29-05-2010
MUSIC HEAVEN BOLOGNA
TYING TIFFANY + Pantha Du Prince + Andrea Benedetti
Link, Bologna, 15/05/2010
di Nicola Tenani
foto Nicola Tenani
Setlist TYING TIFFANY:
3 Circle
Black Neon
Storycide
I Wanna Be Your Mp3
Lost Way
Still In My Head
Borderline
Miracle
One Breath
Shake A Snake
Cecille
Ghoul
Show Me What You Got
Slow Motion
La serata promossa all'interno del Link è stato il pretesto per sposare tra loro più derivazioni di suono elettronico che normalmente avrebbero richiesto target diversi, ma che in questa serata hanno dato la possibilità di condividere tre eventi principali (diversi i set di svariati DJ in una sala superiore del locale) associati a tre diverse manifestazioni intellettive dell'electro-sound. Appendice della fiera Music Italy Show, ancora una volta la sensibile Bologna, anche nella danza tra circuito indipendente e mainstream, si offre al mondo tra commercio, collezionismo e spettacolo onorando una ragione di vita per tante persone, indotto importante e non sottovalutabile. Padrona di casa 'adottiva' è TYING TIFFANY (nata e cresciuta a Padova, ha scelto proprio Bologna come base operativa della sua maturazione artistica): l'ex Suicide Girl anno dopo anno si distanzia sempre più da quel periodo di esordio forzato nel glamour e nel sensazionalismo per focalizzare la sua voglia comunicativa ed espressiva su livelli di richiesta ricercatezza. L'esordio in Trisol non la mette sul piano meditativo ed altissimo del collega Rome (con il quale condivide il periodo in cui entrambi gli album entrano nel mercato), però con grande fatica anche compositiva si allontana da "Undercover" o "Brain For Breakfast", lavori precedenti a questo nuovo corso, espressioni spesso mantenute vive dall'istinto e dalla rabbia di esperienze electro-punk anche divertenti, ma che nel lungo periodo pagano poco. La Nostra un po' il meccanismo del music-biz l'ha intuito, e per non sparire dalla scena in quello speciale dimenticatoio per 'bad-girl' e non subire la sindrome delle meteore sonore, ha cominciato un grosso, apprezzabile lavoro anche di introspezione, sia nei suoni che nei testi: benvenuta nel mondo goth a tutti gli effetti! Non è questa la sede in cui parleremo di "Peoples Temple" (nuovo album quasi completamente protagonista della serata, con la maggior parte della scaletta dedicata proprio ad esso), però è doveroso, prima di raccontarvi miss Tiffany on-stage, capire quale direzione ella abbia intrapreso per esistere in un grosso ambito come Trisol, corazzata teutonica che difficilmente manca l'obbiettivo. Un'anima punk che rimane soprattutto nell'epidermide sua e in quella dei due compagni di palco (energie e sudore a profusione, anche a scapito della componente elettronica) ed una nuova, più gotica, da sviluppare e capire meglio, soprattutto nei gironi dell'electro-clash (ogni riferimento è captabile, che siano le reginette Client come le lande più 'indie' di Ladytron, le nevrosi quasi deathrock dei Vanishing come le chitarre di vecchia matrice 'dark' che in alcuni giri di sei corde possono ricordare i Madre Del Vizio o il punk elettronico e nevrotico dei Jabberwock). Dal vivo ciò è stato sostanzialmente inficiato da un settaggio strano di chitarre e basso relazionati alle basi elettroniche, così 'dancy' nell'album e protagoniste del mood di "Peoples Temple", qui invece 'strozzate' dall'irruenza dei suoni. Piatto sbilanciato nella parte electro-goth in favore di quella, presente in larga parte, di chi cercava nevrosi industrial ed electro-punk. La gente (buona la risposta del pubblico ad un concerto non facente parte dei loro abituali palati) ha apprezzato, ballando ed incitando; ognuno pensi ciò che crede, ma anche una musicista come Tying Tiffany diventa ambasciatrice di un suono verso fronti diversi dal nostro, tra l'altro completamente latitante, quindi senza possibile rimostranza. Il valore è lo stesso già ribadito per Emilie Autumn: la capacità dell'immediatezza e la freschezza 'catchy' di istantanea conquista, unite comunque ad un buon concentrato di novità da proporre con gusto e su cui costruire il proprio futuro. Le foto parlano da sole: Tying Tiffany ed i suoi compagni di stage (il basso e la parte percussiva governate egregiamente da Linda, mentre chitarra e synth hanno visto la presenza carismatica di Lorenzo Montanà, artista che ha in parallelo interessantissimi progetti solisti in ambito ambient che meriterebbero pagine dedicate...) offrono uno spettacolo energetico, sparato direttamente dai microfoni alle casse per centrare i lobi del cervello preposti al ballo, e già dopo un paio di song era impossibile rimanere fermi. Le note dolenti constano nel modo in cui il suono è stato proposto: aggressivo nelle sessioni di chitarra e nei muri di alcuni samples, che mascheravano sia il basso che la voce (la Nostra ha dovuto urlare oltremodo, in contrasto con certe linee di voce morbide e introspettive nell'album che decretano il nuovo corso germanico). Stesso dicasi per le morbidezze dei synth (anche se campionati), nascosti dai troppi beat scagliati nelle casse. È un capitolo che la Nostra dovrà affrontare quello degli equilibri nel live-show: il Link è un buon locale con ottime affluenze di pubblico giustificate dalla capienza e dall'offerta contenuta nei costi, però Tiffany ora non deve scherzare, perché è e sarà attesa dai palchi europei sicuramente anche tedeschi, zone di perfezionisti esigenti anche tra il pubblico (e non possiamo dargli torto). Di seguito due set-performance: PANTHA DU PRINCE in primis (nuovo alfiere di elettronica concettuale in casa Rough Trade, che proprio su di lui investe per trovarsi un angolo importante nel genere che lambisce da vicino la nostra IDM), e lo stesso vale (anche se su connotati diversi) per il produttore-DJ ANDREA BENEDETTI, che nel proporsi dietro laptop e lettori al mixer hanno selezionato produzioni personali e non in dj-set particolari di grande atmosfera 'clubber' europea, un salto di qualità che i nostri locali dovrebbero prevedere per non morire tra le vetuste proposte di DJ non al passo con i tempi che sopravvivono sui fasti passati. Innovazione e futuro (temi che largamente tra le nostre pagine sono quotidianità) nel costringere in pista i presenti, assaltarli con palizzate soniche o linee morbide e fluide per non addormentarsi nel già sentito, ma qui il resoconto finisce, perché sono cominciate le danze...