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15-11-2007
ALL MY FAITH LOST...
Mediatori di emozioni
di Marco Belafatti
Quasi due decenni fa i Depeche Mode ci invitavano a godere del silenzio, passaggio necessario per godere appieno dell'Arte musicale. Oggi abbiamo di fronte a noi due nuovi testimoni della forza insita nell'assenza di suoni e rumori, due persone semplici ed anche un po' riservate che amano mettersi 'a nudo' soltanto nelle proprie canzoni, illuminate dalle opere e dalla vita di famosi scrittori. Sensibili artisti, ma anche abili mediatori di emozioni che, senza rendere il proprio pentagramma troppo complicato, hanno sottomesso le note alla propria volontà, cucendo le proprie voci ai tremanti flussi della strumentazione acustica e componendo fragili e delicate gemme da scoprire ascolto dopo ascolto, completamente persi nelle emozioni celate negli anfratti più nascosti del nostro cuore. Ora, lasciamo che siano Viola e Federico a descriverci il fascino delle proprie canzoni, riflettendo, di tanto in tanto, sul nostro retaggio culturale e sulla direzione presa dall'Arte nel nuovo millennio...
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Iniziamo con una domanda convenzionale: come avete impegnato, artisticamente parlando, il tempo trascorso dall'uscita dell'ultimo disco fino ad oggi?
"Dopo l'uscita di "The Hours" abbiamo speso molto tempo cercando di promuoverlo nel limite delle nostre possibilità, cercando di organizzare qualche live per presentarlo al pubblico. Non abbiamo molto tempo libero e queste attività sono sufficienti a rubarcelo tutto."
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A tre anni di distanza da "As You're Vanishing In Silence" vi vediamo tornare con un nuovo album. Esso sancisce definitivamente il vostro sodalizio con la prestigiosa, ma tuttavia spesso distante dalla vostra proposta, Cold Meat Industry?
"Anche questa volta Roger Karmanik della Cold Meat Industry ha creduto nel nostro lavoro ed è stato in grado di capire fino in fondo la nostra musica, proponendoci di farlo pubblicare anche dalla Projekt Records in esclusiva per il Nord America. Di certo non si è trattato solo di una scelta stilistica, ma in questo modo Karmanik ha dimostrato di essere un ottimo ascoltatore... non solo di 'rumore'. Cold Meat Industry è una delle etichette migliori in Europa per il nostro genere."
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Parlando di Cold Meat Industry, negli ultimi anni la label svedese sembra essersi aperta maggiormente ad altre sonorità non solo pubblicando dischi come i vostri, ma anche grazie a nomi come Olen'k, Stormfågel ed altri. Dal punto di vista dei diretti interessati, come vedete questo ampliamento dei confini di casa CMI oltre la materia puramente dark ambient, e quali benefici pensate possa portare ad un progetto come All My Faith Lost...?
"Forse le produzioni della Cold Meat Industry si stavano uniformando, rischiando di diventare troppo autoreferenziali e monotone. L'etichetta ha saputo aprirsi a nuove sonorità, continuando su una strada già iniziata con produzioni di Ataraxia e Gothica. Karmanik ha dimostrato di avere la capacità di rinnovarsi senza per questo pregiudicare la qualità delle uscite (le eccezioni ci sono, ma crediamo sia normale). Tutto questo non può che essere positivo per l'etichetta stessa, che richiamerà a sé nuovi ascoltatori, e per gli artisti, che possono contare su una visibilità altrimenti difficile da ottenere con etichette più specializzate su di un unico genere ma al contempo molto più piccole."
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Una domanda quasi di rito per i gruppi sotto contratto con la label di Karmanik: avete qualche curioso aneddoto che si lega al vostro rapporto col boss di casa CMI?
"Beh, a Natale ci ha mandato un simpatico pacchetto regalo con alcuni CD e due bottigliette di grappa Svedese!"
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Veniamo ora al nuovo lavoro: "The Hours" è un titolo piuttosto emblematico. In un'epoca come quella attuale ed in una scena musicale come quella oscura, dove la maggior parte delle produzioni sembra inesorabilmente sottomessa al caos ed influenzata dalla frenesia della vita quotidiana, voi trovate nella vostra arte il luogo ideale nel quale fermare il tempo, volgendo uno sguardo melanconico verso il passato. Quanto è importante per voi il concetto di introspezione?
"La cosa più difficile per ogni persona è riuscire a guardarsi dentro ed affrontare le proprie paure, insicurezze e sentimenti... Riuscire poi ad incanalare tutto nella musica o in qualsiasi altra forma d'arte è un gesto coraggioso e di grande sincerità verso sé stessi e verso coloro che apprezzeranno l'opera. Tuttavia, dobbiamo precisare che le nostre influenze derivano più da fonti esterne, come libri e quadri, che facciamo nostri e interpretiamo in musica con la nostra sensibilità."
"La cosa più difficile per ogni persona è riuscire a guardarsi dentro ed affrontare le proprie paure, insicurezze e sentimenti... Riuscire poi ad incanalare tutto nella musica o in qualsiasi altra forma d'arte è un gesto coraggioso e di grande sincerità verso sé stessi e verso coloro che apprezzeranno l'opera."
(All My Faith Lost...)
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"The Hours" segna il definitivo distacco dalle tematiche care agli All My Faith Lost... del passato, divisi tra miti, leggende ed ambientazioni fatate. Cosa vi ha portato, con "As You're Vanishing In Silence" prima e con il nuovo disco poi, a cimentarvi in composizioni ispirate ad opere letterarie ed alla vita di scrittori molto importanti? Quanto è importante per voi il retaggio culturale del ventesimo secolo?
"La letteratura è sempre stata per noi molto importante e ci ha sempre dato forti emozioni, abbiamo sentito la necessità di metterle in musica. La cultura è importantissima oggi come sempre, ma noi non vogliamo insegnare niente a nessuno, ci accontentiamo di riuscire a trasmettere nelle nostre canzoni ciò che ci viene dato da un brano di un libro o da un'immagine di un film."
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Il grande Eugenio Montale si chiedeva con queste parole se l'arte può avere ancora un senso in un'epoca come la nostra: "Evidentemente le arti, tutte le arti visuali, stanno democratizzandosi nel senso peggiore della parola. L'arte è produzione di oggetti di consumo, da usarsi e da buttarsi via in attesa di un nuovo mondo nel quale l'uomo sia riuscito a liberarsi di tutto, anche della propria coscienza. L'esempio che ho portato potrebbe estendersi alla musica esclusivamente rumoristica e indifferenziata che si ascolta nei luoghi dove milioni di giovani si radunano per esorcizzare l'orrore della loro solitudine. Ma perché oggi più che mai l'uomo civilizzato è giunto ad avere orrore di sé stesso?" Vorreste rispondere alla sua domanda?
"L'uomo civilizzato non ha orrore di sé stesso, il problema è che le persone non hanno più la capacità di pensare con la propria testa, di farsi un'opinione, di decidere cosa è più o meno giusto per loro. La società moderna non fa altro che indirizzare le persone ad uno stato di coscienza piatto, adatto a ricevere informazioni che possano guidare verso l'acquisto o la decisione che più fa comodo a chi governa. A volte le Opere d'Arte si inseriscono in questo meccanismo e perdono il loro valore. Altre volte non si parla di Opere, ma di prodotti di consumo."
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"As You're Vanishing In Silence" appariva più romantico, crepuscolare ed autunnale, mentre "The Hours" risuona contemplativo, notturno, pacato e vellutato. Anche l'aspetto visuale dei due dischi, molto importante nella vostra concezione artistica, sembra confermare questa ipotesi. Ad ogni uscita l'artwork sembra associarsi ad una propria concezione cromatica, adornandosi di immagini piuttosto scarne ma sicuramente efficaci. Per il disco precedente avete optato per tonalità violacee, mentre ora dominano sfondi neri accompagnati da un tenue blu. Potete confermare la mia visione?
"Cerchiamo sempre di esprimere anche con la grafica del disco le emozioni della nostra musica. Spesso è difficile trovare un'immagine ben definita che rappresenti una canzone o le atmosfere di un disco intero, è molto più facile farlo con alcuni colori o tonalità: è così che sono nati i booklet per i nostri lavori."
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Nella recensione ho voluto consigliare "The Hours" a tutti coloro che non vogliono privarsi della vera e propria Arte romantica moderna. Vi sentireste di fare lo stesso?
"Lo consigliamo a loro e a chi è ancora capace di restare in silenzio ad ascoltare la Musica."
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Avete sempre citato Black Tape For A Blue Girl, Love Spirals Downwards e Ataraxia come vostre influenze primarie, ma ora più che mai la musica degli All My Faith Lost... assume una forma propria. I vostri brani trovano uno dei propri maggiori punti di forza nella forte espressività dei semplici passaggi strumentali, e nell'interazione di questi con liriche introspettive e spesso toccanti. Descrivete la fase compositiva di una canzone degli All My Faith Lost...
"Non componiamo i nostri brani sempre allo stesso modo. A volte nasce tutto da un arpeggio di chitarra; altre volte, di fronte ad un testo, suoniamo fino a trovare la musica che gli appartiene."
"Il problema è che le persone non hanno più la capacità di pensare con la propria testa, di farsi un'opinione, di decidere cosa è più o meno giusto per loro. La società moderna non fa altro che indirizzare le persone ad uno stato di coscienza piatto, adatto a ricevere informazioni che possano guidare verso l'acquisto o la decisione che più fa comodo a chi governa."
(All My Faith Lost...)
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Una traccia in particolare, "Notti Bianche", mi ha colpito per il suo eufonico rincorrersi d'archi, perfettamente in simbiosi con le vostre voci. Strumenti come violino e violoncello sono definitivamente entrati nella vostra concezione artistica?
"Abbiamo sempre desiderato gli archi per la nostra musica, e per questo disco abbiamo potuto contare sull'aiuto di Martina Bertoni e sulla sensibilità di Fabio Polo, che ha capito esattamente le note di cui avevamo bisogno. Sicuramente questi strumenti continueranno a far parte della nostra musica."
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Passiamo ora all'analisi di alcuni brani in particolare. Partiamo da "The Waves", ispirata agli ultimi istanti di vita di Virginia Woolf. Quali sensazioni accompagnavano la scrittrice prima dell'ultimo respiro, egregiamente descritto dalla parte finale del brano, in cui le voci scompaiono per lasciare spazio ai soli synth ed alla chitarra (che sembrano contemplare l'assoluto e funebre silenzio di una camera mortuaria in virtù del ricordo di momenti passati)?
"Virgina Woolf stava andando incontro ad una nuova crisi della sua malattia (un forte esaurimento nervoso). La paura del dolore, di non riuscire più a scrivere, delle voci dentro alla sua testa e della guerra che stava minacciando l'Inghilterra la spinse a compiere quel gesto. 'The Waves' parla di quelle paure e dell'amore per suo marito Leonard, fino ad allora capace di tenerla stretta accanto a lui e alla vita. La parte finale del brano dipinge il lento scivolare di Virginia dentro al fiume, al rallentatore..."
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"Presagio Triste" rappresenta a mio avviso l'apice emotivo del disco: da una serafica stasi primaria delicatamente accennata dal pianoforte e dalla voce femminile, il brano si evolve fino a raggiungere il suono vibrante del violino, sciogliendo il cuore dell'ascoltatore attraverso uno squarcio d'emozioni passate, di supposizioni e speranze infrante. Da dove nascono le bellissime liriche di questo brano?
"'Presagio Triste' è un libro di Banana Yoshimoto, uno dei primi e forse uno dei più belli dell'autrice giapponese. Viola è riuscita con poche note di piano a raccontare tutta la tristezza e l'introspezione di quel breve romanzo, e Fabio ha saputo impreziosire il tutto con arcate tanto delicate quanto intense."
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"An Early Fright" è un pezzo che rimanda fortemente alla musica ambient, intriso di mistero e totalmente immerso in una dimensione onirica. Qual è il senso di un brano così atipico all'interno del vostro disco?
"A noi non sembra discostarsi molto dagli altri brani, forse l'introduzione trae in inganno. Senza di essa, probabilmente, non avresti notato nulla di strano. Certo può risultare più cupo e notturno, ma altrettanto lo è il racconto dal quale è stato ispirato: 'Carmilla' di Joseph Sheridan LeFanu."
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Sprazzi di luce che fanno capolino nell'oscurità: come nasce "Luminal"? C'è qualche riferimento alla ultimamente molto criticata Isabella Santacroce? Quale visione avete delle sue opere?
"Il brano è ispirato al libro di Isabella Santacroce. È una scrittrice piena di dolcezza, ci piace molto, e in quanto alle persone che la criticano, probabilmente sono le stesse che poco più di trent'anni fa hanno ucciso Pasolini."
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"Amado Mio" si contraddistingue per la presenza di versi recitati in lingua madre. Come mai essa viene utilizzata così sporadicamente?
"Ci è sempre stato congeniale scrivere in inglese. Nel caso di 'Amado Mio', trattandosi di versi pensati appunto per Pier Paolo Pasolini, non avremmo potuto fare altro che cantare in italiano."
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C'è un brano del disco al quale siete maggiormente legati? In tal caso, volete spiegarcene il perché?
"Sono tutti brani che sono stati composti per scrittori, vite e libri che hanno segnato momenti molto personali, non possono essere messi a confronto dal punto di vista dell'esserne affezionati. Sicuramente, siccome i brani sono nati in modo che ognuno scrivesse i testi più vicini a sé, il disco racchiude le passioni letterarie di entrambi, molto diverse tra loro."
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Vista la sua forte connotazione emozionale, il vostro sound odierno ben si adatterebbe alla creazione di colonne sonore: siete effettivamente interessati ad un discorso di questo tipo? E cosa vi piacerebbe sviluppare a livello visuale per il progetto All My Faith Lost...?
"L'idea di poter comporre colonne sonore, o che comunque la nostra musica venga utilizzata nell'ambito cinematografico, ci piace molto e più di qualcuno ci ha fatto notare questa caratteristica dei nostri brani. Noi stessi avremmo molte idee per quanto riguarda l'aspetto visuale ricollegabile alle nostre atmosfere, purtroppo non abbiamo ancora avuto il tempo e i mezzi per svilupparle."
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Il successo che vi siete guadagnati in tutti questi anni vi ha portati sui palchi del Wave Gotik Treffen di Lipsia. Potete descriverci l'esperienza?
"È stato sicuramente uno dei concerti più emozionanti che abbiamo fatto. Eravamo coscienti di essere di fronte ad un pubblico attento e desideroso di ascoltare la nostra musica, e questo ha fatto sì che la tensione fosse piuttosto forte e reso la soddisfazione, una volta scesi dal palco, ancora più grande."
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Quali cambiamenti ha apportato l'ingresso di Fabio Polo nella vostra live line-up e cosa siete soliti proporre nei vostri live show?
"Fabio è diventato un componente essenziale dei nostri live, con il suo violino è riuscito finalmente a colmare un vuoto che, a volte, ci penalizzava. Nei nostri concerti cerchiamo di proporre brani nuovi e dei primi dischi, purché siano adatti ad essere suonati dal vivo senza ricorrere all'uso di troppe basi preregistrate."
"Non ci è ancora chiaro il perché siamo riusciti a suonare in Germania di fronte a centinaia di persone che riconoscevano le nostre canzoni alle prime note e in Italia, invece, siamo usciti solo un paio di volte dalla nostra regione..."
(All My Faith Lost...)
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Chi sono Viola e Federico nella vita di tutti i giorni? Qual è il vostro rapporto con l'arte, quali le vostre passioni e quale importanza date ad All My Faith Lost... nelle vostre esistenze?
"All My Faith Lost... è parte fondamentale della nostra vita, e lascia poco spazio per altro."
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Qual è il vostro rapporto con la scena 'dark' italiana, e come vedete la scena locale dalla quale provenite? Avete stretto amicizia con altre band in particolare?
"Non sapremmo dire se esiste un rapporto stretto tra noi e la scena 'dark' italiana, anche se è ovvio che la nostra musica è più facilmente collocabile all'interno di un circuito 'oscuro'. Sappiamo che ai nostri concerti ci sono persone che seguono quella scena ed altre che ne sono totalmente estranee, vediamo i nostri dischi recensiti dagli addetti ai lavori della scena, ma anche da riviste a più ampio respiro. Di questo siamo contenti, perché a differenza di altri gruppi preferiamo evitare di rinchiuderci in una nicchia autoreferenziale priva di qualsiasi sbocco. Certamente ci sono molte persone e band con i quali siamo in contatto, della nostra zona e non solo. A volte solamente con la collaborazione si ottengono belle iniziative ed eventi, vedi il concerto con Albireon a Ferrara o quello di qualche tempo fa, al bellissimo castello di Gorizia con Modern Institute."
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Quali progetti vi attendono nell'immediato futuro? Ci sono date live in vista, oppure state già lavorando su nuove canzoni? Qualche anticipazione a livello di direzione musicale?
"Al momento ci stiamo occupando della promozione del nuovo disco e dell'organizzazione di qualche data live, cosa non affatto semplice vista la situazione dei circuiti live italiani. Le idee per nuove cose ci sono: cercheremo di svilupparle seguendo il nostro gusto musicale e la direzione che abbiamo iniziato molto tempo fa, senza sapere dove saremmo andati."
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Per concludere, una domanda secca: sappiamo che in Italia trovare spazi in cui suonare una qualsiasi forma di musica alternativa ed oscura è piuttosto difficile, così come trovare gente disposta a soffermarsi di fronte all'incanto di una proposta come la vostra piuttosto che a scatenarsi a ritmo di elettronica. Quanto è importante per voi essere riusciti ad imporvi anche e soprattutto all'attenzione del pubblico italiano, visto e considerato che non è mai facile essere 'profeti in patria'?
"Siamo contenti che il pubblico italiano ci ascolti e ci segua, è questo il sintomo che chi apprezza gli artisti italiani ancora c'è. Non ci è ancora chiaro il perché siamo riusciti a suonare in Germania di fronte a centinaia di persone che riconoscevano le nostre canzoni alle prime note e in Italia, invece, siamo usciti solo un paio di volte dalla nostra regione..."
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