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05-02-2008
HEXPEROS
Nel giardino di Venere...
di Marco Belafatti
Da quando è stata comunicata la fine dei Gothica, stimati rappresentanti delle espressioni più romantiche e gotiche della musica italiana, è stato per noi doveroso seguire le sorti artistiche delle due anime che furono coinvolte nel progetto. Tra le varie creature sorte da quelle ceneri (citiamo a tal proposito anche Les Jumeaux Discordants e The Last Hour, act guidati dall'altro ex Roberto Del Vecchio), rincontriamo oggi la cantante Alessandra Santovito, in compagnia del nuovo compagno di squadra Francesco Forgione, nel nuovo progetto Hexperos, da poco sul mercato con l'atteso debutto "The Garden Of The Hesperides", affascinante realtà sospesa tra mitologia e vita quotidiana, citazioni colte e musica 'delle radici'. Passeggiando tra alberi dalle mele dorate ed accompagnati da armoniose voci di ninfe, ecco cosa ci ha raccontato la graziosa Alessandra a proposito di questa nuova brillante stella del panorama ethereal italiano.
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Benvenuta Alessandra. Prima di cominciare a parlare del tuo nuovo progetto vorrei focalizzare un attimo l'attenzione sui Gothica, duo musicale italiano del quale sei stata membro fondatore e cantante, molto importante per la musica oscura tricolore (due album rimasti nella memoria comune non sono cosa da poco) ed oggi, purtroppo, abbandonato. In molti sono ancora dispiaciuti per la fine del tuo sodalizio con Roberto Del Vecchio: credi che i Gothica rimarranno per sempre un bel ricordo, oppure intravedi una possibilità di riconciliazione?
"Una riconciliazione è alquanto improbabile. Tra me e Roberto vi era un vincolo non solo artistico, ma anche sentimentale, che si è irrimediabilmente spezzato. Inoltre, sono mutate anche le mie esigenze come musicista, e con Hexperos voglio percorrere nuove strade."
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Leggendo il tuo curriculum, non posso che complimentarmi con te per tutte le esperienze e le collaborazioni archiviate negli anni. Sapresti dirci quanto queste hanno contribuito a delineare la figura d'artista che oggi Alessandra Santovito incarna e quali sono state per te le personalità, non solo prettamente musicali, più influenti e le ispirazioni più significative durante questo cammino?
"Tutte le esperienze musicali e le collaborazioni sono più o meno importanti, sono dei tasselli che hanno contribuito a formare la mia attuale personalità artistica. Ho incontrato in conservatorio e nell'ambito dell'Opera Lirica degli ottimi musicisti che mi hanno insegnato tante cose ed anche quanto sacrificio bisogna compiere per cercare di diventare musicisti maturi, mai completi. Le persone più significative sono però quelle che mi circondano: Francesca, l'arpista, Domenico ed Alessandro, i violinisti, perché sono ragazzi semplici, comunicativi, non freddi, che amano la musica, non solo la perfezione tecnica o i soldi, come purtroppo spesso accade."
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Porti avanti qualche impegno nel campo lirico/teatrale?
"Sì, vari impegni, come la stagione Lirica Teramana, concerti di musica sacra e da camera con diversi ensemble, ma non perseguo ruoli operistici da protagonista: sarebbero troppo impegnativi e finirei per esserne completamente assorbita, senza più potermi dedicare al progetto Hexperos ed alla musica jazz... Sono fin troppo eclettica per riservarmi esclusivamente ad un unico settore. Per avere successo con l'Opera Lirica, inoltre, devi impegnarti completamente: comporta dei procedimenti molto estenuanti e non sempre dà i frutti sperati, è un ambiente difficile e selettivo."
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Presentaci ora il tuo nuovo compagno di squadra, Francesco Forgione.
"Francesco ha una fervente vena creativa, che si sposa bene con la mia. È contrabbassista, ma ha suonato per vari anni le tastiere in alcune rock band e si diverte inoltre con la chitarra, specialmente quella classica. È molto in gamba come audio-engineer, per cui, grazie a lui, possiamo curare il percorso completo dei nostri brani, dalla nascita alla registrazione. Francesco ha collaborato con vari ensemble regionali di musica barocca, ed insieme abbiamo suonato per la prima volta ad un concerto dei Gothica al Teatro Rossetti di Vasto."
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Come siete arrivati al contratto con la Equilibrium e quali rapporti avete instaurato con il mastermind ed i vari colleghi?
"È stato Roger Karmanik (boss di casa Cold Meat Industry, nda) a proporci alla Equilibrium, suggerendoci di passare ad un'altra etichetta per via del cambiamento intrinseco ed anche perché questa label riesce a curare maggiormente i propri gruppi, essendo essa più giovane. Abbiamo subito instaurato un rapporto molto amichevole con Nuno Roberto, João Monteiro ed anche con gli altri colleghi: siamo proprio una grande famiglia."
"Il paragone con i Dead Can Dance ci piace, non solo perché questa è una band storica, ma soprattutto perché i loro brani sono davvero belli e traggono spunto da musiche di varie epoche e di vari paesi del mondo, come anche i nostri."
(Alessandra Santovito)
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Gli Hexperos, 'emigrati' in Portogallo per firmare un contratto con la prestigiosa Equilibrium Music, si sentono in qualche modo parte di una scena italiana? Quali sono gli artisti del nostro paese che più apprezzate?
"In Italia ci sono molti artisti validi, ma pochi riescono veramente ad emergere. Non è semplice nel nostro paese fare buoni concerti in luoghi adeguati e sono poche anche le riviste che trattano generi veramente alternativi, artistici. Ci sentiamo appartenenti più ad una scena internazionale, ed in fondo all'estero siamo anche più amati, ma stimiamo e ci sentiamo vicini ad amici come Corde Oblique, Ashram, Iridio, Ataraxia ecc. Gli artisti italiani che apprezziamo di più sono i grandi compositori del passato e del presente come Ennio Morricone, Nino Rota, Nicola Piovani, Ludovico Einaudi, Luciano Berio."
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Prima dell'uscita del debutto degli Hexperos abbiamo avuto modo di apprezzarti in una canzone del primo album targato Corde Oblique. Riccardo stesso, da poco intervistato proprio su queste pagine, ricorda con piacere questa collaborazione e spera di bissarla in un futuro prossimo. Credi che le collaborazioni tra artisti di simile estrazione musicale siano veramente importanti o le consideri come semplici divertissement?
"Credo che siano importanti: dal punto di vista pratico per ampliare la propria fetta di pubblico, dal punto di vista musicale perché ogni esperienza nuova aiuta a crescere e dal punto di vista umano perché sono esperienze che arricchiscono. Si approfondiscono amicizie, condividendo bei momenti insieme."
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Nei Gothica una chiara fonte d'ispirazione per musiche e testi erano le fonti artistico-letterarie della generazione romantica. Ora invece, da dove provengono i principali suggerimenti per comporre i vostri brani?
"L'arte e la letteratura sono tuttora essenziali per la mia musica, ma oltre al periodo Romantico, nella musica di Hexperos vorrei convogliare tutto ciò che mi dona emozioni, come è accaduto per il brano 'The Magnificence Of The Night', il cui testo è tratto da 'Women In Love', romanzo dello scrittore del novecento D. H. Lawrence. Volevamo evocare le atmosfere notturne di questo brano, atmosfere riconoscibili da tutti gli amanti che, come nel romanzo, si appartano per congiungersi, fondersi in attimi di piacere che si distaccano dalla vita terrena. È un amore segreto consumato nel segreto della notte in un bosco. La natura, infatti, è sempre stata una presenza importante in tutti i miei testi ed è l'elemento ricorrente nei brani dell'album."
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A livello prettamente stilistico, invece, ritieni forse che vi siano artisti di riferimento per gli Hexperos o che, in qualche modo, si possano fare paragoni tra la tua band ed altri nomi importanti? Che ne pensate del continuo paragonare, da parte delle critica, le band emergenti con nomi del calibro di Dead Can Dance, Sopor Aeternus ed Arcana? Sappiamo che molte volte questi accostamenti non fanno propriamente piacere...
"Cerchiamo, in effetti, di sviluppare un carattere nostro, ben riconoscibile, ma comprendo che i confronti sono utili per dare indicazioni a chi non ci ha mai ascoltati. Il paragone con i Dead Can Dance ci piace, non solo perché questa è una band storica, ma soprattutto perché i loro brani sono davvero belli e traggono spunto da musiche di varie epoche e di vari paesi del mondo, come anche i nostri."
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La tradizione barocca deve essere molto importante per voi; avete addirittura inciso una vostra versione dell' "Ave Maria" di Caccini... Da dov'è nata l'idea di riproporre un brano di questo tipo?
"È stato un atto spontaneo, proprio perché il repertorio barocco ci piace e lo suoniamo parecchio, anche in ensemble. Volevamo proporre questo brano che ci appassiona e commuove tanto, così dolce, un po' struggente e per certi versi moderno, in una nostra interpretazione personale e diversa dall'originale."
"Non amiamo la fastosità eccessiva del barocco, ma la voglia di osare degli artisti di questo periodo è affascinante, così come lo sono le scoperte e la rivoluzione del pensiero avvenute in questo secolo complesso e contraddittorio."
(Alessandra Santovito)
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Potresti spiegarmi cortesemente quello che potrebbe sembrare un paradosso: il barocco nell'Arte è visto come un periodo sfarzoso, iper-elegante e molte volte anche mondano, ma la vostra proposta mi sembra totalmente distante da queste coordinate... Com'è possibile far convivere queste due entità?
"Il barocco in architettura è in effetti molto sfarzoso, mentre noi siamo per molti versi minimalisti, comunque semplici. Non amiamo la fastosità eccessiva del barocco, ma la voglia di osare degli artisti di questo periodo è affascinante, così come lo sono le scoperte e la rivoluzione del pensiero avvenute in questo secolo complesso e contraddittorio. La musica è uno degli aspetti che amiamo veramente di quel periodo. Questo termine è per noi un riferimento, ma molto generico: la sola musica barocca si può suddividere in tante sottocategorie, e di certo non ci appassionano tutte. Ci piacciono, ad esempio, le improvvisazioni tipiche dei musicisti del '600, i fantasiosi virtuosismi che sfoggiavano i grandi cantanti dell'epoca e, soprattutto, amiamo Vivaldi, Caccini, Handel e Bach, grandi esponenti di quest'epoca musicale. Non sempre le arti di una stessa età si assomigliano e si compenetrano completamente."
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Qual è il rapporto degli Hexperos con la religione, ovviamente intesa nelle sue accezioni più ampie?
"Non posso parlare a nome di tutti i componenti degli Hexperos. Conoscendoli, però, posso affermare che sono tutti ragazzi che comprendono l'importanza del lato spirituale nell'uomo, anche se non tutti sono aderenti ad una religione storica. Secondo me, le religioni spesso distorcono la vera spiritualità. Quando ammiro qualcosa di molto bello il mio cuore si riempie, il mio spirito si espande, ed in quel momento sento dentro di me la speranza di divenire tutt'uno con la parte migliore del mondo, dopo la mia morte. Quando vedo la sofferenza non riesco a spiegarmela, ma rimane la speranza di una felice comunione di anime dopo il trapasso. Questo per me è un modo per far crescere lo spirito: apprezzando le meraviglie della creazione e ringraziando il Dio creatore. Certo, tutto il male che c'è nel mondo ancora non riesco a spiegarmelo: le malattie, l'odio, i fanatismi e le guerre di religione. Frequentare i luoghi di culto può dare sollievo, frequentare una comunità può essere d'aiuto, ma bisogna stare attenti a non farsi fuorviare, è bene ragionare sempre con la propria testa. La spiritualità soprattutto è amore: amare vuol dire non ghettizzare nessuno. Credo in un artefice e mi affascinano i rituali religiosi (probabilmente perché appartengono alla mia cultura, al modo in cui sono stata cresciuta e non mi piace rinnegare le mie radici, anche se non le condivido completamente), ma le cosa più importanti restano comunque la libertà di pensiero e di scelta, senza mai andare a ledere quella altrui."
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Ritieni quella degli Hexperos una musica di facile assimilazione?
"La difficoltà d'assimilazione dipende dal tipo d'ascoltatore, ma la nostra non è certo musica per le masse. Essa va ascoltata con calma e più di una volta proprio perché non si tratta di un bene di consumo, ma di un'espressione artistica."
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Per le registrazioni di "The Garden Of The Hesperides" avete collaborato con quattro talentuosi musicisti, che hanno dato man forte nella resa sonora dei vari brani. Ti andrebbe di presentarceli?
"Con molto piacere, anche se sarò costretta a fare grossi tagli ai loro curriculum, perché sono veramente lunghi. Prima di iniziare a parlare di loro, vorrei dire che li stimo moltissimo, soprattutto in quanto ottimi amici. Domenico Mancini ha partecipato anche al secondo album dei Gothica ed è un violinista eclettico, capace di improvvisare brillantemente ed esaudire pienamente le nostre richieste. Ha un suo progetto di musica zigana, chiamato Taraf. Alessandro Pensa è un violinista che predilige il barocco e, come Domenico, suona spesso in orchestra. Francesca Romana Di Nicola suona l'arpa classica, sudamericana e celtica. Tra di noi è nata innanzitutto una bella amicizia e successivamente la collaborazione per alcuni concerti di musica da camera, ma abbiamo scoperto da subito sentimenti musicali affini. Anche lei suona in varie orchestre ed ha partecipato al Maggio Musicale Fiorentino; attualmente lavora nei Paesi Baschi, dopo aver vinto una borsa di studio. Francesca, Domenico ed Alessandro sono entusiasti di partecipare al progetto Hexperos, insieme a loro ci siamo divertiti tanto a creare 'The Garden Of The Hesperides' ed abbiamo composto molte cose in estemporanea, nonostante il lavoro sia stato lungo e faticoso."
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Veniamo finalmente al vostro lavoro: con quali parole descriveresti ai lettori il mondo racchiuso nel Giardino delle Esperidi?
"Il nome Hexperos deriva da Hesperides e da Hesperos. Quest'ultimo è il nome della prima stella vespertina, preferita da Venere, la dea dell'amore: siamo affezionati alla stella Espero anche per ragioni personali, che hanno ispirato il testo del brano 'Hesperos'. Le Esperidi, figlie della notte, sono figure mitologiche femminili, che si prendono cura di un albero di mele d'oro e cantano con voce melodiosa (ci siamo ulteriormente innamorati del mito di queste ninfe grazie ad un quadro di J. M. W. Turner). Mi piace immaginare la mia voce come se provenisse, di volta in volta, da una delle ninfe, una voce con vari volti, a seconda dello stile e dell'impostazione che desidero usare: lirica, etnica, 'celtica' ecc. Al di sopra di tutto, secondo me, ogni persona che ama l'arte cela in sé un piccolo giardino delle Esperidi, nasconde un piccolo tesoro. Il mondo racchiuso nel giardino delle Esperidi è altresì un mondo al femminile: le ninfe, con i loro pomi della discordia, sono strettamente correlate alle varie interpretazioni dell'amore e del femminino. Le Esperidi sono spesso associate a riti segreti, sono avvolte da un magico mistero, come si può percepire nel nostro brano 'Ritual' o 'In The Call Of The Ibis'. Le donne presenti nell'album portano in sé virtù e mistero: il brano 'Artemisia' è dedicato, ad esempio, ad Artemisia Gentileschi, grande ed oscura pittrice del '600. È un giardino dorato, paradisiaco, ma anche misterioso, spaventevole, e speriamo che ad irretire gli uomini tra questa natura rigogliosa sia l'arte. Per terminare, vorrei parlare di 'Walking Roots' (intro e outro dell'album): questo brano è molto particolare perché interamente suonato con il contrabbasso, ogni percussione ed ogni effetto sonoro sono stati prodotti percotendo la gran cassa o le corde dello strumento."
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Procedendo nell'ascolto del disco ho notato che, intrecciandosi tra prodigiosi giochi di luci ed ombre ed eteree percezioni, si affacciavano alla mia mente paesaggi ultraterreni di memoria ora celtica, ora nordica oppure mediterranea. Vi sentite in qualche modo portatori di tutte queste diverse culture?
"Assolutamente sì, perché ci piacciono e ci appartengono. L'Italia, nei secoli, è stata invasa e conquistata da tanti popoli del nord, dell'est, dell'ovest e del sud; essa stessa ha conquistato tanti popoli e condiviso culture. Le musiche tradizionali di ogni regione italiana riflettono in vario modo questa ricchezza di radici ('Walking Roots'). Più in generale, ci interessa sotto più aspetti la musica etnica appartenente ad ogni latitudine. La musica popolare è stata spesso linfa vitale per molti compositori classici di vari paesi ed epoche, basti pensare a Bach, Bartòk, Kodály, Dvorák, Canteloube, de Falla, Villa Lobos, Gershwin... È un argomento che mi appassiona, oggetto fra l'altro dei miei studi e ricerche per la seconda tesi di laurea in discipline musicali."
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Ascoltando la musica e leggendo le liriche di "Hesperos" ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un episodio parecchio personale. C'è del vero nella mia supposizione? In caso di risposta affermativa, possiamo considerare l'intero disco come una sorta di autobiografia?
"Sì, è così. Quando scrivo o scelgo poesie o brani di prosa come testi per le nostre canzoni, non posso fare a meno di parlare soprattutto in prima persona. È sempre stato così, solo che, a volte, metto in luce la mia parte buia, altre volte quella più gioiosa e innamorata."
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L'artwork del vostro disco si mostra piuttosto oscuro ed impenetrabile. Con quali immagini avete deciso di raffigurare la vostra Arte?
"Nuno ha scattato delle splendide foto ad una statua di donna con una cornucopia ed una lira. Ci sembrano tutti simboli atti a rappresentarci e siamo contenti che siano stati inseriti nell'artwork, in modo non scontato. Sono foto oscure, da scoprire, così come la nostra musica. La musica è il nostro mezzo per cercare l'essenza della vita, ed essendo una ricerca, tutto deve ancora essere stabilito e scoperto. Per ora, amiamo rappresentarci con immagini legate alla Natura, alla gioia o alla tristezza della vita e continuamente alla speranza, grande e ultimo appiglio, quindi ciò che di certo scarteremo con rigore sarà la negatività."
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Ci sono novità dal fronte live? Come promuoverete l'uscita del disco: puntando maggiormente all'Italia o all'estero?
"Ho sempre preferito fare pochi concerti, ma (si spera) buoni. Ho già la possibilità di esprimermi spesso dal vivo e con il progetto Hexperos, che mi sta a cuore e sento davvero mio, ma preferisco aspettare buone proposte. Il primo concerto del 2008 lo abbiamo fissato all'estero, da dove provengono la maggior parte delle richieste. Suoneremo il 27 Aprile a Para, un locale di Breda, in Olanda: sarà un piccolo festival della Equilibrium al quale parteciperanno anche Poets To Their Beloved e The Moon And The NightSpirit."
"La musica è il nostro mezzo per cercare l'essenza della vita, ed essendo una ricerca, tutto deve ancora essere stabilito e scoperto."
(Alessandra Santovito)
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Nella vita di tutti i giorni che persone sono Alessandra e Francesco?
"Siamo persone molto semplici e poco appariscenti. Entrambi abbiamo avuto un'adolescenza folle nella quale, al contrario di quanto accade adesso, mostravamo con spavalderia la nostra diversità. Ora preferiamo esprimerci con la musica e, in un mondo dove l'apparenza è diventata quasi essenziale, preferiamo nasconderci nel nostro piccolo universo. Cerchiamo di lavorare nel miglior modo possibile, usciamo poco, siamo piuttosto riservati. Amiamo passeggiare sulla riva del mare d'inverno o nel nostro meraviglioso entroterra ricco di monti, boschi, prati e paesi medioevali. Oltre alla musica, amo trascorrere il mio tempo libero leggendo romanzi, Francesco giocando: siamo due fanciulli!"
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C'è un indizio, oppure qualcosa di tangibile, che può realmente aiutarci a comprendere a fondo il vostro progetto artistico?
"La nostra musica è ricercata ma minimale, come la musica medioevale e Celtica, o certa musica etnica: a tratti è volutamente semplice ed ermetica, a tratti è melodica, ricca, varia."
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Bene, siamo giunti al termine: se "The Garden Of The Hesperides" fosse un quadro o una scultura celebre, quale sarebbe e per quale motivo?
"Sarebbe il dipinto intitolato 'Goddess of Discord Choosing the Apple of Contention in the Garden of the Hesperides', del 1806, di J. M. W. Turner, perché mi sono innamorata delle Esperidi grazie a questo quadro e tutto è nato da qui: dalla ricerca e dallo studio che ho eseguito per la mia prima tesi di laurea in letterature straniere, che mi ha portato a scoprire questo splendido dipinto e ad approfondire il mito ad esso legato. Per concludere, vorrei ringraziare con affetto te e Roberto, gli amici di DARKROOM, per questa intervista e salutare tutti i lettori!!!"
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