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16-06-2008
THEATRES DES VAMPIRES
L'anima del vampiro
di Marco Belafatti
A discapito del grande successo ottenuto oltre i confini nazionali, i Theatres Des Vampires sono stati spesso bistrattati dalla stampa italiana per via di alcune scelte che hanno caratterizzato il loro percorso, la loro crescita artistica... "Anima Noir", il loro ultimissimo studio album, ha però fatto ricredere anche i più scettici: i Vampiri di oggi, a distanza di 13 anni dalla pubblicazione del primo demo, appaiono ai nostri occhi come una band solida e fermamente convinta della strada intrapresa tre anni fa con il disco della svolta stilistica vera e propria, "Pleasure And Pain". Grazie ad un sound quasi totalmente rinnovato, sfociato in un'intrigante ed oscura miscela di influenze, nonché un look ed un modo di porsi sicuramente più snelli e personali rispetto ai fasti 'horrorifici' del passato, la bella (e brava) Sonya Scarlet ed i suoi fidi compagni vogliono oggi riprendersi tutto quello che in passato era stato loro sottratto, anche se la fiducia dei fan non è mai venuta a mancare. Darkroom Magazine ha contattato Fabian e Stephan, tastierista e chitarrista della band romana, che hanno dimostrato di non aver peli sulla lingua nemmeno quando si tratta di rispondere alle domande più piccanti. Credetemi: volenti o nolenti, questa è una band che sa il fatto suo...
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Salve ragazzi, benvenuti su Darkroom Magazine. Il vostro ultimo album "Anima Noir" ha da poco visto la luce, e tutti sappiamo che i giorni seguenti alla release di un disco sono quelli in cui la tensione per i riscontri si fa sempre più grande: quali sono le sensazioni che state provando in questo particolare momento della vostra carriera?
Stephan: "Innanzitutto ringrazio Darkroom Magazine per lo spazio a noi dedicato. Per quanto riguarda le aspettative inerenti ad 'Anima Noir', direi proprio che sono state superate di gran lunga: quest'ultimo lavoro ci ha portato moltissime soddisfazioni, ed i responsi positivi non si sono fatti attendere. I fans sono entusiasti di questo percorso artistico che la band ha intrapreso, e noi abbiamo ricevuto attenzioni anche da parte di persone che non ci conoscevano o che avevano gusti musicali un po' distanti da quello che, di solito, è un genere musicale un po' di nicchia. Nel disco puoi trovare moltissime influenze musicali: dal metal al gothic, dall'EBM al synthpop. Abbiamo concentrato in esso tutte le nostre influenze... Sai, ognuno ha il suo stile nel modo di comporre i brani, e questa volta abbiamo deciso di non rimanere confinati in un cliché, ma piuttosto di fondere i suoni, le band e la cultura che ci hanno accompagnato ad essere dei musicisti, ed il risultato è stato un disco moderno con dei riff e delle linee vocali molto rock... Ne siamo orgogliosi!"
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Il vostro passato, principalmente legato alla tradizione del black metal sinfonico, rimane a tutt'oggi un momento importante per lo sviluppo dell'attuale sound dei Theatres Des Vampires. Le ragioni che hanno portato allo split con il vostro ex-leader Alexander erano puramente personali o riguardavano anche l'aspetto artistico della band? Vi sentite ancora legati alla vostra precedente incarnazione artistica?
Fabian: "Ormai sono passati 4 anni dal nostro split. In questo periodo abbiamo pubblicato tre album: 'Pleasure And Pain', 'Desire Of Damnation' ed 'Anima Noir', più il DVD 'The Addiction Tour', quindi di acqua sotto i ponti ne è passata. Trovo quindi anacronistico stare a ripensare a quali furono i motivi dietro allo split: acqua passata... La band è cresciuta in maniera esponenziale da allora, ed il successo che abbiamo ottenuto in questi ultimi 4 anni è forse anche dovuto a quello split, all'immagine incredibilmente amata di Sonya Scarlet ed ad un genere di musica sicuramente più personale di quello che veniva proposto in precedenza. Senza togliere il fatto che sicuramente apprezzo ancora molto alcuni nostri lavori passati. Semplicemente, trovo più maturo il percorso artistico che abbiamo attuato negli ultimi anni."
Stephan: "Io sono stato per molti anni un fan dei Theatres Des Vampires... e lo sono ancora! Non ho mai inquadrato la band nel panorama black metal, perché identifico questo genere con gli Emperor, i Mayhem, i Darkthrone. Se si ascoltano con attenzione i primi lavori dei TDV ci può si accorgere che si tratta di una categoria molto horror, molto teatrale: i riffs sono abbastanza heavy/thrash, un po' in stile Mercyful Fate. Se poi ci si riferisce all'immagine della band risalente all'epoca, allora direi che c'è una connessione con il black metal, ma, musicalmente parlando, preferisco usare il termine 'horror'! Nonostante l'attitudine dei TDV sia cambiata negli anni, il valore ed il peso dei primi lavori continuano ad esercitare una certa influenza, e non a caso nella nostra live-tracklist abbiamo inserito il brano 'Blutdivine', preso da 'Iubilaeum Anno Dracula 2001', per rendere omaggio al passato ed ai vecchi fans, ma anche per permettere a quelli nuovi di risalire a quelle che erano le origini dei TDV."
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Guardandovi alle spalle, provate forse qualche rimorso o, in qualche modo, pensate di aver fatto delle scelte che potevano tranquillamente essere evitate?
Fabian: "Nella vita di ogni essere umano ci sono delle cose che si cambierebbero ed altre che, invece, sono risultate vincenti. La vita è proprio questo, una serie di scelte, giuste o sbagliate che siano, che va vista soltanto sulla lunga durata e non sulla breve distanza. Quello che è stato fatto è stato fatto, a noi interessano il presente ed il futuro."
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Qual è stata la vera chiave di svolta che vi ha portato ad abbandonare gli aspetti più grandguignoleschi ed estremi del vostro sound, fino ad approdare a "Pleasure And Pain" ed al nuovo "Anima Noir"?
Stephan: "Non abbiamo perduto del tutto il lato orrorifico della band, lo abbiamo solo codificato in quello che è il nuovo movimento horror. Il tributo all'orrore più romantico è stato dato con i lavori precedenti: ora guardiamo al futuro come ad una nuova categoria di orrori, claustrofobie e la paura di morire senza prima aver vinto la corsa contro il progresso. Abbiamo deciso di adottare testi impegnativi e di proiettarli in un sound moderno. Io, che sono un appassionato dei vecchi film dell'orrore, spesso mi ritrovo a fare il confronto con le ultime uscite e ad osservare come i grandi maestri si siano adattati all'esigenza delle nuove generazioni: se John Carpenter avesse creato per trentanni di seguito un capolavoro come 'The Fog', rimanendo in quegli schemi, a quest'ora sarebbe un regista scontato, ma non lo è! Avevamo bisogno di venire incontro ai fans che iniziavano a guardare con occhio curioso le nuove tendenze e le nuove produzioni: così facendo non siamo rimasti nella categoria 'old' e, in qualche modo, le sensazioni che ci hanno portato alla realizzazione di 'Anima Noir' sono in coerenza con la nostra mutazione personale."
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Tastiere ed arrangiamenti elettronici sono il piatto forte del vostro attuale sound: vi sentite ancora legati, in qualche modo, alla musica metal ed ai suoi canoni talvolta rigidi e invalicabili?
Stephan: "In questo periodo la band ha riscoperto l'heavy metal, ed infatti nel disco puoi trovare delle ritmiche e dei riff molto rock ed heavy che vengono contornati da synth e tastiere molto pop anni '80, quasi come a tributare le band che hanno portato all'evoluzione della scena gothic e dark, vale a dire Spandau Ballet, Dead Or Alive, Depeche Mode... Non ci sono state restrizioni nella composizione dei brani, tutto è il frutto di ciò che sentivamo dentro. Se fossimo stati confinati dentro una gabbia di regole, i brani non avrebbero avuto la profondità e l'anima giusta ed il risultato sarebbe stato catastrofico!"
"Non abbiamo perduto del tutto il lato orrorifico della band, lo abbiamo solo codificato in quello che è il nuovo movimento horror. Il tributo all'orrore più romantico è stato dato con i lavori precedenti: ora guardiamo al futuro come ad una nuova categoria di orrori, claustrofobie e la paura di morire senza prima aver vinto la corsa contro il progresso."
(Stephan)
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Sapreste delineare le principali differenze tra i vostri ultimi due lavori? Per quanto mi riguarda, sono stato colpito dalla predominanza di arrangiamenti sinfonici ed elettronici e dall'uso più variegato delle vocals di Sonya...
Stephan: "Beh, considerando che sono entrato nella formazione dalla pubblicazione di 'Desire of Damnation', parlerò da fan: personalmente trovo 'Pleasure And Pain' un album di rottura con il passato, forse difficilmente catalogabile a livello di emozioni. Quando lo ascoltai per la prima volta, rimasi colpito dall'enorme differenza con il passato artistico della band. Ma penso si sentisse anche il bisogno di trovare una nuova identità, che doveva discostarsi dai canoni del passato. Poi, con 'Desire Of Damnation', il sound è diventato più 'sicuro', e penso che i Theatres Des Vampires abbiano fatto capire ai fans che stavano veramente cercando di proporre qualcosa di totalmente nuovo rispetto a quanto fatto negli anni passati. Trovata questa nuova stabilità compositiva, la band si è potuta dedicare ad 'Anima Noir' con calma e serenità, producendo un album che penso rimarrà nella storia della band. Le differenze con le produzioni passate ci sono e si sentono: dalla produzione agli arrangiamenti, passando per le linee vocali. La voce di Sonya è migliorata ed in quest'ultima fatica ha tirato fuori la sua anima da rocker, le chitarre sono abbastanza evidenti ed il suono è diventato molto più heavy, anche se è vero che le tastiere continuano a farla da padrone nel sound, sempre con riferimenti alla musica elettronica."
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Dal punto di vista interpretativo, trovo che la vostra cantante abbia fatto passi da gigante rispetto al precedente disco, nel quale si faceva notare una forte necessità di affiancare la sua voce ad una costante controparte maschile. Ora che Sonya ha pienamente trovato la sua collocazione ideale nella nuova configurazione della band, immagino che tutti voi vi sentiate molto più a vostro agio: a distanza di quasi quattro anni dall'assetto della nuova line-up, in che modo ritenete che il pubblico e la critica abbiano accolto questo sostanziale cambiamento?
Fabian: "Il pubblico è entusiasta. Credo che, in fin dei conti, siano i dati a contare veramente. I Theatres Des Vampires rispetto al 2004 hanno triplicato il loro numero di fans, allo stesso modo sono aumentate tantissimo le esibizioni live e le richieste da parte di tutto il mondo. Sonya Scarlet è una frontwoman come poche, e chi l'ha vista live sa cosa intendo. È questo ciò che conta."
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Ora che è Sonya ad occuparsi delle liriche dei vostri brani, quali sono i temi che preferite affrontare attraverso la vostra musica?
Fabian : "Le nostre tematiche sono da sempre decadenti e crepuscolari, fortemente legate al tema del vampirismo. Ovviamente con Sonya è diventato tutto più romantico, delicato, etereo. Penso sia normale che un testo scritto da una donna risulti per forza di cose differente da uno scritto da un uomo."
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Le influenze letterarie hanno sempre rappresentato una grande fonte d'ispirazione per la band. La vostra è una semplice trasposizione di atmosfere e luoghi comuni del romanzo gotico o portate avanti una ricerca filosofico-estetica che va ben oltre l'aspetto iconografico?
Fabian: "I nostri fans sanno benissimo che la nostra è una ricerca in continua evoluzione. Basta fare un piccolo giro per la rete per rendersi conto che i Theatres Des Vampires SONO la band vampirica per eccellenza. Credo che questa nostra coerenza sia stata premiata con gli anni. Chi ci ascolta sa che dietro le nostre parole c'è un vissuto, un'esperienza, un'anima."
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La figura del vampiro, resa celebre dai romanzi di Stoker ("Dracula"), LeFanu ("Carmilla") e Polidori ("Il Vampiro"), può essere sottoposta a diverse chiavi di lettura: tra le tante, domina quella che vede questo personaggio come una metafora degli aspetti più oscuri della società contemporanea. Vi ritrovate in questa esegesi?
Fabian: "Direi che il concetto di vampirismo è piuttosto variegato, cambia di era in era, ma sicuramente racchiude in se la volontà dell'uomo di sconfiggere la sua più grande paura: la morte. Le storie di vampiri esistono già ben prima di Polidori o Stoker. Si trovano riferimenti ai vampiri praticamente in tutte le culture del mondo: dai Babilonesi ai Romani, dal Sud America all'Oriente... Quindi mi sembra estremamente riduttivo pensare che la figura del vampiro sia la metafora delle società moderna. Personalmente trovo riferimenti di vampirismo anche nel cristianesimo. Non è Gesù a dire: "questo è il mio sangue, prendete e bevetene tutti"? Bevi da me e vivrai per sempre. La ricerca dell'immortalità, la volontà di squarciare il velo dell'ignoto... Siamo esseri ben piccoli che ancora si rifugiano all'interno delle proprie tane al discendere delle tenebre."
"Il concetto di vampirismo è piuttosto variegato, cambia di era in era, ma sicuramente racchiude in se la volontà dell'uomo di sconfiggere la sua più grande paura: la morte. Le storie di vampiri esistono già ben prima di Polidori o Stoker, quindi mi sembra estremamente riduttivo pensare che la figura del vampiro sia la metafora delle società moderna."
(Fabian)
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Quali sono le vostre letture predilette?
Fabian: "Personalmente leggo di tutto, semmai il problema è che oggi si tende a leggere poco o niente..."
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E per quanto riguarda il cinema horror e le colonne sonore di questo genere? Immagino che anch'esse facciano parte del vostro background...
Stephan: "Io sono un maniaco della filmografia horror, ed in particolare del periodo 70-80! Mi piacciono le trame stupide, da teenager, ma sono queste le trame che hanno reso l'horror un genere di culto e per pochi appassionati. Ho visto e rivisto centinaia di film, ho la capacità di concentrarmi e di immedesimarmi nella storia del film. Ho anche un occhio molto critico però, e ti confesso che, secondo me, la tecnologia ha ucciso l'effetto orrorifico originale. Per apprezzare le nuove produzioni bisogna pensare che stiamo nel 2008 e non più nel 1987. Per quanto riguarda le colonne sonore, adoro quelle che Carpenter ha scritto personalmente per i suoi film. Oltretutto è anche un estimatore di musica metal e, non a caso, ha collaborato con gli Anthrax per la colonna sonora di 'Fantasmi da Marte'. Adoro le vecchie colonne sonore dove viene impresso l'heavy metal, prendi film come 'Morte a 33 Giri' (Fastway), 'Demoni' (Mötley Crüe, Scorpions, Saxon), 'Brivido' (AC/DC). Mi piace pensare che la nostra musica potrebbe entrare a far parte di un genere cinematografico che ho amato sin dall'infanzia. Se non avessi intrapreso quest'avventura con i TDV, credo che avrei aperto un cinematografo dove proiettare i vecchi capolavori horror."
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Spero di non parlare a torto affermando che il vostro attuale modo di porvi, anche sul piano formale, vi possa far recepire dal pubblico al quale il nostro magazine punta come una band più concreta ad elegante, proprio in quanto più sobria rispetto al passato e lontana dagli abusati cliché adottati da altri vostri colleghi (Cradle Of Filth, BlutEngel)...
Fabian: "Concordo in pieno. Anche questo faceva parte del cambiamento che sentivamo fortemente necessario alcuni anni fa. Trovare un'identità che ci descrivesse realmente per quello che volevamo esprimere, al di fuori di certi cliché che non sentivamo nostri."
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È lecito, a questo punto, chiedervi quali sono le vostre attuali fonti d'ispirazione, anche se, essendo una certa componente dark da sempre ravvisabile nei vostri dischi, presumo che i vostri ascolti attuali si muovano più che altro in questa direzione (d'altronde, la cover di "Rain" parla chiaro): mi sbaglio?
Fabian: "Non so se i nostri ascolti siano realmente cambiati, abbiamo sempre avuto una visione eterogenea della musica. Nella vita si cambia e si matura come musicisti, si acquista sicurezza, si comprende qual è la propria strada. Da sempre ascolto gothic, così come metal, classica, rock ed altro. Forse, oggi, riusciamo ad unire al meglio le nostre molteplici differenze ed i nostri variegati gusti. In passato (ma parlo di un passato tutto sommato lontano, ormai) seguivamo più quelli che pensavamo fossero i dettami di un genere. Ora siamo soltanto noi stessi."
Stephan: "Ciò che dici è più che giusto! Ognuno di noi ha le proprie influenze, ma 'Rain' non è stato certo un brano scelto a casaccio. Di solito, dopo i concerti, c'è il classico dj-set, e questo brano dei Cult ha accompagnato quasi tutte le date dei nostri concerti. Abbiamo notato che la gente impazziva quando la ascoltava. Inoltre quel capolavoro di album, 'Love', ha infiammato un'intera generazione! Leggendo alcune curiosità ho scoperto che il boom del brano avvenne proprio in Italia. Ci hanno scritto molti giovani fans chiedendoci a proposito di 'Rain', proprio perché non conoscevano i Cult: ora molti di loro ci hanno scritto che non fanno altro che ascoltare 'Love' per tutto il tempo! È un album bellissimo, romantico e oscuro nei punti giusti, non potevamo far altro che tributarlo. Per il resto, le nostre influenze sono molte: Gabriel è un estimatore del prog metal e del vecchio heavy, Sonya ascolta molto Diamanda Galás, Zimon è una grande fan dei Pantera, Fabian spazia tra il vecchio dark-pop e l'heavy metal, passando per i Queen (questa cosa mi accomuna con lui), mentre io adoro King Diamond, Mercyful Fate e Kiss."
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Ora che la componente femminile ha un ruolo predominante nella musica dei Theatres Des Vampires, presumo che in molti vi abbiano accusati d'avere cavalcato l'onda del trend gothic-sinfonico portato avanti dai vari Within Temptation, Epica e Xandria... Dal canto vostro, vi sentite veramente parte di una determinata scena?
Fabian: "Assolutamente no. Sonya Scarlet non è la 'bambolina' di turno, ed è forse per questo che alcuni non la gradiscono. Non è la cantante tutta merletti, faccine dolci e fiori: Scarlet è una cantante ROCK, e (scusami la mancanza di modestia) UNO DEI POCHI PERSONAGGI ROCK della scena metal femminile di oggi. Chi dice che cavalchiamo un trend quindi non sa cosa dice, oppure non ci ha mai visti o ascoltati sul serio."
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Ed a coloro che vi accusano di essere diventati una scialba compagine che punta tutto sull'immagine sexy e trasgressiva della propria frontwoman, quindi, cosa volete rispondere?
Stephan: "Sonya non è soltanto un singer molto sexy, ma ha anche una grande personalità che trascina il pubblico durante ogni spettacolo. Non mi pare che Sonya proponga spogliarelli on stage, anzi... È una frontwoman di tutto rispetto che ha dimostrato tutte le sue qualità vocali ed interpretative su 'Anima Noir'. A lei non interessa nulla di apparire: Sonya è una persona molto semplice che non recita nessuna parte, tranne quella di essere sé stessa! Non abbiamo puntato affatto sulla sua immagine sexy. Ha una forte influenza visiva: è vero... e con questo? Cosa c'è di male? Chiudo la questione con una semplice frase: LO SCANDALO È NEGLI OCCHI DI CHI GUARDA!"
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D'altro canto, è impossibile negare che l'aspetto visivo sia una componente importante nei concerti di una band, ma a volte certi personaggi sembrano dimenticarsi che la linea di confine tra lo spettacolare ed il pacchiano è veramente sottile. Per voi è difficile trovare il giusto equilibrio tra sostanza e spettacolo? Come gestite la vostra performance?
Fabian: "Se è vero che la linea di margine tra pacchiano e spettacolare è sottile, è anche vero che il ROCK è fatto di IMMAGINE. E chi dice il contrario MENTE sapendo di MENTIRE. È pacchiano Ozzy che strappa la testa al pipistrello? Alice Cooper che esce dalla bara? I Kiss che tirano fuori 10 metri di lingua? Gli Iron Maiden che suonano con un pupazzo meccanico di 10 metri? Il rock è immagine, a volte anche pacchiana, e sai che penso? Chi se ne frega, è andato bene per tanti anni, continuerà ad andare bene così. In tutti i casi, a dire proprio il vero, la nostra band ha una sua immagine che non riterrei pacchiana, anzi, penso che siamo molto più sobri di tante altre formazioni. Ti assicuro che vederci dal vivo è tutt'altra cosa che sentire le 'leggende metropolitane' che circolano su di noi. Siamo molto veri in quello che facciamo, e penso che la gente ci segua perchè quando saliamo sul palco doniamo emozioni. Tutto qua."
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Domanda scontata ma necessaria: è risaputo che le band che in Italia tentano di proporre questo tipo di sound (oltre a voi mi vengono in mente Domina Noctis, Sleep Of Thetis, Godyva e Mandragora Scream) ottengono sistematicamente più successo all'estero (i vostri live in Inghilterra, ad esempio, sembrano essere gettonatissimi). Immagino che anche voi, sul suolo italico, abbiate risentito degli stessi problemi accusati da moltissime altre formazioni: quali pensate che siano i motivi profondi di questo stallo? L'Italia, musicalmente parlando, merita di essere riconosciuta all'estero come la patria dei vari Eros Ramazzotti e Tiziano Ferro?
Fabian: "Perchè nasconderlo? L'Italia non è sicuramente la patria del rock. Ogni popolo ha la sua cultura ed i suoi gusti. Se poi pensiamo che nella nostra nazione ha sede la Città del Vaticano, non devo aggiungere molto altro. Meritiamo di essere riconosciuti in un certo modo? Penso solo che uno ha SEMPRE ciò che si merita. Forse gli Italiani dovrebbero imparare ad aprire gli occhi e rendersi conto del terribile degrado che ci circonda. In situazioni di degenerazione sociale si cerca sempre il nemico all'esterno, diventando ancora più ortodossi, 'talebani' e rinchiusi nel proprio recinto. Ripeto, abbiamo quello che ci meritiamo. Se vogliamo cambiare quello che c'è intorno, per prima cosa dobbiamo imparare a guardarlo."
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Il pubblico italiano vi dà più o meno soddisfazioni rispetto a quello straniero?
Fabian: "Il problema non è il pubblico italiano, ma la mancanza di strutture, la mancanza di fondi ed un certo atteggiamento mafioso che si vive nell'ambiente dell'underground. Il pubblico ci dà sempre soddisfazioni; è il contesto che, a volte, non è dei migliori."
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C'è qualche aneddoto curioso riguardo alle vostre numerose tournée all'estero che vorreste raccontarci?
Fabian: "Mmmh, sì, ce ne sono molti a dire il vero. C'è però una storia che mi è particolarmente cara. Durante il nostro tour messicano ci portarono durante un day-off a vedere un incontro di 'lucha libre' (che sarebbe il wrestling messicano). Una cosa veramente divertente a vederla dal vivo. Arrivati sul posto scoprimmo che i biglietti ci erano stati offerti da un importante lottatore messicano, una vera star, amante del metal, che si fa chiamare infatti Heavy Metal. La cosa buffa fu che alla fine del suo incontro, mentre il palazzetto dello sport urlava come se fosse impazzito, questo lottatore scese tra il pubblico e ci venne ad abbracciare! Il tutto rigorosamente ripreso dalla televisione nazionale messicana!!! Fu una cosa molto divertente, che penso capiti raramente!"
"In passato la Chiesa ha mosso contro la nostra band delle azioni diffamatorie, millantando che noi portavamo il maligno nei nostri live. Mi viene da ridere: il maligno? Qualcuno lo ha mai visto durante i nostri concerti? Siete stati sfortunati allora, magari era nel backstage a svuotare il frigo di birra!"
(Stephan)
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Alcuni dei vostri membri hanno espresso in passato un rapporto piuttosto conflittuale con la chiesa cristiana ed i suoi dogmi. Quali aspetti tocca la vostra critica nei confronti dell'ordine ecclesiastico?
Stephan: "È un argomento che tocca in profondità tutti noi: stiamo parlando della più grande cospirazione lucro-delinquenziale, forse uno dei più grandi mali della terra ed un tumore nel centro dell'Italia! Stiamo parlando di una congrega di legali assassini che ha piantato radici troppo profonde nello spirito umano con il passare dei secoli! Qualcuno ha mai dimostrato nulla riguardo le loro storielle? Basti pensare che il sistema legislativo italiano si basa su dieci comandamenti, dieci leggi scritte su tavole che nessuno ha mai visto e dettate da un'entità che potrebbe essere paragonata al nulla! Sono uomini che rinnegano di essere tali. In passato la Chiesa ha mosso contro la nostra band delle azioni diffamatorie, millantando che noi portavamo il maligno nei nostri live. Mi viene da ridere: il maligno? Qualcuno lo ha mai visto durante i nostri concerti? Siete stati sfortunati allora, magari era nel backstage a svuotare il frigo di birra (ride fragorosamente, nda)! Beh, per concludere, dico che comunque non siamo stati i primi e non saremo neanche gli ultimi ad essere colpiti su questo lato."
Fabian: "Io quello che penso sulla Chiesa in generale l'ho detto almeno un migliaio di volte... Personalmente ritengo che ogni persona sia in diritto di professare il proprio credo, ma non c'è bisogno di rendere partecipi a tutti i costi anche tutti gli altri delle proprie tendenze religiose. Non vedo perchè si debbano vedere crocefissi in tutti i luoghi: scuole, ospedali, tribunali, per non parlare delle processioni religiose, che puntualmente bloccano il traffico di quartieri in tutta Italia. Penso che i cattolici abbiano questo strano gusto dell'apparire. Peccato, perché la religione è una cosa molto intima, che va vissuta dentro sé stessi. Evidentemente queste persone pensano che, schiamazzando la loro fede, un dio lassù li veda, e li perdoni dei loro numerosi peccati e della loro grande ipocrisia."
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Oltre a comporre e suonare in giro per il mondo, coltivate altri interessi o passioni?
Fabian: "Ovviamente (sorride, nda). Io sono una amante di storia (soprattutto della seconda guerra mondiale) ed anche delle Action Figure (di vario genere), e non riesco a vivere senza la mia Harley Davidson! Ogni elemento della nostra band, ovviamente, ha i suoi interessi e le sue passioni."
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E si vi chiedessi di sbirciare per un attimo, attraverso un binocolo, nel futuro dei Theatres Des Vampires...voi cosa vedete?
Fabian: "Beh, spero tanti concerti!"
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