SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO
Mailing-List:
Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista
29-09-2020
BLANK
La percezione della deriva
di Roberto Alessandro Filippozzi
Sette anni sono un lasso di tempo decisamente ampio se si tratta di silenzio artistico fra un disco e l'altro, ma le vicissitudini della vita e gli ostacoli da superare possono forzare un musicista, suo malgrado, ad una indesiderata dilatazione delle tempistiche. È quanto è accaduto a Davide Mazza, che è stato costretto dalle circostanze ad un'attesa non certo programmata per la sua creatura Blank, ma che alla fine è riuscito a tornare sulle scene come si conviene e a non deludere le alte aspettative maturate dopo un lavoro di tutto rispetto come il precedente "Dark Retreat", pubblicando in proprio l'ottima nuova fatica "Drifting Slowly". Un lavoro realizzato con cura certosina che tiene alto il nome dell'Italia nel panorama electro attraversando filoni e correnti senza mai perdere la bussola, solido in ogni senso e testimone di una ricerca sonora capace di superare con successo barriere e paletti per andare oltre le convenzioni ed i soliti suoni, segno evidente di come non vi sia da parte di Davide l'impellenza della pubblicazione a tutti i costi, quanto piuttosto la necessità di raggiungere standard qualitativi che gli permettano di elevarsi con forza e stile sopra la media della concorrenza. Di questo e di molto altro abbiamo amabilmente discusso col mastermind parmense, rimasto solo al comando della sua creatura, ma più determinato che mai a portarla ai traguardi che merita di raggiungere.
-
Sono sempre trascorsi diversi anni tra un album e l'altro, ma per ascoltare "Drifting Slowly" se ne sono dovuti attendere ben sette: quali ragioni hanno portato a tale lunga attesa e quanto ha pesato in tal senso la tua attività in seno ai Kirlian Camera?
"Le ragioni sono sempre un po' banali e sembrano un po' delle scuse. Sono successe diverse cose che nel tempo mi hanno impedito di dedicarmi ad un album con la dovuta concentrazione, fra cui un trasloco, un cambio completo di setup musicale con nuovi strumenti da padroneggiare, un'esperienza interessante a scrivere musiche per uno spettacolo teatrale. Messe tutte insieme non giustificano sette anni di attesa, quindi aggiungiamoci pure che mi ci è voluto del tempo per convincermi di avere del buon materiale, e altrettanto, se non di più, a produrlo in modo da non deludere un'attesa così lunga. Certamente dover preparare i pezzi e i concerti con i Kirlian Camera ha un po' contribuito a questo ritardo, ma allo stesso tempo Angelo ed Elena Alice mi hanno incoraggiato e seguito con interesse nelle mie attività, quindi il loro apporto è stato più d'aiuto che d'ostacolo."
-
Per la prima volta ti sei ritrovato solo al comando, senza l'apporto del tuo storico partner artistico Riccardo Mattioli: in che modo la cosa ha modificato gli assetti di Blank e come è stato lavorare in solitaria ad un intero album?
"Le prove generali di questo metodo di lavoro si erano un po' già palesate ai tempi di "Dark Retreat", in alcuni pezzi scritti e completati senza di lui; avere una seconda opinione quando stai mixando e producendo ti alleggerisce un po' nei tempi e nelle responsabilità, nel senso che quando hai dubbi e magari da solo spenderesti mezza nottata a cercare quel suono perfetto, quella sfumatura perfetta, avere a fianco qualcuno che ti dice "no, va bene così", oppure "proviamo quest'altra cosa", è molto d'aiuto! Ma come sfida personale avevo già deciso che questo album volevo farlo da solo, che significa controllo decisionale completo, trovarsi un metodo di lavoro funzionale, passare tanto tempo a chiedersi se una soluzione sia meglio di un'altra, fare cento tentativi e poi buttarne novantanove. È faticoso, ma molto appassionante se hai un progetto abbastanza definito, come appunto in questo caso. Naturalmente Riccardo è stato il primo ad ascoltare il lavoro completo, perché la sua approvazione è un'ottima garanzia!"
-
Un altro dato da registrare è il fatto che per "Drifting Slowly" hai scelto la via dell'autoproduzione: come sei giunto a maturare tale scelta, quali sono state le maggiori difficoltà rispetto all'avere alle spalle un'etichetta e, sin qui, quanto sei soddisfatto della tua decisione?
"Oggi, con il digitale e lo streaming, esistono risorse che quindici anni fa non ci saremmo nemmeno sognati, come Bandcamp e altri distributori digitali che permettono agli artisti di raggiungere il pubblico a costo quasi zero. Essendo scaduti i termini del nostro contratto con Artoffact, abbiamo riottenuto i diritti di pubblicazione di tutto il nostro materiale e deciso di metterci in gioco in questo modo. Non avere un'etichetta comporta più lavoro: non puoi delegare la promozione e la distribuzione a nessuno, e anche farsi notare è più difficile, perché le etichette tendono ad avere una corsia preferenziale quando inviano il proprio materiale alle riviste e alle webzine. D'altro canto, ottenere il cento percento dei ricavi e vedere le proprie statistiche crescere quando hai fatto tu tutto il lavoro ti dà una certa soddisfazione. Per ora sono contento, pur consapevole di avere ancora tanto da imparare sul versante 'marketing'."
"Quello che vedo, al di là della complessità del nostro mondo e dei meccanismi socio-economico-politici che lo regolano, non mi piace, mi pare stiamo perdendo valori e opportunità di migliorarci, oltre a rovinare il nostro ambiente, a favore di egoismo, profitto, posizioni di potere... e non percepisco volontà di modificare una rotta che apparentemente non piace a nessuno, tranne forse a quei pochi che possono guadagnare dalla situazione senza soffrirne le conseguenze."
(Davide Mazza)
-
Già col precedente "Dark Retreat", Blank aveva sfoderato un songwriting più ampio e variegato, nonché più attento a non focalizzarsi solamente sul groove ballabile, e con "Drifting Slowly" tale discorso viene ottimamente ampliato: cos'è cambiato nelle tue necessità di compositore?
"Sicuramente è diminuita la mia tolleranza nei confronti della ripetitività, e quindi per mantenere vivo il mio interesse mi ritrovo a variare e spaziare negli stili, nei suoni, nei ritmi. Cercare un giusto equilibrio fra queste diversità, senza produrre per forza un "minestrone", credo dovrebbe essere l'obiettivo principale di chiunque produca un album, e di certo lo è stato per me sia con "Dark Retreat" che con "Drifting Slowly". Come compositore mi sono posto l'obiettivo di riuscire a "sorprendermi" ogni volta, utilizzando soluzioni inedite, almeno per me, in ognuna delle canzoni che ho scritto, uscire dalla mia zona di comfort ma mantenendo anche una certa 'suonabilità', nel senso che per lo più i pezzi hanno comunque uno 'scheletro' basato su pianoforte o chitarra, e quindi la melodia vocale e l'accompagnamento tendono a funzionare anche se spogliati dei loro (talvolta assai complicati) arrangiamenti."
-
Fra gli aspetti che ho voluto sottolineare ci sono sicuramente la qualità della produzione e la grande cura dei dettagli (sottolineata da una scrittura che non ha paura di spingersi sin verso lidi IDM), ma soprattutto una marcata volontà di superare i soliti suoni ormai abusati in ambito electro: come hai lavorato per conseguire questi brillanti risultati?
"Ti ringrazio delle tue parole molto gentili; in parte ho già risposto nella domanda precedente, nel senso che mi sono imposto in ciascun brano di sperimentare qualcosa che non avevo mai provato prima; un altro obiettivo è stato quello di non utilizzare suoni troppo legati alle attuali tecnologie, perché il rischio in questi casi è di ritrovarsi un lavoro che dopo qualche anno suoni datato. "Drifting Slowly" non è facilmente collocabile in un determinato periodo musicale, credo ci sia una sensibilità anni '90 dentro, ma come suoni poteva uscire sei anni fa, o potrebbe uscire fra due-tre anni senza doverci metter mano, suona così e basta. Ho passato molto tempo a studiare ogni singolo dettaglio fino al millisecondo e scartando o rielaborando quello che non mi convinceva. Ammetto di avere anche ascoltato poco di quello che è uscito in questo ambiente negli ultimi due anni: le mie influenze sono arrivate da altri generi e altre epoche."
-
Addentrandoci nel nuovo album, vorrei partire chiedendoti se un titolo come "Drifting Slowly" ("andare lentamente alla deriva") cela dei concetti specifici o se si tratta di una semplice quanto amara riflessione sui tempi in cui viviamo... E, nel caso quest'ultima supposizione sia esatta, perché a tuo dire stiamo andando lentamente alla deriva?
"Diciamo che il tema dell'album è un po' questo. Ho sempre scritto testi tendenzialmente introspettivi, e sempre per via del fatto che non mi piace ripetermi, per questa volta mi sono imposto di guardare al mondo esterno. Quello che vedo, al di là della complessità del nostro mondo e dei meccanismi socio-economico-politici che lo regolano e la cui analisi richiederebbe comunque approfondimenti e competenze di altro livello, non mi piace, mi pare stiamo perdendo valori e opportunità di migliorarci, oltre a rovinare il nostro ambiente, a favore di egoismo, profitto, posizioni di potere... e non percepisco volontà di modificare una rotta che apparentemente non piace a nessuno (tranne forse a quei pochi che possono guadagnare dalla situazione senza soffrirne le conseguenze). In "Brittleness" c'è una frase che dice "drifting fast towards nothingness", e da lì nasce il titolo. Ho cambiato "fast" in "slowly" perché la percezione del tempo è relativa, e anche se la deriva secondo me è inquietantemente veloce, ci sembra o ci sembrerà sempre piuttosto lenta."
"È un fatto acclarato che la necessità di avere ragione, di fare prevalere la nostra opinione su quella di altri (anche quando basata su errati fondamenti) è un istinto che ci fa guadagnare posizioni nella competitività del mondo attuale, ma la conseguenza è un minor interesse ad approfondire e ad apprendere, un immobilismo culturale che è simile ad una tanatosi, 'fingere di essere morti', di fronte ai fatti o alla capacità di ammettere i propri limiti."
(Davide Mazza)
-
Venendo ai testi, quali sono i temi che hai inteso trattare? Vi è un testo che, più degli altri, vorresti approfondire in questa sede?
"Senza voler autoincensarmi, ogni testo è importante ed è una sorta di sguardo/reazione al tema principale da un diverso punto di vista. Ci sono parecchi sotto-testi che richiedono un piccolo sforzo di riflessione, dei quali ho disseminato tracce nei booklet, su facebook, nei video. Ad esempio, "Thanatosis" sembra trattare di una relazione che sta lentamente sgretolandosi, ma se riflettiamo sul titolo e sul tema dell'album, siamo sicuri che si tratti di una relazione fra due persone? In realtà leggendo fra le righe il pezzo tratta in realtà di dissonanza cognitiva, la spiacevole sensazione che proviamo quando una nostra convinzione viene smentita dai fatti, quindi neghiamo i fatti per incanalarli verso una realtà che confermi maggiormente il nostro pensiero. È un fatto acclarato che la necessità di avere ragione, di fare prevalere la nostra opinione su quella di altri (anche quando basata su errati fondamenti) è un istinto che ci fa guadagnare posizioni nella competitività del mondo attuale; ma la conseguenza è un minor interesse ad approfondire e ad apprendere, un immobilismo culturale che è simile ad una tanatosi, 'fingere di essere morti', di fronte ai fatti o alla capacità di ammettere i propri limiti. Similmente, "Hypnonaut" si riferisce alle camere dell'eco e al confirmation bias, fenomeni di cui siamo quasi tutti almeno in parte vittime più o meno consapevoli; "Battlefeel" tratta della percezione visiva, che è provato essere influenzata dalle nostre aspettative. Non ci sono solo messaggi negativi: "Faultlines" ad esempio, riflette sul concetto di timefulness, la capacità di considerarsi parte di un'era geologica, anziché preoccuparsi esclusivamente del proprio tornaconto immediato: un concetto fondamentale che si sviluppa quasi naturalmente in presenza di maggior educazione, cultura, arte... mentre "Black Substance" riflette sul fatto che la Terra sembra essere l'unico luogo nella nostra intera galassia dove esiste l'intelligenza, dove una specie può fare cose straordinarie, e questo dovrebbe farci riflettere un pochino di più riguardo al nostro ruolo e alla nostra importanza nell'universo."
-
Passando ai contenuti musicali, ho apprezzato molto la scelta di "Thanatosis" quale singolo pre-album, specialmente per quel suo taglio synthpop magnetico e notturno che testimonia una volta in più della grande versatilità della tua scrittura. Cosa ha fatto ricadere la scelta su questo brano e cosa cela esso di speciale per te che ne sei l'autore?
"Ti ringrazio di nuovo, mi fa piacere che tu abbia apprezzato! "Thanatosis" è stato il primo pezzo che ho completato, e quello che mi ha fatto capire che avevo iniziato a dare forma ad un lavoro interessante. Oltre ad una melodia che trovo convincente, come ritmo si posiziona in un giusto mezzo fra i brani più aggressivi e quelli più atmosferici, quindi, anche se la scelta più ovvia sarebbe stata un brano ballabile con qualche remix, ho optato invece per provare un singolo un po' più "trasversale". Devo dire che l'esperimento è riuscito, perché ha ricevuto buoni consensi anche da persone non particolarmente appassionate di musica elettronica."
-
Per il primo videoclip è stata scelta "Axiomatic", song ben fornita di groove: come si ricollegano i contenuti del brano alla scelta delle immagini utilizzate?
"In realtà quello di "Axiomatic" è il terzo videoclip (dopo "Thanatosis" e "Struggle Between Death And Night"), e con un po' di pazienza mi piacerebbe corredare ogni pezzo dell'album di un suo video, anche semplice. Il concetto alla base di "Axiomatic" è il tempo e la nostra percezione di esso, la sua relatività rispetto agli accadimenti e al nostro coinvolgimento personale, che al di là delle banalità (il concetto che se ti annoi il tempo sembra non passare mai, ma che se ti stai divertendo sembra accelerare) si riallaccia ad Einstein o alle teorie di Carlo Rovelli secondo cui in realtà il tempo è un prodotto della mente umana, e il modo in cui noi lo percepiamo non è necessariamente l'unico possibile. Anche Alan Moore in "Jerusalem", o Philip K. Dick in alcuni suoi romanzi fra cui "Illusione di Potere" o "Scorrete lacrime, disse il poliziotto", vedono il tempo come un'ulteriore dimensione non percepita dai vivi, ma che può essere esplorata in altri modi.
Il video, di conseguenza, è un viaggio che scorre in avanti, ma in cui sono presenti glitch, deja-vu e interferenze di vario tipo, fra cui frammenti e ritagli di nostri videoclip del passato rimontati al contrario, che viaggiano in direzione opposta. Sta alla nostra mente focalizzarsi su un preciso istante e decidere in quale momento ci troviamo sulla scala temporale."
-
A proposito di videoclip, so che è in programma quello per "Brittleness", brano dalle gustosissime dinamiche IDM che pare godrà di un supporto video molto professionale: cosa puoi anticiparci al riguardo?
"È un video creato da Ludione Productions, amici di Parma con tantissimi lavori all'attivo. Mi piace quello che fanno, erano disponibili, e così gli ho affidato il compito di dare una loro lettura a uno dei pezzi dell'album. Hanno scelto "Brittleness" e mi hanno proposto un soggetto completamente diverso da quello che mi aspettavo; dal momento che apprezzo quello che mi sorprende e mi porta a osservare da altri punti di vista, ho approvato con molta curiosità. È stata una bellissima esperienza e posso solo dire che il concetto è molto semplice. La canzone è in fondo una ballata suonata al piano, che circa a metà viene "disturbata" da ritmiche e bassi ipnotici, con un testo che, a tema con tutto l'album del resto, definirei pre-apocalittico. Mentre all'esterno pare stia arrivando la fine del mondo, ci sono quattro personaggi che non vivono questa situazione con sconforto, ma trascorrono insieme il tempo rimasto."
-
Tornando all'album, fra i suoi highlights vi è senza dubbio "Apophenia", song scritta e cantata da Elena Alice Fossi, non nuova a collaborazioni con Blank. Cosa puoi dirci circa la genesi del pezzo in questione e quanto sei soddisfatto del risultato finale?
"Credo siamo sempre stati d'accordo che valesse la pena ripetere l'esperienza già riuscitissima di "Lost Symmetry", compatibilmente con i tempi di tutti. Avevo già pronti un paio di demo scritti con in mente una voce femminile, uno di questi era un brano quasi trip-hop, che ho deciso di stravolgere parzialmente usando un basso e una parte ritmica più aggressivi che facessero da contrappunto all'incedere ipnotico della base. Lavorandoci, ho deciso anche di provare ad usare un tempo dispari, un ⅞ abbastanza inusuale che credo abbia dato al pezzo un'atmosfera molto particolare e originale. L'ho intitolato "Apophenia" (l'istinto umano di riconoscere schemi noti e connessioni familiari in dati casuali, perché la casualità ci mette inconsciamente a disagio, argomento che è parte della trama del romanzo "Pattern Recognition" di William Gibson), ed Elena Alice ci ha costruito sopra una parte vocale completa di armonie e un testo che ho adorato da subito. Credo sia davvero uno dei pezzi di cui sono più orgoglioso in vent'anni di attività, e credo anche che l'incontro fra le nostre diverse sensibilità abbia creato qualcosa di magico, perché quando la musica funziona in questo modo, con tasselli che si incastrano perfettamente e ti causano un'emozione così potente, per me è pura magia."
-
Abbiamo accennato prima alla tua esperienza nei Kirlian Camera, sicuramente significativa ed importante. Come riassumeresti il tempo trascorso assieme e come quest'esperienza ti ha cambiato a livello umano ed artistico?
"Un'immensa soddisfazione che mi ha portato a vivere esperienze bellissime con persone bellissime. Si è creata un'intesa forte con Angelo ed Elena e con gli altri membri della famiglia KC con cui ho avuto il piacere di suonare. Avere a che fare con artisti che vivono di musica, preparare i concerti, studiare le basi, fare gli accompagnamenti, i soundcheck nelle situazioni più disparate è estremamente formativo; suonare e vedere l'entusiasmo di chi ti segue è elettrizzante e ti fa dimenticare le fatiche e gli imprevisti che spesso si incontrano. Con i Kirlian credo di condividere molte idee riguardo all'importanza della qualità di una produzione musicale, sebbene io tenda ad essere forse più tecnologico e loro più "vecchia scuola"... il confronto con il loro materiale, che è sempre impeccabile, di sicuro ha alzato anche il livello del mio lavoro, e il loro incoraggiamento e senso pratico mi hanno aiutato a darmi delle scadenze in alcuni casi in cui stavo disperdendo un po' di energie su dettagli poco importanti."
"Con i Kirlian Camera credo di condividere molte idee riguardo all'importanza della qualità di una produzione musicale, sebbene io tenda ad essere forse più tecnologico e loro più "vecchia scuola"... il confronto con il loro materiale, che è sempre impeccabile, di sicuro ha alzato anche il livello del mio lavoro, e il loro incoraggiamento e senso pratico mi hanno aiutato a darmi delle scadenze in alcuni casi in cui stavo disperdendo un po' di energie su dettagli poco importanti."
(Davide Mazza)
-
Siamo giunti alla fine. A parte l'imminente nuovo videoclip, quali altri progetti attendono Blank e quali possibilità ci sono affinché il progetto torni ad esibirsi dal vivo?
"Come già detto mi piacerebbe creare videoclip per ogni pezzo dell'album, e vorrei pubblicare un altro singolo entro fine anno, o comunque appena possibile! Nel frattempo, l'idea di provare a presentare qualcosa dal vivo c'è sempre, anche se l'attuale situazione covid-19 ha reso le cose più complicate per tutti. Se riuscirò a preparare un live convincente (quando si è praticamente da soli con un laptop non è facile risultare interessanti), magari partirò con qualche prova in streaming, poi si vedrà!"
https://blankinyourmind.bandcamp.com/
https://www.facebook.com/blankinyourmind