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27-11-2007
OBLIVIO
Il coraggio di sognare
di Marco Belafatti
Oblivio è una band giovane, formata da sei ragazzi spinti dalla passione per Katatonia ed Anathema e dalla volontà di comporre e suonare musica che sia espressione di sensazioni nascoste e profonde, con pochi anni di esperienza alle spalle ma già tanta buona musica nel proprio carnet per poter far parlare di sé ancora a lungo, tutta condensata nel bellissimo debutto "Dreams Are Distant Memories", da poco edito per My Kingdom Music. Sei giovani artisti che hanno avuto il coraggio di osare, di dare vita ai propri sogni e, soprattutto, di percorrere una strada propria, anche a costo di non essere capiti dal 'grande pubblico' del gothic metal. Una band che ha avuto il coraggio di allontanarsi dai cliché di una scena per la quale, da anni, si profetizza il collasso, per diventare, un giorno, una voce importante in una realtà dove insidie, favoritismi e trabocchetti stilistici in cui è facile cadere ancora abbondano. Ecco cosa ha voluto raccontarci (e confessarci) il disponibile Dario Berardi, simpatico bassista della band capitolina.
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Benvenuti ragazzi. Vi chiediamo innanzitutto di raccontarci come sono nati gli Oblivio e da quali sentimenti, opere artistiche, esperienze di vita o ideologie trae linfa vitale la vostra ispirazione.
"Gli Oblivio nascono dalla più o meno implicita tristezza e dalla malinconia che tutti e sei abbiamo nel nostro carattere: non ci rifacciamo a nessun genere musicale in preciso, ma suoniamo tutto ciò che può colpire la nostra interiorità... Ovviamente abbiamo iniziato anche noi, come fanno tanti gruppi, facendo delle cover. I nostri riferimenti sono sempre stati Katatonia ed Anathema ed abbiamo iniziato a suonare ascoltando proprio questi due gruppi, anche se, consentimi questa osservazione, siamo ora molto lontani da entrambi, molto di più di quanto affermi la critica musicale."
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Dopo diversi anni di esperienza nell'underground metal, gli Oblivio esordiscono con il loro primo full-lenght: come avete affrontato questi anni e quali sentimenti vi accompagnano oggi nel vedere il vostro debutto pubblicato?
"Questi anni sono stati duri, abbiamo tirato su dal nulla un progetto in cui credere... Inizialmente mai avremmo pensato di arrivare sino a questo punto, ma dopo un grandissimo impegno ed una grande fatica siamo finalmente qui a giocarci la nostra chance. Abbiamo tantissime speranze, ma siamo consapevoli che sarà difficile emergere."
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Come sono stati i responsi della critica e del pubblico nei confronti di "Dreams Are Distant Memories"?
"Per quanto riguarda il pubblico è ancora troppo presto per tirare le somme, ma speriamo in bene; per quanto riguarda la critica, il disco a molti è piaciuto, ad altri no. Ovviamente le recensioni negative danno fastidio, ma sono sempre utili per capire gli errori e per smitizzare il disco: ogni artista pensa che la propria opera cambierà il mondo, invece, quando ti trovi a contatto con la realtà delle cose, tutto cambia e ti rendi conto di essere soltanto una goccia in mezzo al mare. C'è qualcosa però che non mi quadra, in quanto molte volte siamo stati recensiti da persone che non conoscevano minimamente il nostro genere: dare 'Dreams Are Distant Memories' in pasto ad un fan dei Judas Priest non mi sembra il massimo, in quel caso un parere negativo semplicemente non conta."
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Sembra proprio che la scena gothic italiana (e soprattutto quella che ruota attorno alla capitale) si stia riscattando dall'anonimato in cui è stata per anni relegata, adombrata dal successo di band internazionali o dai favoritismi esteri verso gruppi dalle proposte più assimilabili. Quali rapporti avete con la scena della vostra città e cosa pensate di un genere spesso definito incapace di evolversi come il gothic metal?
"Una scena romana esiste, ed essa è una grande novità per il panorama musicale. Noi siamo orgogliosi di esserne parte, ma sinceramente non abbiamo questi grandi rapporti con gli altri gruppi, se non con i The Sun Of Weakness, di cui io in particolare sono grande amico: mi capita di andare spesso a trovarli e di passare grandi serate soprattutto con Ale, il cantante. Speriamo che in un futuro prossimo gli altri gruppi siano più disponibili per collaborazioni varie ed eventi live, anzi, colgo l'occasione per mandare un messaggio da queste pagine a tutti i vari gruppi della scena romana: SVEGLIAMOSE!!!!!!! Per quanto riguarda il gothic, a me non piace proprio quel genere di musica per come è inteso oggi: a mio parere, rappresentava qualcosa di significativo ai tempi di 'Serenades' (Anathema) e 'Gothic' (Paradise Lost). Purtroppo nelle presentazioni ci hanno definito 'gothic', e molta gente, leggendo questo termine, soprattutto all'estero, si aspetta 'roba' da club berlinese, mentre noi siamo proprio estranei a tutto ciò. Gli Oblivio non hanno nulla a che fare con i vari Lacrimosa, Him, Evanescence etc., e penso che si senta."
"Ovviamente le recensioni negative danno fastidio, ma sono sempre utili per capire gli errori e per smitizzare il disco: ogni artista pensa che la propria opera cambierà il mondo, invece, quando ti trovi a contatto con la realtà delle cose, tutto cambia e ti rendi conto di essere soltanto una goccia in mezzo al mare."
(Dario Berardi)
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La produzione del disco, ad opera di Giuseppe Orlando dei Novembre, è veramente limpida ed efficace, in grado di esaltare appieno la componente melodica del vostro sound. Carmelo Orlando ha inoltre cantato per voi "Distant Memories"... Esiste un rapporto speciale tra voi ed i vostri concittadini Novembre?
"Devo dire innanzitutto che la nostra guest singer, Francesca Iacorossi, ha cantato sul nuovo disco dei Novembre, 'The Blue', uscito due settimane fa, quindi musicalmente siamo legati anche da questo fattore. Sinceramente però non ci conosciamo molto: ovviamente con Giuseppe c'è un rapporto più forte, perché abbiamo passato molto tempo insieme nel suo studio. Penso che i Novembre abbiano un rapporto speciale con i Klimt 1918, mentre con noi hanno stretto un legame professionale e di grande rispetto. Per quanto riguarda 'Distant Memories', per me che l'ho scritta è stato un onore immenso vederla cantare da Carmelo, uno dei cantanti che più amo nel panorama musicale."
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L'incontro con l'etichetta My Kingdom Music era piuttosto presagibile, essendo il suo target perfettamente in sintonia con le vostre scelte musicali. Siete soddisfatti del rapporto instauratosi? Pensate di sancire una nuova collaborazione in un futuro prossimo?
"La My Kingdom è un'etichetta che noi abbiamo sempre apprezzato, anche se rimane pur sempre una label 'metal', e per noi questo potrebbe rivelarsi un problema. Per il futuro saremo felici di metterci a tavolino per discutere con Francesco, una persona che stimiamo e rispettiamo, ma già dal prossimo disco vorremmo puntare ad un pubblico più ampio rispetto a quello metal, e dovremo valutare se la My Kingdom sarà disponibile ad assecondarci."
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"Dreams Are Distant Memories" è un titolo che lascia all'ascoltatore una marea di possibili interpretazioni. Le varie canzoni sono legate da un concept sui sogni e sui ricordi, oppure volete semplicemente indirizzare l'ascoltatore verso una particolare sfera emotiva? Questa domanda mi sorge spontanea, dal momento in cui i vari brani mi sono sembrati legati da un filo logico: spesso la canonica pausa tra una traccia e l'altra scompare, favorendo un clima meditativo ed ancor più intimo...
"I testi sono stati scritti da me, Massimo e Mario, quindi non vi è un concept comune: essi riflettono tre personalità diverse. Ti posso dire che le mie liriche sono legate alla dimensione del dolore, della sensibilità e della dolcezza... Non tratto di cose negative, e, per l'ennesima volta, ci tengo a sottolinearlo: non mi piacciono i sentimenti neri e non amo l'oscurità. Quello che scrivo può essere paragonato ad una piccola luce nel buio. Credo però che più una cosa sia piccola, minima, fioca, più essa possa diventare immensa. Il filo logico comune che tu evidenzi sta nel fatto che ogni testo ed ogni canzone rappresentano un viaggio interiore dentro la parte più profonda e sensibile di noi stessi. Io questa parte la conosco per i motivi che ho elencato sopra; per gli altri può essere diverso, ma il punto di arrivo è lo stesso: comporre e suonare musica che sia espressione delle nostre sensazioni più nascoste e profonde."
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Quali sono, secondo voi, gli episodi più rappresentativi del vostro debutto, e quali quelli a cui siete maggiormente legati?
"Ogni canzone rappresenta un nostro periodo ben definito, siamo affezionati a tutte quante: io sono personalmente legato a 'No Sense Of Me' e 'Distant Memories'. Alla prima perché essa è, a mio avviso, la più bella del disco; alla seconda perché l'ho scritta in un momento molto brutto, e penso sempre che il significato più profondo dei momenti neri stia nella possibilità di far nascere delle cose belle: più si scava e più si riempie."
"Non tratto di cose negative, e, per l'ennesima volta, ci tengo a sottolinearlo: non mi piacciono i sentimenti neri e non amo l'oscurità. Quello che scrivo può essere paragonato ad una piccola luce nel buio. Credo però che più una cosa sia piccola, minima, fioca, più essa possa diventare immensa."
(Dario Berardi)
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Per quanto riguarda il sottoscritto, ritengo che le canzoni in cui compare la voce ospite di Francesca Iacorossi siano tra le migliori del lotto. Dove avete scoperto questa sensazionale voce? Vedreste di buon occhio l'ingresso di una voce femminile in pianta stabile?
"Francesca è la ragazza di Adriano, il nostro tastierista, ed è un vero talento naturale: quando l'ho sentita la prima volta, alle registrazioni del nostro demo nel 2005, sono rimasto esterrefatto. Abbiamo quindi deciso di bissare la collaborazione, che inizialmente doveva essere solo per 'The Last Illusion'. Il giorno prima di andare agli Outer Sound mi è venuta in mente la linea di 'No Sense Of Me', così ho subito mandato la traccia a Francesca, che ha tradotto in musica le mie aspettative. Per il futuro, penso che Francesca comparirà sempre come guest ed in alcuni concerti. Tuttavia, non penso che la voce femminile entrerà mai in pianta stabile: essa è una scelta stilistica che ci riserviamo solo per alcune situazioni."
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In "Overcome" troviamo un cammeo di growling vocals, mentre "Same Sequenze" è l'episodio più metal-oriented e travolgente del disco. Non pensate che queste scelte potrebbero in qualche modo diventare strette o mal viste già a partire dal prossimo disco?
"Penso che il growl verrà abbandonato nel prossimo disco. Per quanto riguarda le distorsioni, esse sono un punto focale che stiamo affrontando in questi giorni attraverso discussioni lunghissime... Forse le abbandoneremo completamente, oppure cercheremo di optare per soluzioni più 'noise', lasciando comunque da parte il metal."
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Anche l'apporto di Livia Foglietti in "Erased" è stato, a mio avviso, fondamentale. Il suo violino mi ha rimandato al bellissimo album degli Anathema "Alternative 4" ed ai numerosi capolavori in esso contenuti, ma anche ai My Dying Bride ed al loro manifesto romantico "Like Gods Of The Sun". Pensate di dare maggior spazio agli strumenti ad arco, oppure preferite infondere inflessioni eteree nella vostra musica partendo dai 'classici' strumenti di una rock band?
"La partecipazione di Livia ha rappresentato per noi un avvenimento improvviso e sporadico. Se ascolti la versione di 'Erased' presente sul nostro demo (nel quale figurava come seconda traccia), la linea di violino veniva suonata dalla chitarra. La settimana prima di entrare in studio, Adriano mi disse che quella parte sembrava suonata da un violino; io mi sono detto: è vero, perché non farla suonare ad un violino? Ho chiesto così se qualcuno conoscesse un violinista e, come sempre, Adriano ci ha tolto subito il pensiero dalla testa, chiamando questa sua bravissima amica. Per il futuro vale lo stesso discorso delle female vocals: forse il violino sarà riutilizzato, ma solo come abbellimento."
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Volendo fare un paragone con la band dei fratelli Cavanagh, gli Oblivio hanno evoluto la propria base death-doom degli esordi per debuttare direttamente con un sound romantico e melodico, tendente al secondo periodo musicale degli Anathema (quello che li portò da "Eternità" a "Judgement"), ma anche agli ultimi Katatonia, ai Cure e a certo post-rock. Sapete già dirci cosa ci riserverà il vostro futuro?
"Penso che il futuro ci porterà verso una nostra rilettura personale della wave anni '80 e del post-rock, anche se, come gli Anathema insegnano, il metal non te lo scrolli mai di dosso. Oggi, dal concerto che vedrà la band dei fratelli Cavanagh assieme ai Porcupine Tree, mi aspetto i soliti metallari vestiti con le magliette di gruppi black che urleranno: 'THE SILENT ENIGMA!!!'. D'altronde, anche io prima ero uno di quelli..."
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Raccontaci il processo compositivo di un brano degli Oblivio.
"Prendo come esempio 'Same Sequence', il tipico pezzo degli Oblivio, per quanto riguarda la descrizione del processo compositivo: Daniele l'ha portata in sala, le idee degli altri l'hanno stravolta ed io ho completato il tutto con il testo, che scrivo sempre dopo aver sentito le idee vocali di Max. Come vedi siamo un gruppo molto democratico!"
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Valutando i vostri lavori con occhio critico, quali pensate potrebbero essere gli aspetti migliori, e quali invece quelli bisognosi di un miglioramento nella vostra musica?
"Gli aspetti migliori sono l'originalità ed il fatto di essere vari, che sono poi un'arma a doppio taglio. Un miglioramento sensibile dovrà interessare la pulizia e la dinamica delle canzoni... Prendi ad esempio lo storico 'Disintegration' dei Cure, quella sì che per me è musica: pulita, glaciale, minimale e con un'atmosfera da fine del mondo."
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Come sono i ragazzi degli Oblivio nella vita di tutti i giorni? Che musica ascoltate in questo periodo?
"Gli Oblivio sono tutti studenti o giovani lavoratori che, per fare questo disco, si sono 'sbattuti' come dei pazzi furiosi, con un entusiasmo ed una convinzione quasi commovente se pensi a come vanno le cose intorno: ormai non esiste più la passione... La musica, così come le altre arti, è stata messa in terzo piano nella società odierna. Per quanto riguarda gli ascolti, io mi drogo di shoegaze e di post-rock... Ma tu hai sentito l'ultimo degli Alcest? Io ormai mi sono perso in quell'album... aiuto!!!"
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Progetti futuri e aspirazioni per la vostra band?
"Le nostre aspirazioni sono innanzitutto vendere tanti dischi e diventare il più famosi possibile. I nostri progetti futuri contemplano un nuovo disco per la fine del 2008: stiamo componendo tantissimo. Prevedo un disco epocale, in cui le incertezze di 'Dreams Are Distant Memories' saranno, appunto, un 'lontano ricordo'."
"Gli Oblivio sono tutti studenti o giovani lavoratori che, per fare questo disco, si sono 'sbattuti' come dei pazzi furiosi, con un entusiasmo ed una convinzione quasi commovente se pensi a come vanno le cose intorno: ormai non esiste più la passione..."
(Dario Berardi)
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Siamo in chiusura, domanda secca: cosa vi aspettate da una scena esigua ma ricettiva (e spesso esigente) come quella gothic italiana?
"Dalla scena gothic non ci aspettiamo nulla, poiché sappiamo di essere un'evoluzione troppo personale di quel sound: bisogna sempre avere il coraggio di portare avanti qualcosa di nuovo, altrimenti la musica diventa solo un paio di note in carta velina. Per finire ti voglio ringraziare perché ci hai fatto un'intervista bellissima, e non te lo dico per i soliti motivi banali o per scrivere saluti e ringraziamenti di plastica: seriamente... continua così nel tuo lavoro, perché sei tra i pochi competenti e che ci mettono passione vera! Colgo l'occasione per dire che a febbraio uscirà il nostro primo video, realizzato da Riccardo Frediani (AcqueFrigide, Doomsday, Hope For The Summer), e, da quanto sembra finora, sarà un grandissimo lavoro: rimanete sintonizzati sul nostro Myspace!!!"
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