare il gruppo per quello che effettivamente vale sul palco: un bel po' d'esperienza (anche a livello internazionale) è stata fatta e si vede, tant'è che il combo appare coeso quanto basta e riesce a coinvolgere i propri fans, che stasera non sono pochi. Sia su disco che dal vivo la band è sufficientemente graffiante, e per questo incontra i favori del pubblico alternativo più electro-rock e metal-oriented (quelli che si dilettano con Deathstars e Zeromancer, per intenderci), scontentando invece quegli 'integralisti dark' che, oltre a concentrarsi un po' troppo sull'immagine del gruppo (criticabile o meno che sia), non sembrano disponibili a recepirne la proposta. La setlist è ben divisa tra i due album sinora realizzati, ma sebbene su disco ai brani non manchino tratti distintivi, questi vengono invece un po' a mancare in sede live, col risultato che i vari estratti tendono a somigliarsi un po' (specie quelli più incisivi e 'velenosi'). Il concerto si rivela comunque energico quanto basta, anche se in futuro occorrerà lavorare su di una scaletta più completa e meno succube degli episodi più 'scoppiettanti', al fine di conferire all'intero show un carattere più variegato. Stremati da ben cinque performance ed ormai giunti alle ore piccole, accogliamo finalmente sul palco gli headliner della serata, ovvero gli emiliani Kirlian Camera, semplicemente la punta di diamante (nonché la realtà più longeva) dell'intera scena alternativa italiana e fra i nomi di punta del panorama elettronico oscuro mondiale. Sarà davvero l'ultimo concerto sul suolo italico per la creatura di Angelo Bergamini? Si diceva così già riguardo allo show di qualche mese prima a Ronchi Dei Legionari, ed invece è spuntato fuori questo concerto 'best of', attesissimo proprio perché potrebbe davvero essere l'ultimo nel Bel Paese... La band, ovviamente munita dei consueti passamontagna, si presenta sul palco con la nuova formazione a cinque elementi: a fianco di Angelo ed Elena, oltre agli ex-Siderartica Andrea Fossi ed Andrea Savelli, c'è la nuova violinista/tastierista di origini asiatiche Sarah Okja Crespi, la quale dimostrerà di possedere l'abilità necessaria per dare un ulteriore tocco di raffinatezza alle composizioni di KC grazie al suo indiscutibile talento esecutivo. Trattandosi di un concerto 'best of', c'è grande curiosità riguardo alla scaletta che verrà proposta: la band, dopo la consueta introduzione (con tanto di solenne presentazione scenica dell'intera line-up), ci regala subito cinque fra i migliori estratti dagli ultimi due lavori in studio "Invisibile Front. 2005" e "Coroner's Sun", per poi lanciarsi in un breve excursus negli anni '90 con "Erinnerung" (1994) ed "Ascension" (dall'album del '96 "Pictures From Eternity", quest'ultima eseguita ad inizio del secondo set). Ancora un estratto da "Invisibile Front. 2005", stavolta rappresentato dalla stupenda "K-Pax" (fra i brani più apprezzati della recente produzione), prima di tuffarsi nel periodo degli anni '80 con gli amati classici "News" (dal primo EP eponimo dell'81), "Edges" (da "It Doesn't Matter, Now" dell'83) ed "Heldenplatz" (singolo dell'87 splendidamente introdotto dal violino di Sarah). Siamo ad un'oretta scarsa di concerto e la band già abbandona il palco, ma torna prontamente per chiudere il proprio show col mega-classico "Eclipse" (1988), salutando i presenti fra i meritatissimi applausi. Un concerto in vero un po' breve (personalmente mi aspettavo qualcosa in più di 65 minuti scarsi), ma sicuramente intenso ed emozionante: il carisma, il fascino magnetico e la splendida voce di Elena, la cura maniacale di Angelo nel controllare le macchine ed una band nel suo insieme compatta e funzionale hanno contribuito a dar vita ad un'esperienza sicuramente memorabile (anche sul piano visivo), ed i presenti non hanno mancato di tributare i dovuti omaggi al quintetto mentre il sipario calava su questo mini-festival tutto italiano... Le ultime considerazioni sono per una serata più che riuscita, nonostante certe differenze stilistiche fra i gruppi in cartellone ed un festival 'antagonista' a poca distanza: quello che ci sentiamo di dire è che l'Italia, almeno a livello di gruppi, c'è, e a dimostrarlo ci sono tanto degli interessanti newcomers quanto delle significative realtà ormai più che consolidate. Ancora una volta si è visto un crescente numero di astanti con indosso magliette di gruppi metal, il che dovrebbe far ben sperare (trattandosi di persone che, di solito, i dischi li comprano e vanno ai concerti), anziché stimolare certi acidi commenti da parte degli 'integralisti dark': il mio pensiero va alla metà degli anni '90, quando i gruppi metal nostrani cominciavano a firmare per importanti etichette estere e l'intera scena cresceva di pari passo in maniera esponenziale... Ecco, da qualche tempo ciò sta avvenendo anche per i gruppi dark, gothic, electro etc. italiani: noi ci auguriamo che anche in questo caso l'intera scena possa trarne beneficio, sebbene non ci sia consentito usare altra arma che non sia la penna per riordinare le priorità di quelli che il portafogli lo aprono solo per sputtanarsi decine e decine di euro in alcolici alle seratine danzanti (quelle dove la maggior parte dei presenti si reca solo e soltanto per cercare di sfogare le proprie ossessioni ormonali...) o cifre ben più alte per l'ultima 'sciccheria' in PVC...