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10-01-2008
AIT!
Club Misanthropy
di Michele Viali
Se la carriera musicale di Tairy (mente unica di AIT!) iniziava vari anni fa e giungeva ad un'ampia notorietà nella nicchia industriale già con il progetto Today, I'm Dead, è solo con l'ultimo album "Romanticismo Oltranzista" che raggiunge la vetta più alta. Se la qualità delle scelte sonore è sempre stata di gran livello, quel che dà adesso il tocco in più alla musica è la personalità di Tairy, che poteva esprimersi solo con le parole, con i testi pungenti e sopra le righe che danno ad ogni brano un marchio indelebile e inconfondibile: il marchio di AIT! Non più parte di un genere, bensì capostipite di un modo particolare di intendere la musica e tutto ciò che vi è intorno, questo progetto esprime l'anima del suo autore, lontano dai soliti generi e pienamente padrone delle proprie idee e della propria espressione. In questa intervista abbiamo cercato di scandagliare (grazie alla grande disponibilità dello stesso Tairy) le peculiarità di un carattere fuori dalla norma e capace di creare un nuovo spettro visivo (si vedano a tal proposito le produzioni della sua etichetta Punch) all'interno dell'affollata scena underground. Ecco a voi un nuovo spettacolo "retrò e piccante"...
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Vorrei chiederti innanzitutto in che modo ha preso vita il progetto AIT!, da quali presupposti nasce e quali erano all'inizio le finalità che cercavi di raggiungere con la musica.
"Il progetto AIT! nacque a cavallo tra il 2001/2002; in quel periodo suonavo ancora come Today, I'm Dead, ma dopo anni di militanza nel death-industrial iniziavo a sentirmi troppo imprigionato dal 'genere', avevo assolutamente bisogno di esprimermi più ampliamente. All'inizio AIT! doveva più che altro fungere da 'canale di sfogo', una sorta di break, di boccata d'aria in mezzo alle produzioni Today, I'm Dead; sta di fatto invece che quel nuovo modo di operare, quei nuovi suoni, iniziarono a darmi immediatamente grosse soddisfazioni, così decisi di iniziare a curare seriamente il nuovo progetto, trascurando sempre più Today, I'm Dead (che infatti si fermò esattamente nel 2002)."
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Prima di dare vita ad AIT! quali esperimenti musicali avevi approntato, oltre al progetto Today, I'm Dead? Dove inizia esattamente la carriera musicale di Tairy Ceron?
"Beh, il mio passato musicale è abbastanza lungo, dato che iniziai a studiare musica all'età di 8 anni. Ho formato/suonato in alcune band dai più svariati generi musicali, death metal, noise-rock, funky, avanguardia jazz etc etc... solitamente suonavo sia il sassofono (ebbene sì, in realtà nasco come sassofonista) che il basso elettrico. Grazie a tutte quelle esperienze capii una cosa fondamentale, e cioè che non sono fatto per suonare in una band (odio i compromessi, soprattutto in ambito artistico), così iniziai a fare da solo, gettando le fondamenta di quello che da lì a poco sarebbe diventato Today, I'm Dead, il progetto al quale sicuramente sono stato e sono tutt'ora molto legato."
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A proposito, presumo che Tairy Ceron (o più semplicemente Tairy C.) sia un soprannome: perché l'hai scelto e quale significato ha?
"Haaha, no, Tairy è davvero il mio nome... (!!!, nda)."
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La grafica e il titolo del tuo nuovo album sembrano studiati a puntino per conquistare al primo sguardo: che cos'è il "Romanticismo Oltranzista" e come è correlato all'immagine dura della donna "inscatolata"? Cosa ti ha dato l'ispirazione per creare questo titolo e questa immagine?
"Mmmh, non amo dare troppe spiegazioni riguardo ai miei titoli, i quali sono spesso volutamente ermetici e ambigui. Ti posso dire che in realtà il titolo può essere letto in due modi diversi, questo in base all'interpretazione che si dà alla parola 'oltranzista', ma il bello è che entrambe le letture sono corrette, come dire, riesco ad esprimere due concetti utilizzando una frase sola. Riguardo la foto di copertina: quando la vidi me ne innamorai immediatamente, rappresentava perfettamente le due componenti principali dell'album (e della mia persona): misantropia e misoginia."
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La tua musica sembra provenire per larga parte da macchinari elettronici, ma riproduce un suono molto caldo, più proprio del rock (soprattutto per ciò che concerne le ritmiche e le chitarre) che delle macchine. Come hai di fatto creato i suoni? Quanto ha inciso nel risultato finale l'uso di melodie o di strumentazioni campionate? Qual è stato di norma il primo 'vagito' dei brani, il primo passo verso la costruzione di una melodia compiuta?
"Mi fa piacere che tu dica questo... era infatti mio obbiettivo quello di riuscire ad ottenere dei suoni caldi ed il più possibile 'reali', pur utilizzando esclusivamente strumentazione elettronica. Fatto salvo infatti per un paio di canzoni, nelle quali ho realmente suonato il basso, tutti gli altri suoni sono stati creati con dei synth. Preciso inoltre che nell'intero album ci sono solo un paio di samples, utilizzati più che altro come sottofondo... a differenza dei lavori passati, nei quali invece mi divertivo ad utilizzare grosse quantità di campionamenti vari. Qui tutto è stato suonato realmente, le parti orchestrali ad esempio non sono frutto di qualche campionamento, ma ottenute suonando e registrando ogni singola parte di tromba, corno, basso tuba etc... beh, sì, ovvio: suonati tramite synth, come dicevo. Ad ogni modo, penso che due cose abbiano fondamentalmente fatto sì che l'album suonasse così 'umano': senza dubbio una buona strumentazione che potesse offrire ottimi suoni, ma, molto più importante, la conoscenza reale degli strumenti e delle tecniche compositive/orchestrali; come detto prima ho suonato per molti anni il sassofono, anche in alcune filarmoniche e complessini jazz, conosco quindi molto bene le caratteristiche degli strumenti a fiato, e questo è fondamentale, perché altrimenti c'è il rischio (errore molto usuale) di snaturare gli strumenti quando proposti in chiave sintetica."
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"Romanticismo Oltranzista" ha un sound innovativo, ma vi si scorgono tanti e tanti echi di musica del passato. A quale musicista del presente o del passato puoi collegare il tuo album?
"Non saprei davvero a quale musicista poter collegare quest'album... penso che in realtà non lo si possa fare, soprattutto perché si tratta di una miscela di generi/stili... sono molti i musicisti, soprattutto del passato, che mi possono aver influenzato, chi per una caratteristica, chi per un'altra."
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Quanto e come può aver inciso su "Romanticismo Oltranzista" il suono di un certo blues/lounge americano degli anni '50 e '60? In alcuni brani (penso ad esempio a "Una Dedica" o "Una Fantasia Strumentale") sembra di essere dentro ad un fumoso locale jazz newyorkese del passato, in cui si esibisce però un autore inaspettato...
"A dire il vero non sono mai stato troppo interessato alla musica americana; certo non mi dispiace affatto il blues '50/'60, ma non penso di averne mai preso spunto. Sono invece molto più legato alla musica europea, in particolar modo a quella italiana. Adoro soprattutto la musica italiana degli anni '60 & '70... e sprazzi di '80."
"Faccio riferimento agli anni '70, per me quello fu il periodo di massimo splendore per l'umanità del mondo moderno... dopodiché... il baratro, un incredibile costante sprofondare nel vuoto, cioè ai giorni nostri, e sono sicuro che la situazione non potrà che peggiorare. Avrei tanto voluto vivere intensamente in quegli anni, e magari anche morirci."
(Tairy C.)
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Ho anche avuto l'impressione che a tratti emerga ancora qualche momento industrial, con sonorità parzialmente rumoristiche. Quanto incide in "Romanticismo Oltranzista" il classico sound elettronico underground da Grey Area non del tutto estraneo anche ad altre produzioni dell'etichetta Punch?
"Beh, quelle sono le mie origini, la cosìddetta Grey Area... Solitamente le persone mi dicono che si capisce benissimo che ho bazzicato parecchio nella musica industriale, e sentono questo AIT! come una variante, una sorta di rilettura di Today, I'm Dead. In realtà non mi sarei mai aspettato tali considerazioni... Non pensavo che qualcuno potesse veramente trovarci ancora qualcosa di Today, I'm Dead nella musica che faccio ora, ma a quanto pare è così. Come dire, io 'suono industriale' inconsciamente... Dico questo anche perché in realtà io non ascolto quasi nulla di industrial, ed anche ai tempi, quando lo suonavo (conscio di farlo), lo ascoltavo ben poco, per me c'erano solo 4 o 5 nomi della scena degni di nota, i quali mi davano forti emozioni... tutto il resto erano copie mal riuscite e noiose. Se poi invece penso alla scena odierna, mamma mia... che desolazione. Quindi davvero non mi sono mai sforzato di voler/dover suonare 'industrial', e di certo non era mia volontà farlo in quest'album, ma a quanto pare è qualcosa appunto di inconscio, qualcosa che è dentro di me."
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Come ho già detto in sede di recensione, uno dei piatti forti del tuo album sono i testi, e un tema che torna a più riprese è la misantropia, che vede il suo trionfo in "Io Ballo Da Solo" (ma non è da meno "Tempo Morto"). Il titolo "Io Ballo Da Solo" è in qualche modo relazionato al film di Bertolucci "Io Ballo Da Sola"? La descrizione del protagonista di questo brano dà i brividi: quanto c'è di personale nel testo?
"No, non c'è nessuna relazione tra la canzone 'Io Ballo Da Solo' ed il film di Bertolucci... tra l'altro, quel film non mi piace nemmeno. Tutti i testi di 'Romanticismo Oltranzista' sono puramente autobiografici, quindi... ti metto davvero i brividi (ride, nda)? Non ho fatto altro che raccontare me stesso, la mia vita, i miei pensieri... come in un diario. Non c'è nessuna rielaborazione romanzata nei testi."
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Pensi che "Io Ballo Da Solo" possa essere anche un urlo negativo contro la gioventù moderna e modaiola?
"Non so se si possa parlare di urlo contro qualcuno o qualcosa... Non era mia volontà dialogare/criticare. Ovvio che provo forte disprezzo per la gioventù moderna, ma non perdo certo il mio tempo a cercare un dialogo con questa... Anche in quel pezzo non faccio altro che raccontare la mia situazione ed esprimere le mie idee... con 'Io Ballo Da Solo' intendo proprio dire che sono solito stare rinchiuso in casa e ballare da solo sulle note di un buon disco, magari ben alterato dall'alcool... Quel pezzo, poi, lo scrissi in un periodo un po' particolare, nel quale non uscii di casa per molti mesi, nove se non ricordo male: quello fu forse il più lungo periodo di totale isolamento che abbia vissuto, almeno fino ad ora."
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Il tema della società moderna torna imponente (non a caso) in "La Libera E Democratica Società Moderna": cosa intendi quando ti riferisci ad una 'libertà sregolata'? Cosa pensi possa aver portato a questo? Mi ha colpito anche il riferimento ad una 'dittatura moderna', soprattutto in tempi in cui molti si riempiono la bocca di paroloni come 'democrazia' e 'libertà'...
"Democrazia... libertà... hahaa! La democrazia mai ci fu e mai ci sarà, è solo una sciocca utopia.
Viviamo in una società talmente 'libera' che la democrazia non viene proposta, ma bensì imposta duramente. Le imposizioni in ambito politico-sociale sono una caratteristica dei regimi dittatoriali, e questa appunto è una dittatura vera e propria che si nasconde dietro una subdola maschera, quella della democrazia moderna. La gente questo ancora non lo vuole capire, la maschera regge ancora molto bene... Ma non potrà farlo per sempre."
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Il brano "Dio" è caratterizzato dal gioco di parole "Oh Dio"/"Odio", da cui sembra scaturire l'immagine di una divinità concreta e punitiva: cosa significa per te la parola "Dio"? E quali sensazioni riesce ad innescare?
"Mi è davvero difficile, anzi, impossibile credere all'esistenza di Dio come ad un'entità buona.
Mi è molto più facile pensare che se tale entità esiste realmente, altro non può essere che di natura malvagia, o per meglio dire negativa. Allora potrei realmente provare rispetto, se non ammirazione e devozione. La natura negativa delle cose è la caratteristica preponderante di questo mondo. Il bene ed il male non vivono assolutamente in perfetto equilibrio... il bene esiste solo in virtù del male, ma non viceversa. Se Dio fosse riconosciuto come entità negativa avrebbe tutto più senso, un'entità da temere e rispettare."
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Dal geniale brano "Il Mondo È Morto (Trent'anni Fa)" emergono riferimenti electro-minimal: quale scena o gruppo del passato in particolare ha ispirato la vena punkeggiante di questo pezzo?
"Mi piace ed ascolto molta musica electro, minimal-wave ed anche elettronica più danzereccia; apprezzo ovviamente le correnti passate degli anni '80 (indubbiamente le migliori furono quella francese, olandese/belga e tedesca), ma non disdegno nemmeno le nuove proposte. Al contrario non ascolto quasi più nulla di punk, ed anche in passato non sono stato un grande amante del genere... il fatto è che non amo troppo il suono della chitarra, sia classica che elettrica; l'elemento che invece mi attira fortemente nel punk è il ritmo, incredibilmente travolgente. Quindi ho provato a mettere insieme le due cose... e devo dire che il risultato mi soddisfa molto (è una delle mie canzoni preferite)."
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Il maggior interrogativo che mi sono posto dal primo momento che ho ascoltato "Romanticismo Oltranzista" è: perché il mondo è morto trent'anni fa? Cosa accadde allora, tanto da ribadire che "ho fatto del passato l'unico mio presente"?
"Faccio riferimento agli anni '70, periodo per il quale nutro una grandissima passione, maniacale potrei dire... Per me quello fu il periodo di massimo splendore per l'umanità del mondo moderno... dopodiché... il baratro, un incredibile costante sprofondare nel vuoto, cioè ai giorni nostri, e sono sicuro che la situazione non potrà che peggiorare. Avrei tanto voluto vivere intensamente in quegli anni, e magari anche morirci. Trovo che ora sia tutto privo di interesse, ridicolo, volgare. Preferisco vedere al passato piuttosto che al presente, o peggio ancora al futuro."
"Viviamo in una società talmente 'libera' che la democrazia non viene proposta, ma bensì imposta duramente. Le imposizioni in ambito politico-sociale sono una caratteristica dei regimi dittatoriali, e questa appunto è una dittatura vera e propria che si nasconde dietro una subdola maschera, quella della democrazia moderna. La gente questo ancora non lo vuole capire, la maschera regge ancora molto bene... Ma non potrà farlo per sempre."
(Tairy C.)
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"Una Dedica" e "Donna" mostrano il tuo lato esilarante con risvolti amari (almeno, questa è la sensazione che mi hanno trasmesso). Riguardo ad "Una Dedica", vorrei chiederti perché hai deciso di usare il tuo album come spazio per lanciare un saluto particolare a questo tuo ignoto conoscente, nonché come nasce il sound che caratterizza questa traccia e quanto pensi sia importante nell'amplificare l'odio che esprimi nel testo...
"Ci ho pensato e ripensato più volte se fosse il caso o meno di fare una canzone del genere... una canzone che sfoghi il mio disprezzo verso una precisa persona; "lasciamo perdere" mi dicevo, ma poi iniziai a scrivere il testo e, quando provai a canticchiarlo, sentii qualcosa di fortemente liberatorio, quindi dovevo assolutamente portare avanti la cosa. Ora sono felicissimo di averla fatta... mi sento meglio! Con 'Donna' il discorso è tutto diverso, è una canzone che scrissi per rendere esplicita la mia profonda misoginia: il testo descrive chiaramente quale sia il mio pensiero riguardo l'universo femminile. Come sempre, il testo è stato scritto facendo riferimento a molte esperienze affettive personali."
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Chiederti qualche informazione sulla situazione che ti ha portato a gridare pubblici insulti (in "Una Dedica") mi sembra troppo, ma io ci provo lo stesso...
"Si tratta senza dubbio di un'azione molto forte, non solita, ma sono stato spinto a farlo da una situazione creata da una persona altrettanto 'non solita', non normale... Sì, non è il caso di riportarti i fatti qui pubblicamente... ma se li conoscessi, sono certo che mi diresti: "ah beh, in fondo sei stato fin troppo delicato allora"."
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"Donna", brano risalente al 2003 e realizzato in origine in un 7" split con Nový Svet, ha dei suoni molto più grezzi rispetto al resto dell'album: guardandoti indietro, quanto e come pensi che sia cambiata la tua musica, soprattutto rispetto agli albori del tuo omonimo album del 2002?
"Beh, è cambiata di molto sicuramente, anche se ritengo che 'Donna' avesse già in sé qualcosa di attinente con il nuovo AIT!, infatti l'ho inclusa anche nel nuovo album ritenendo che potesse starci perfettamente. I lavori passati furono qualcosa di molto importante per me, mi aiutarono a diventare sempre più un musicista 'libero', ma stavo ancora sperimentando tutto, cercando di capire esattamente dove volessi andare: ora penso di aver imboccato la strada giusta."
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La vena misogina (ma veramente spassosa) di "Donna" è finalizzata a descrivere un comportamento generale, oppure è solo un divertissement legato ad un tuo fattaccio privato?
"Descrive per me un comportamento generale, ed in quanto tale, siccome comune è ovvio che anche io sia stato scottato... più volte. Le esperienze personali non hanno fatto altro che accreditare e rafforzare la mia tesi sull'argomento."
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Domina in tutto l'album un fortissimo humour nero e macabro: quanto c'è di ironico nei tuoi testi e quanto c'è di cinico e critico verso la realtà esterna? Da dove scaturisce questa tua vena da 'brutale' osservatore del mondo (penso a brani come "Io Ballo Da Solo", "La Libera E Democratica Società Moderna", "Donna" e altri ancora)?
"Non so, io le cose le vedo così, le ho sempre viste così, nere... C'è davvero poca ironia nei miei testi, sono sempre maledettamente diretti, cinici e pessimisti, perché questo è quello che sono io. A volte posso utilizzare un po' di humour (nero) giusto per speziare un po' il tutto, non certo per 'alleggerire' il discorso."
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A volte il tuo album mi trasmette da vicino sensazioni che provavo osservando e ascoltando alcuni lavori del compianto Marco Corbelli (Atrax Morgue): il pensiero va soprattutto al forte odore di morte e nichilismo che trasuda dalla cover, nonché da brani come "Tempo Morto" o "Le Tue Labbra Grigio-Blu". Ovviamente la mia è un'opinione forse infondata, ma colgo l'occasione per chiederti se c'è qualche relazione tra il tuo appeal musicale e quello che fu di Marco.
"La tua considerazione mi colpisce, e non poco. Capisco quindi che, prima di questa intervista, tu non sapessi che dietro a Today, I'm Dead ci fossi sempre io (infatti, nda). I dischi di Today, I'm Dead furono tutti prodotti da Marco per la sua label, la Slaughter Productions, ma ti posso dire che i rapporti di natura artistica tra me e Marco, quindi le produzioni, erano più che altro una conseguenza naturale data dal rapporto privato che c'era fra noi. La verità è che c'era qualcosa di particolare che legava me e Marco, difficile da spiegare. Eravamo due persone sulla stessa lunghezza d'onda, con molti moltissimi aspetti in comune, la nostra visione del mondo, della vita, di noi stessi... Ci siamo frequentati assiduamente per diverso tempo e, come dicevo, non certo perché lui produceva i miei lavori... c'era un'intesa senza paragoni, lui capiva e condivideva pienamente i miei pensieri e viceversa. Marco fu una delle persone più belle e più care che abbia mai conosciuto in assoluto... e senza ombra di dubbio quella che più di tutti mi capiva... puoi quindi immaginare cosa significhi ora per me averlo perduto. Quindi sì, direi che la tua considerazione è più che esatta."
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Vorrei porti qualche domanda riguardo al tuo penultimo album "Fiori Di Carne", pubblicato solo su picture disc: innanzitutto, volevo chiederti se ne hai già programmato una ristampa su CD. Visto il successo che ha avuto...
"Sì, penso sia una buona idea ristamparlo su CD, infatti avevo già deciso di metterlo nella lista delle produzioni per il 2008."
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"Fiori Di Carne" conquista anche per i dipinti di Saturno Buttò che ne adornano il vinile, e si ha quasi l'impressione di una simbiosi tra la tua musica e le immagini del pittore. Cosa ti ha spinto ad usare i quadri di Buttò per l'artwork dell'album?
"Ho sempre molta cura nello scegliere le immagini da utilizzare per i miei lavori... spendo molto tempo nel selezionare quelle che ritengo possano ben integrarsi con l'album. Le arti visive, soprattutto quella fotografica e cinematografica, sono due mie grandi passioni. Riguardo l'artwork di Saturno, ritenei appunto che i suoi quadri potessero rappresentare molto bene le canzoni contenute in 'Fiori Di Carne', come una sorta di rivisitazione moderna del classicismo, dando particolare risalto alla componente erotica e provocatoria in genere."
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"Fiori Di Carne" suona più industrial ed è forse, nella sua ottima riuscita, una release meno personale e più legata ad un suono standard tipico della scena underground. Quali modifiche hai apportato al sound di AIT! nel passaggio da "Fiori Di Carne" a "Romanticismo Oltranzista"? E in quali aspetti ritieni di essere artisticamente progredito ora, rispetto al recente passato?
"Mi sono chiarito di più le idee ed ho cambiato il mio approccio compositivo. Mentre prima operavo di più su uno schema di stampo elettronico-industriale, ora prediligo maggiormente la forma canzone. A prescindere dall'utilizzo di suoni diversi, è la composizione dei brani che secondo me fa la vera differenza: ora le canzoni sono molto più articolate, inoltre sicuramente una delle principali differenze, se non la prima in assoluto, sta nell'uso del 'cantato', cosa pressoché assente in precedenza."
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Il battesimo della Punch avvenne nel segno di Nový Svet: i primi due 7" che hai prodotto vedono due brani del progetto viennese e uno del Teatro Satanico, al tempo (ri)scoperto proprio da Jürgen Weber... Quanto ritieni che la tua musica sia debitrice (almeno all'inizio) della vena creativa di Nový Svet? E come nacque la tua amicizia professionale con Jürgen?
"Non so quanto possa essere debitrice della musica dei Nový Svet... spesso le persone affermano che AIT!, facendo soprattutto riferimento al primo album, possa essere strettamente legato ai primi lavori dei Nový Svet, ma in realtà sia io che Jürgen non la pensiamo così. Quel che è certo è che i Nový Svet contribuirono molto alla mia crescita artistica e furono per me un importante esempio di 'libertà artistica', quindi gliene sono certamente molto grato. Conobbi Jürgen in occasione di una sua visita in Italia, poi da cosa nasce cosa... Iniziammo a frequentarci più che altro per motivi artistici, poi col tempo abbiamo anche consolidato una bella amicizia che va al di là della musica."
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Hai in programma altre collaborazioni o produzioni col progetto di Jürgen Weber?
"Jürgen si è preso un periodo di riposo/riflessione... quindi al momento non ci sono piani stabiliti, vedremo in futuro."
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La Punch è contraddistinta da una evidente uniformità di suoni: molti degli artisti che hai prodotto (tipo Wermut, Ô Paradis, Thomas Nöla, ma anche AIT!) hanno un sound folk/lounge più o meno elettronico, molto innovativo per gli standard attuali. Come è stato creato questo feeling sonoro che pervade quasi tutte le produzioni Punch?
"Mmmh, non penso che si possa parlare di uniformità di suoni che contraddistinguono le produzioni Punch, anzi, forse è vero il contrario. All'interno della Punch puoi trovare vari generi musicali, del tutto differenti tra loro: sì, c'è il folk sperimentale di stampo mediterraneo alla Nový Svet e Ô Paradis, come l'elettronica avanguardistica di Erik Ursich, la wave-pop dei Comando Suzie, la psichedelia dei 1997EV e così via... Diciamo invece che c'è una sorta di 'anima comune', qualcosa che accomuna tutte le band al di là del genere musicale proposto: direi quasi che si possa parlare di 'stile Punch', senza per questo ricondurre la cosa ad un genere musicale specifico. Questo stile che accomuna le produzioni probabilmente nasce dal mio gusto personale: Punch è gestita al 100% da me solamente, senza influenze esterne, dunque... ovvio, quindi, che io cerchi di produrre quello che 'suona bene' alle mie orecchie e che questo lo si riscontri come caratteristica nelle varie produzioni."
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So che sei tornato da poco da una tournée svoltasi nel mese di ottobre 2007: hai voglia di raccontarci come è andata e quali sono state le reazioni del pubblico?
"Il tour è andato benissimo! Tutti e tre i progetti coinvolti (AIT!, Boyd Rice e Luftwaffe) hanno riscosso gran successo ad ogni concerto. Beh, per quanto mi riguarda, il pubblico che più mi ha regalato belle emozioni è stato quello lituano (già piacevolmente testato in passato) e quello croato, il quale ha cantato quasi tutti i miei pezzi... in italiano! Visto che ho proposto quasi solamente canzoni dell'ultimo album."
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In passato hai fatto una serie di concerti in Giappone. Quello del Sol Levante è un pubblico particolare ed esigente, che riesce a volte a fagocitare quei progetti europei che non vengono pienamente apprezzati in patria (ma non è il tuo caso)... Quali aspetti della tua musica hanno conquistato il pubblico giapponese?
"Sì, il pubblico giapponese è davvero molto differente... serio e composto, all'apparenza un po' freddino all'inizio, ma non si tratta di disinteresse, anzi, è il contrario: prestano davvero molta attenzione all'esibizione, è quasi come se la loro compostezza sia in segno di rispetto, come non volessero disturbare la stessa... ma ti assicuro che, se hai le capacità di coinvolgerli, non si lasciano scappare l'occasione e prendono molto volentieri parte nel 'gioco/spettacolo'. Fu un'esperienza molto bella, e pare che abbiano davvero apprezzato AIT!, infatti da allora ho ricevuto diversi contatti di ragazzi che mi chiedono ansiosamente quando tornerò a suonare in Giappone."
"La natura negativa delle cose è la caratteristica preponderante di questo mondo. Il bene ed il male non vivono assolutamente in perfetto equilibrio... il bene esiste solo in virtù del male, ma non viceversa. Se Dio fosse riconosciuto come entità negativa avrebbe tutto più senso, un'entità da temere e rispettare."
(Tairy C.)
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Ultima domanda, sicuramente di rito, ma stavolta più che necessaria: quando vedrà la luce il tuo prossimo lavoro in studio? Hai programmato concerti in Italia a breve scadenza?
"Mi sono ripromesso di non far passare altri tre anni come è accaduto con 'Romanticismo Oltranzista', anzi, ti posso dire che sto già lavorando a vari pezzi nuovi che tenterò di far uscire quanto prima! Riguardo ai concerti in Italia, beh, sto per la prima volta valutando un paio di proposte di alcuni organizzatori italiani, ritengo siano interessanti e quindi posso dire che quest'anno AIT! suonerà quasi sicuramente anche in Italia."
http://www.myspace.com/aitshow
http://www.punchrecords.it/