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24-09-2007
TEATRO SATANICO
Una sulfurea alternativa antisociale
di Michele Viali
Il Teatro Satanico è ad oggi una delle realtà musicali più misteriose che si sono sviluppate in Italia dagli anni '90 in poi in ambito elettronico sperimentale. Sono fiorite nel corso del tempo leggende di vario tipo, storie assurde, torbide, spesso nutrite dai testi forti e sanguigni del Teatro stesso. Se i diretti interessati, 'i teatranti', sanno bene chi sono, cosa fanno e cosa vogliono esprimere, il pubblico allibito che li osserva dalla platea ha spesso fantasticato fino a inventare un'immagine bizzarra e astrusa del Teatro stesso. Il nostro obiettivo era di raggiungere la mente creatrice del progetto proprio dietro le quinte, laddove tutti vogliono andare, ma nessuno può arrivare: Devis chiarisce finalmente ogni minima sfaccettatura della sua poliedrica e tenebrosa creatura...
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Il nuovo EP "Pan Ist Tod" segna un netto cambio stilistico rispetto al passato, lasciando spazio al folk e ad una strumentazione rock (sebbene alcuni suoni sembrino campionati) rispetto alle sonorità elettroniche delle tue precedenti release. A cosa è dovuto questo cambiamento di rotta? Il futuro del Teatro Satanico sarà ancora incentrato su suoni folk-rock, oppure tornerai alle sperimentazioni elettroniche?
"Quasi tutta la produzione del Teatro Satanico è marcatamente concettuale. Si parte da uno o più temi, da un nucleo di idee, e queste poi inevitabilmente influiscono nel risultato finale. Nel caso di 'Pan Ist Tod' ho voluto usare degli stereotipi neo-folk perché sono quelli più funzionali per il tema trattato. Per quel che riguarda la produzione vera e propria, confermo che anche questo disco è interamente elettronico. Qua e là è stato fatto un uso di particolari accorgimenti per dare un senso di human feeling nelle tracce contenute, in particolare del sampling offset, appunto perché solo "alcuni suoni sembrino campionati". Dubito che ritorneremo con un concept-album folk-rock. Personalmente è da anni che mi interesso di musica elettronica, e posso assicurare che questa materia sia più vasta e più impegnativa di quello che possa sembrare, perché è oggetto di sviluppo continuo. Per queste caratteristiche di estrema duttilità, ritengo che la 'sperimentazione elettronica' sia la soluzione migliore per il Teatro Satanico."
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Come mai avete deciso di sostituire la solita voce maschile del Teatro Satanico con una femminile? Artisticamente parlando, in quale direzione conduce la cantante che interpreta i brani di "Pan Ist Tod"?
"Il Teatro Satanico è un progetto, non una band. Non ci sono quindi ruoli fissi e predeterminati che debbano venire di volta in volta rigorosamente rispettati. Già in passato ho usato delle voci diverse da quella di Alberto (Alberto Maria Kundalini, nda). Nel 7" allegato a 'Dimonia' le voci sono di Davide Faranda, Edwin Salas e Tairy Ceron (titolare del progetto Ait!, nda), mentre nel secondo LP pubblicato da Amplexus compare addirittura un piccolo coretto di neo-pagani. Per 'Pan Ist Tod' ritenevo che una voce femminile aggiungesse un tocco più drammatico ad alcuni brani del disco, oltre che ad azzerare ogni aspettativa preconcetta. In futuro spero di riuscire ancora a coinvolgere Arianna in altre produzioni, ma è difficile, perché lei di professione è una burattinaia, e spesso è fin troppo impegnata con un teatro di burattini che segue da anni."
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Il tuo ensemble appare decisamente allargato: di norma eravate in due, ora appaiono ben sei elementi. Quali ruoli hanno ricoperto i nomi nuovi del Teatro Satanico e quanto hanno inciso sul risultato finale?
"Nel Teatro Satanico figurano come 'teatranti' anche coloro che nelle altre produzioni vengono indicati come 'special guest'. Molti hanno pensato che il Teatro Satanico fosse un duo perché in passato Alberto Maria Kundalini è stato il collaboratore con cui ho condiviso i primi lavori. Qualcun altro ha visto il Teatro Satanico come una sorta di one-man-band. Le opinioni sono sempre state discordanti. Io lascio ad ognuno la sua interpretazione, ma per chiarezza diciamo che sono io a dirigere il Teatro e a comporre la maggior parte dei testi e della musica. Però non escludo mai i contributi dei miei collaboratori, qualora si rivelino utili e funzionali alla produzione in corso. Mentre stavo lavorando su 'Pan Ist Tod', tanto per fare un esempio, ho usato la prima stesura del testo 'Can Mort' scritta da Loredana Bolzan, mentre Sissy Biasin è l'autore del testo e della esibizione vocale di 'Soldati'. Un altro esempio è la scaletta definitiva dell'album 'Teatro Satanico Muzakiller', che è stata decisa da David Youcide Muzakiller, co-autore di alcune tracce ivi contenute, nonché autore dei remix inclusi sempre in quell'album. E ancora, le tracce musicali di 'Dimonia' (raro 7" del 2002 allegato ad un libro, nda) sono state composte da IF (Ivan Ferrazzi), un mio amico DJ. Mentre Alberto è stato l'autore della gran parte dei testi delle nostre prime produzioni low-fi. Non è però una faccenda facile trovare dei collaboratori validi, e non è facile nemmeno gestirli al meglio. Forse è proprio perché il Teatro Satanico non ha l'assetto di una band ordinaria, ma molti musicisti vanno in tilt quando espongo loro le mie intenzioni. In linea di massima quello che cerco nei miei collaboratori è un mix di preparazione culturale, capacità tecnica ed empatia. Mentre il mio ruolo richiede che io abbia le idee chiare e che dia delle direttive semplici da seguire. Se questi requisiti vengono soddisfatti, le cose vanno per il verso giusto e di volta in volta il progetto in corso viene portato a termine con soddisfazione di tutti."
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L'EP "Pan Ist Tod" va a raccontare e ricordare la triste vicissitudine di un giovane soldato ungherese di nome Peter Pan, che aveva molte cose in comune con il personaggio della fiaba di James Matthew Barrie. Come è nata l'idea di incentrare i brani su questa particolare questione? Puoi raccontarci brevemente la triste storia del soldato Peter Pan? Quali sono i punti di contatto tra il giovane milite e il personaggio fiabesco? La musica, molto ritmica e marziale, riconduce all'ambito della guerra, ma non a quello della fiaba: quali aspetti della vicenda di Peter Pan hai cercato di sottolineare con i tuoi brani?
"Rimando il lettore al sito www.soldatopeterpan.it, dove ci sono tutte le informazioni sulla vicenda del soldato Peter Pan. Io vivo a Bassano del Grappa, relativamente poco distante dalla tomba descritta in quelle pagine web. Filologicamente parlando i punti di contatto tra il soldato e il personaggio fiabesco sono labili e pretestuosi, se non del tutto inesistenti. Ma quello che la storia non concede lo può la finzione artistica. Quello che a me premeva era di mettere in scena un cortocircuito artistico collegando ed evocando, sempre nell'ambito della libera creazione artistica, i due Peter Pan, quello della fiaba ed il soldato caduto nel conflitto mondiale, la figura mitologica del dio Pan, il dio cornuto a cui erano sacre le cime dei monti, aggiungendo al tutto un esplicito tocco anti-militaristico. Come linguaggio musicale ho scelto di usare il neo-folk, un genere che solitamente veicola ideologie diametralmente opposte. Insomma, una sorta di ribaltamento degli stereotipi del genere neo-folk operato dall'interno, usando in modo antagonista, 'satanico', lo stesso genere neo-folk."
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I nuovi pezzi sono cantati in dialetto veneto: in che modo tale dialetto si ricollega al tema trattato in "Pan Ist Tod"? E come mai, per contro, hai scelto la lingua tedesca per il titolo dell'EP stesso?
"Non è la prima volta che usiamo il Veneto in un nostro disco, anzi, mi piace usare il suono di idiomi alternativi all'italiano. Su 'Dimonia' è stato usato anche un dialetto sudamericano, parlato appunto dal messicano Edwin Salas. Ovviamente prediligo gli idiomi con cui mi esprimo quotidianamente, il veneto e l'italiano nel mio caso, che costituiscono il bagaglio linguistico assegnatomi dal caso fin dalla nascita. Faccio notare che questa di Peter Pan è una vicenda che prende il via da una storia veneta, quindi la scelta linguistica è più che appropriata. E poi, anche da un punto di vista filologicamente neo-folk, la scelta di esprimersi attraverso una lingua popolare è decisamente obbligatoria. Mentre il titolo è in lingua tedesca in riferimento al caduto austro-ungarico, dal cui nome trae ispirazione il disco. Ma con un po' di malizia aggiungo che sono cosciente che per il mercato neo-folk un titolo in tedesco sia una tentazione quasi irresistibile, come la luce delle insegne luminose per le falene!"
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La copertina del nuovo 10" è singolare come tutte le cover dei tuoi album precedenti: quale significato si nasconde dietro a quel grottesco personaggio che campeggia tra i soldati di un'epoca passata?
"La foto è vera, l'ho rintracciata in un libro sul folklore austriaco. Fu scattata in una trincea austro-ungarica durante il primo conflitto mondiale. Il 'grottesco personaggio' così camuffato in mezzo ai commilitoni sta festeggiando il giorno di San Nicola, a ridosso del Natale, conciato da Krampus. Per i cenni storici sulla figura del Krampus, festeggiata in tutta l'Austria e in parte del Friuli, rimando al sito www.krampus.it. La foto ha un che di surreale, e ben rispecchia il gioco linguistico del disco. Ribadisce anche la solida struttura neo-folk dello stesso che attinge da storie popolari, leggende e vicende reali. In modo intuitivo lascia intuire come il mito del Green Child, di Pan, di Fauno e appunto del Krampus rimandino tutti ad un comune e diffuso fondo mitologico che il monoteismo non ha sradicato, ma ha confinato nelle favole e nell'inconscio. Ci tengo a far notare come anche la foto della tomba riportata nel retro copertina sia assolutamente vera e reale, non un facile trucchetto da photoshop come qualche sprovveduto potrebbe pensare."
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Il vostro nome fa letteralmente riferimento alla 'tematica satanica' che viene almeno in parte direttamente affrontata in alcuni album (penso al recente CD con Muzakiller o al 7" allegato all'enciclopedia "Dimonia"): qual è il tuo approccio all'argomento 'Satanismo'? Con quali modalità tratti tale questione?
"Domanda impegnativa che presuppone una conoscenza umanistica più ampia di quella che gira tra i banchi di scuola. Comunque, in breve e a costo di sembrare superficiale, cercherò di rispondere nella maniera più chiara possibile. L'attributo 'Satanico' pone l'attenzione sulla componente antagonista ed antinomica. Il termine di origine ebraica 'Satana' filologicamente si può rendere come 'Avversario', 'Nemico' o, più semplicemente, come 'Oppositore'. E il Teatro Satanico è sorto appunto per fare arte di opposizione. Ora questo antagonismo artistico si riflette soprattutto nei confronti della società occidentale in cui viviamo e di cui noi stessi siamo parte, dove più pesa il giogo derivato dal condizionamento educazionale monoteista. Chi ci segue sa che spesso la nostra 'satanica' prassi artistica consiste semplicemente nel mettere in luce gli aspetti contraddittori di quello che ci sta attorno. Tra le varie cose, ci piacerebbe pensare che la nostra arte funga da stimolo per un esercizio autonomo di pensiero critico da parte dell'ascoltatore. Se la gente agisse più per illuminata ragione che per cieca fede, questo mondo sarebbe sicuramente migliore."
"L'immagine è la comunicazione PRIMA, tant'è che etimologicamente la stessa parola idea deriva dall'etimo del verbo 'vedere'. La parola può essere comunicata anche con un suono, ma non è così per la visione. Di questo erano coscienti i pionieri della musica industrial quali Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire ed SPK."
(Devis)
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Al giorno d'oggi si sentono di frequente notizie riguardanti presunti satanisti dediti a sacrifici umani o ad altre pratiche più o meno macabre, e spesso questi individui (a volte molto giovani) vengono relazionati all'ambiente black metal o a personaggi di spettacolo tipo Marilyn Manson: qual è la tua opinione al riguardo?
"Non so nulla della scena metal, so che esiste, ne ho letto qualcosa, ma non ne faccio parte e non ho sviluppato opinioni in merito. E di Marilyn Manson ho visto solo dei videoclip su MTV, e mi sono rimaste impresse più le immagini (di Floria Sigismondi?) che la musica. Invece noto come di 'presunti sacrifici umani e pratiche macabre' se ne vocifera di frequente e senza prove. Questo allarmismo diffuso, questo terrorismo culturale, spesso causa danni sociali e vittime innocenti. Premesso questo, io sottolineo il fatto che il diavolo ognuno se lo figura più come PUÒ che come vuole. Ora l'immaginare che il 'satanismo' sia quella sorta di ignobile, violenta e insensata paccottiglia da quattro soldi descritta dal più laido immaginario cristiano la dice lunga sul background di questi 'presunti satanisti'. Se poi parliamo di 'sacrifici umani', ricordo che nella realtà storica furono proprio i pii inquisitori cristiani quelli che nei roghi hanno bruciato vive uno spropositato numero di persone assolutamente innocenti in nome del loro credo religioso. Di tanto in tanto ricorre ancora oggi la notizia di qualcuno che ci lascia le penne, sul serio e non per vociferazione, durante qualche pio rito di esorcismo cristiano. Forse è proprio nelle chiese cristiane che s'annida il male. I buoni cristiani adorano parlare di Inferno e di Paradiso, ma più che con questa metafisica pataccara è coi loro comportamenti veri e reali che dovrebbero confrontarsi, quelli che esercitano su questa Terra dove vivono anche altre persone che credenti non lo sono. Ma non ho voglia di utilizzare queste pagine per polemiche che ai lettori potrebbero risultare fastidiose. Faccio solo presente che è perlomeno bizzarro che, quando si parla di satanismo, si ricada in questi cliché da film horror di serie zeta. Quando uso il termine 'demoniaco' io penso ai filosofi greci, a Platone, Plotino, Proclo ... penso a Nietzsche o al contemporaneo James Hillman... Per parlare sempre in termini hollywoodiani, io preferisco di gran lunga il diavolo-Emmanuelle Seigner del Roman Polanski de 'La Nona Porta' a quello prettamente cristiano rappresentato ne 'L'Esorcista' di William Friedkin!"
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Le tue parole mi riportano alla mente il monologo che chiude il lato A del vostro LP stampato per i tipi della defunta etichetta italiana Amplexus: un prete decisamente fuori dalla grazia divina che vaneggia di 'satanismo'. Ho passato qualche minuto a ridere quando l'ho ascoltato per la prima volta. Da dove hai preso quell'assurdo excerpt? Quanto la componente ironica (che sembra emergere spesso) incide e rientra nei lavori del Teatro Satanico?
"L'ironia è la soluzione alla quale ricorro più spesso quando voglio essere più caustico del solito. L'ironia è un chiaro segno di arguzia e vivacità intellettuale, pressoché incomprensibile per le menti ottuse. La si ritrova spesso nelle pagine della migliore letteratura 'satanica', come ad esempio in quelle di Ambrose Bierce, di Mark Twain o di Anton La Vey. Se si andasse ad analizzare con più attenzione il lavoro dei Coil, piuttosto che dei Whitehouse, si scoprirebbe che l'esercizio dell'ironia è più frequente di quello che si voglia pensare anche nella scena industrial internazionale contemporanea. Venendo alla traccia a cui ti riferisci, quella è la registrazione di una predica fatta da un certo Renato Baron, non un prete ma una sorta di santone cattolico del vicentino che, asserendo di vedere la madonna, ha tirato su una organizzazione acchiappa-soldi dalle dubbie finalità. È stato Alberto a passarmi la registrazione di quel predicozzo palesemente assurdo. Io l'ho inserito alla fine del lato A per dare più risalto alla traccia che chiude la facciata B. Quella del goliardico coro dei pagani vicentini, i pericolosi satanisti a cui si riferisce Baron nel suo sproloquio, che insistentemente richiedono la rimozione della croce di calcestruzzo che deturpa la cima del Monte Summano, una montagna della zona là attorno."
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Sembra che il vostro nome vi abbia procurato più di un problema nel corso degli anni, ricordo ad esempio i fatti legati ad una certa "operazione runa", per cui si vocifera foste stati addirittura arrestati... Hai voglia di parlarne e di raccontarci cosa successe?
"Non direttamente in 'operazione runa', ma in una inchiesta parallela siamo stati accusati, io ed alcuni miei amici di allora, di fare capo ad una associazione sovversiva finalizzata all'eversione dell'ordine democratico. Paroloni per dire che, secondo le tesi dell'accusa, noi eravamo dei terroristi a capo di un non meglio specificato complotto 'nazi-satanista'. Ora passi anche per 'satanista', ma il 'nazista' mi sembra che sia stata una calunnia del tutto gratuita e fuori luogo. L'inquisizione di cui fummo vittime fu capitanata da un poliziotto soprannominato dai suoi stessi colleghi come 'il teologo', il che lascia intuire su chi fossero i mandanti e su quale fosse la vera natura dell'inchiesta. Non siamo stati arrestati, ma solo indagati. Il caso fu archiviato dopo un anno, perché il fatto proprio non sussisteva. Ma questo fa capire come nella laica repubblica italiana tutto passi in secondo piano, anche la libertà artistica di espressione costituzionalmente garantita, quando parte qualche crociata cristiana che serva a mandare al rogo i senza-dio!"
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L'ironico brano "Confesso Tutto!", uscito anche in edizione 7" split con cover di Nový Svet, ripercorre crudamente l'assassinio di una bambina: questa canzone ti era stata ispirata da un fatto reale? Si dice che foste accusati proprio voi dell'omicidio, ma poi foste assolti dalle accuse. Cosa successe veramente? E perché hai scelto di ricostruire il fatto attraverso un così duro brano musicale?
"'Confesso Tutto!' è stato registrato in una musicassetta del 1993. Per la base musicale utilizzai solo due sintetizzatori analogici, un Crumar Spirit ed un Korg Sigma. Il brano in questione fu riproposto all'interno di un album 12" LP del 2000, stampato dalla Nekofutschata di Jürgen Weber, e nuovamente nel 2003 da Punch Rec. nello split 7" a cui fai riferimento. Si tratta di un pezzo di satira nei confronti del giudice che ha aperto l'inchiesta a cui facevo riferimento sopra. Siamo stati letteralmente perseguitati per oltre un anno a causa di quella infondata inchiesta. Per inciso i poliziotti andarono di gran lunga oltre i limiti di quanto era loro consentito, protraendo le indagini al di là dei limiti di tempo consentiti dagli stessi termini di legge. Alla fine della insopportabile vicenda ci siamo voluti togliere un sassolino dalla scarpa. Anche se il pezzo in questione raccoglie una confessione di omicidio fittizia, e volutamente esagerata, noi non siamo mai stati accusati di omicidio, e nemmeno siamo mai stati coinvolti in nessun caso di omicidio. Non so chi possa mai aver fatto girare una simile e colossale fandonia."
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Queste 'particolari' notizie campeggiano nel più importante database musicale, discogs.com, e mi auguro che qualcuno si preoccupi di modificarle quanto prima. Se non altro riescono a creare un'aura di leggenda e di oscurità su cui potrai ridere... evidentemente tutto il mondo è paese anche nella rete!
"La rete si trova in una situazione di INFORMATION OVERLOAD che genera confusione e mistificazione. Non basta un motore di ricerca per accedere all'informazione: bisogna scovarla tra le righe, setacciarla e separarla dal fango, proprio così come si fa per la ricerca dell'oro, un'operazione che richiede cura e dedizione. Ma, parlando di rete, noto che molti utenti sono interessati più che altro all'adding e al chiacchiericcio delle chat. Il sovraccarico di informazioni porterà all'oblio. Stiamo ripiombando in un nuovo medioevo non a causa della mancanza di informazioni utili, ma a causa dell'eccesso di informazioni inattendibili."
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L'ensemble viennese Nový Svet ha partecipato spesso alle tue release e ha anche prodotto uno dei tuoi primi lavori in LP. Come è nata la collaborazione con Jürgen Weber? Hai in programma altre release insieme a Nový Svet?
"Sarò sempre grato a Jürgen, senza di lui il Teatro Satanico sarebbe sicuramente cessato d'esistere artisticamente nel 1996. Ma anche se mi piace quello che fanno, non abbiamo nulla in programma con i Nový Svet. I miei rapporti con Jürgen e Ulla si sono via via diradati. Di tanto in tanto ci sentiamo via email, ma molto molto sporadicamente."
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Ora che ci penso, dopo il 1996 c'è stata un'impennata produttiva nelle release del Teatro, mentre prima di quell'anno videro la luce solo alcuni nastri. Perché il tuo progetto rischiò di fermarsi per sempre? E quali fattori hanno dato nuova linfa vitale al Teatro Satanico dopo il 1996?
"Nel 1996 smisi di fare musica per dedicarmi ad attività di tutt'altro tipo. Sono di quel periodo le registrazioni fatte con Marco Corbelli, che poi ho ripreso in mano e pubblicato come 'Necrophonie' l'anno scorso per Sottomondo Edizioni. Perché smisi di produrre musica per circa 4 anni? Fondamentalmente non avevo tempo da dedicarci. Sebbene abbia molti interessi non riesco a portare avanti troppi progetti assieme, tutti in contemporanea. Cerco di lavorare con lentezza e metodicità, perché so di essere tendenzialmente dispersivo. In quel periodo, poi, ero persuaso che a nessuno importasse veramente di quello che combinavo, e senza un pubblico non ha senso fare del teatro. Nel 2000 fui sorpreso dalla richiesta di pubblicare un disco di Teatro Satanico per una etichetta austriaca. Non avendo un pubblico in Italia, francamente mi chiedevo come potevo averne uno all'estero. La scoperta che c'erano delle persone interessate ad ascoltare quello che facevo mi ha dato le motivazioni necessarie per continuare il lavoro là da dove era stato sospeso."
"Sono conscio che il Teatro Satanico sia una sorta di bestia nera per i critici musicali, perché quello che proponiamo è ben lontano dalla consueta produzione musicale dei 'generi'. Io penso che i generi siano una sorta di trappola per le menti pigre. Sono stati inventati dal mercato per vendere determinati prodotti standard a determinate fasce di consumatori standard."
(Devis)
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Originariamente il vostro nome era "Teatro Satanico Charles Manson", poi mutato nel più breve Teatro Satanico: perché il riferimento a Charles Manson? Quali avvenimenti hanno portato a modificare il nome?
"Ho coniugato il nome TEATRO SATANICO unendo parte del nome 'Teatrino della Volpe', uno degli pseudonimi che usava il mio amico Sissy Biasin negli anni 80/90 con il quale mossi i primi passi nella scena industrial, e parte della sigla 'Cerchio Satanico Charles Manson', utilizzata da Alberto Maria Kundalini per i suoi interventi di scrittura mail-artistica di stampo neo-situazionista. Eravamo tutti e tre amici. Nel 1993 incisi il primo nastro, 'Delirio Sifilitico', usando questo nome. Poi, già con il seguente 'Polisatanismo', accorciai il nome al solo Teatro Satanico perché trovavo il riferimento a Manson fuorviante e contestualmente inutile. Se posso, cerco sempre di semplificare le mie cose."
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Generalmente i tuoi testi sono interpretati in italiano, senza alcun supporto che proponga una versione in inglese. Alla luce di quanto particolari sono le liriche del Teatro, non pensi che una larga fetta del pubblico straniero sia costretta a perdere irrimediabilmente un lato interessante e peculiare dei vostri prodotti? Non hai mai pensato di ovviare in qualche modo al problema?
"In tutta franchezza, credo proprio che questa questione dell'inglese sia una faccenda sovradimensionata. Perché allora non usare lo spagnolo, che è una lingua altrettanto - se non ancora di più - diffusa a livello mondiale? Oppure pensa al repertorio melodico napoletano, il cui idioma è spesso incomprensibile anche agli altri connazionali. Sembra impossibile, eppure viene esportato in mezzo mondo! Se un prodotto artistico è valido riesce a trasmettere qualcosa anche al di là della mera comprensione linguistica, questa è almeno l'opinione di una mia corrispondente giapponese, che poi comunque aggiunge "maybe English biography would be appreciated". Probabilmente più in là forniremo al pubblico straniero delle versioni in lingua inglese e spagnola. Ma per semplice questione di cortesia, e non per scopi promozionali. Siamo esclusi dal grande giro della musica commerciale, quindi per noi nemmeno si pone il problema di perseguire un determinato minimo di vendite delle nostre 'release'."
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Una domanda molto mirata: il brano "Anatema Contro I Nemici Di Israele" (apparso nel vostro primo LP del 2000, ma pubblicato negli anni precedenti su altri formati) ha un testo che definire brutale è poco, una vera e propria lista di maledizioni atroci. Da dove nascono quelle scottanti parole? Quali motivazioni sono alla base della realizzazione del brano? Chi sono i nemici di Israele verso cui sono riversati gli anatemi?
"'Pulsa De Nura' (era questo il titolo originario del brano, nda) comparve originariamente nel 1995 su 'Slaughter Age 1995', una compilation su nastro della Slaughter Productions. Mi ricordo che lo composi con un vecchio Atari ST1040, un sintetizzatore Korg 707 ed una vecchia drum-machine Yamaha. Il pretesto del testo derivò da un fatto di cronaca di cui leggemmo notizia in un quotidiano del periodo, non ricordo più se Repubblica o Corriere. La 'Pulsa De Nura' è una maledizione talmudica così terribile che non è assolutamente consentito di scriverne una formula scritta, ma si tramanda oralmente solo tra alcuni rabbini ortodossi. Era il periodo in cui parte della leadership israeliana s'era espressa a favore dell'abbandono delle occupazioni del territorio palestinese, ed alcuni rabbini avevano scelto di attuare il più temuto degli anatemi ebraici contro questi 'traditori di Israele'. La cosa aveva stimolato la nostra fantasia, e non esistendo documentazione scritta su questa maledizione, ecco che ci siamo inventati la nostra diabolica versione!"
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Circa un anno fa hai pubblicato un breve CDr intitolato "Canzoni Alpine", nel quale il Teatro reinterpreta classici canti degli Alpini. Da cosa deriva il tuo interesse per questo corpo militare? Quali sono state le modalità realizzative dei cinque brani contenuti nel CD?
"Ho già detto sopra che abito a Bassano del Grappa, città che spesso è definita come la 'città degli alpini', anche a causa del celebre ponte coperto di disegno palladiano, detto appunto 'degli alpini' in seguito alla ricostruzione fatta nel dopoguerra dal genio di quel corpo militare. Ma al di là di questo primo ovvio riscontro biografico, prendendo in analisi i testi delle canzoni alpine che abbiamo proposto, troverai una intera gamma di comportamenti macabri e bizzarri che hanno stimolato la nostra fantasia. Nella fattispecie, profanazione di cadavere ne 'Il Testamento Del Capitano' e un raptus necrofiliaco ne 'La Licenza'. 'La figlia Dell'Ufficiale' è una tragicommedia con faustiana nube di zolfo finale, e solo nella 'Valsugana', canzone che prende il nome dalla vallata che si apre proprio su Bassano, si ha una sorta di posticcio e poco consolatorio 'happy ending', ma solo dopo una serie di sfortune e disgrazie assortite. Questi canti popolari, che dai più sono considerati come strofe innocenti, celano un vero cuore nero. I pezzi del mini-album in questione sono cinque, sopra ne ho elencati quattro, ma non si tratta di un mio refuso: il quinto è una versione in francese de 'Il Testamento Del Capitano', ovvero 'Dernière Volonté Du Capitaine', la cui traduzione mi è stata gentilmente fornita da Geoffroy dei Dernière Volonté. Le registrazioni risalgono allo stesso periodo durante il quale stavo preparando 'Teatro Satanico Muzakiller', e, data la coesione dei 5 pezzi, mi risultava difficile inserirli in quel disco: da cui la scelta di farne un mini-album."
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Il Teatro ha prodotto diverse VHS, mostrando un forte interesse per il lato visivo accostato alla musica. Quanto è importante secondo te, oggi, l'immagine associata alle note? Quanto nei tuoi prodotti il video riesce ad arricchire la forza dei brani? Pensi che la scena industrial/noise debba fare più uso delle immagini in relazione ai suoni? Il mio pensiero va ad esempio ai video raccolti nei DVD/VHS "Macrocephalus Compost" prodotti dalla Old Evropa Cafe, un tipo di release originale, ma finora non troppo seguito nella scena alternativa-sperimentale...
"L'immagine è la comunicazione PRIMA, tant'è che etimologicamente la stessa parola idea deriva dall'etimo del verbo 'vedere'. La parola può essere comunicata anche con un suono, ma non è così per la visione. Di questo erano coscienti i pionieri della musica industrial quali Throbbing Gristle, Cabaret Voltaire ed SPK. In tutta onestà, non me la sento di mettere in relazione la old school con la scena industrial contemporanea. La mia impressione è che molti contemporanei dedichino più energie al loro myspace che al loro lavoro artistico. Questa estate ho avuto occasione di seguire un workshop con Matt Black dei Coldcut, uno dei pionieri del VJing internazionale. Niente a che vedere con la scena industrial, lo so, ma ho l'impressione che la ricerca multimediale sinestetica, e la commistione videoartistica in genere, sia una tendenza che nei prossimi anni si farà più marcata in ambiti musicali diversi dall'industrial, anche se questi ne è stato il precursore."
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Qual è il messaggio nascosto dietro il video "La Taranta", in cui immagini di rituali voodoo vengono associate a scene della tipica danza folkloristica ancora praticata nel sud Italia? Da cosa è scaturita l'idea che ha portato a questa singolare produzione?
"Era un mio professore di antropologia culturale che metteva in relazione queste due cose, distanti dal punto di vista geografico ma simili per 'causa ed effetto'. Per gli appassionati c'è una consistente bibliografia a supportare questa tesi, basti pensare agli studi di Georges Lapassade. A me interessava proporre la cosa visivamente, così che questa similitudine saltasse subito all'occhio. Per i più curiosi, per comporre il ritmo della base musicale ho usato una vecchissima Synsonics Drums ed un meno vecchio Dr.Pad della Boss. Questa traccia sonora è la medesima che poi ho utilizzato per 'Venetaranta' in 'Teatro Satanico Muzakiller', questa volta accomunando sì due cose che non stanno assolutamente in relazione: la tarantella dell'Italia meridionale ed un cut-up di frasi fatte raccolte nelle peggiori bettole del Nord-Est."
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Per contro l'antico nastro intitolato "Mephitic Coitus", risalente al 1994, è stato in parte riproposto in versione VHS a commento di vecchie scene di materiale pornografico: come è nata l'idea che ti ha portato a fare questo accostamento? Un tempo immagini di pornografia (se così può chiamarsi) più o meno estrema venivano spesso associate a brani power electro e industrial, penso ad alcune release degli Whitehouse, a Maurizio Bianchi, ai Die Form... I vostri video mirano a citare alcune sperimentazioni già fatte in passato?
"'Mephitic Coitus' mi fu richiesto appositamente da Barry Fuller (Hex Minora) della inglese BV TAPES. Registrammo quei pezzi nello stesso periodo in cui registrammo 'Polisatanismo', tant'è che su entrambi usammo un brano col medesimo testo ('Sperma'), ma con accompagnamento musicale diverso. A Barry interessava parecchio la pornografia. Questo mini-album, che uscì per una label-tape inglese (BV TAPES) di tutto rispetto, fu probabilmente il nastro più conosciuto del Teatro Satanico fuori dai confini nazionali negli anni '90. Dopo 10 anni pensai di fare una cosa gradita ai fedelissimi col ristampare questo lavoro, accompagnandolo con una selezione visiva tratta da film porno-vintage soft-core anni '60/'70 che ne rispecchiasse in qualche modo obliquo l'eroto-maniacale contenuto audio. Nessuna citazione del passato, casomai 23 copie numerate a mano di auto-accondiscendenza."
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La musica del Teatro (eccezion fatta per il recente "Pan Ist Tod") non è avvicinabile ad alcun filone o genere già esistente, ma ha un suo spessore che esula da qualsiasi tipo di imitazione e catalogazione. Per questo vorrei chiederti quali sono i progetti e il tipo di musica a cui ti rifai, quali sono le fonti da cui nasce il suono del Teatro e i musicisti a cui fai riferimento.
"Ho sempre ascoltato di tutto, ma sempre con orecchie attente e con critico spirito d'attenzione. Mi sono avvicinato alla scena industrial da ragazzetto, attraverso 'Formen Letzer Hausmusik' di Asmus Tietchens ed 'Information Overload Unit' degli SPK, dischi che comprai non perché fossero degli album collegati a qualche scena allora di moda, come ad esempio la new-wave, ma perché anche allora ero interessato alla musica elettronica. Ma credo che il mio lavoro abbia più volte tratto spunto od ispirazione dall'operato di artisti che hanno operato in altri campi rispetto a quello prettamente musicale. Ad esempio da Nitsch (Hermann Nitsch, tra i più discussi e ammirati artisti contemporanei, nda), oppure da letture particolarmente stimolanti, come gli scritti di Wittgenstein. Se dovessi stilare una lista degli artisti che abbiano stimolato la mia curiosità o la mia attenzione, includendo magari anche cineasti e autori di teatro, beh, forse dovrei scrivere una sorta di elenco telefonico! Sicuramente il musicista che finora ha influito maggiormente nel mio modo di fare musica è stato Joseph Waters, professore dell'Università di San Diego. Tempo fa ho seguito un suo corso di teoria della composizione elettronica, e non riesco a non pensare alle osservazioni del professor Waters ogni volta che affronto dal punto di vista analitico una composizione musicale. Resta inteso comunque che la produzione musicale del professore differisce in toto da quella del Teatro Satanico. Sono conscio che il Teatro Satanico sia una sorta di bestia nera per i critici musicali, perché quello che proponiamo è ben lontano dalla consueta produzione musicale dei 'generi'. Io penso che i generi siano una sorta di trappola per le menti pigre. Sono stati inventati dal mercato per vendere determinati prodotti standard a determinate fasce di consumatori standard. Sia per 'Pan Ist Tod' che per 'Dimonia' abbiamo fatto un uso accorto dei linguaggi mutuati da generi già esistenti e del loro possibile sovvertimento interno, nella fattispecie neo-folk antimilitarista nel primo caso e la satanic-house nel secondo. La scelta fu fatta sulla scorta di considerazioni squisitamente concettuali. Sicuramente il risultato si sarà impattato anche contro le stesse aspettative del nostro pubblico più affezionato, quello che già conosceva il modo d'operare del Teatro Satanico. Questo riporre nelle mani dell'operatore artistico l'USO del genere, e non permettere che il genere obblighi l'artista alla supina ripetizione di sé stesso, è una cosa che meriterebbe un minimo di riflessione ermeneutica. Stratagemmi simili si ritrovano anche in alcune produzioni passate degli Psychic TV. Eccoti un altro nome al quale puoi fare riferimento quando si parla di Teatro Satanico, pur tenendo presente che quanto detto è da intendersi più come attitudine concettuale che come ispirazione musicale vera e propria."
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Seguendo un atteggiamento produttivo tipico di molti progetti industrial, hai stampato la musica del Teatro nei formati più diversi (nastri, vinili di varie dimensioni, CD, CDr, VHS, box-set...) in edizioni a volte limitatissime, snobbando quasi sistematicamente la possibilità di ristampare i vecchi lavori. Perché hai optato per una produzione così ostica e ben più che anti-commerciale? Riusciremo a vedere ristampati i vecchi nastri del Teatro, oppure i due LP in formato CD?
"Penso che il nostro lavoro possa essere difficile da commercializzare. Non sono nemmeno convinto che il Teatro Satanico abbia un grande seguito. Probabilmente potrebbe venire apprezzato sì da molti, ma sicuramente non da tutti. In ogni caso non credo che potrà mai essere un fenomeno da grandi numeri, anche perché non abbiamo nessun appoggio esterno, nessuna agenzia che ci curi il booking e nessun contratto con qualche indie che sia in grado di garantire una distribuzione incisiva od una discreta presenza sul mercato. Io poi non riesco proprio a coniugare auto-promozione e produzione artistica, anzi, troppo spesso tralascio la prima per occuparmi della seconda. So che le esigenze di mercato richiederebbero il contrario, ma non riesco a sdoppiarmi. Di conseguenza, tralascio il marketing per occuparmi del lavoro artistico. Mi dispiace per il pubblico che ci segue, ma ogni uscita è affidata in gran parte alla contingenza del caso. Se trovo un discografico disposto a stampare una tiratura sufficientemente ampia ecco che il disco riesce a coprire la domanda, altrimenti giocoforza devo ricorrere a delle uscite in tiratura limitata. Questa è l'unica pragmatica opzione reale concessa dal mercato. E se avrò la possibilità di pubblicare qualcosa, preferirò sempre stampare materiale nuovo. Il vecchio repertorio è appunto pur sempre in qualche modo reperibile nel circuito del disco da collezione."
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A mio avviso ciò che rende difficile la reperibilità delle produzioni del Teatro (sia vecchie che recenti) è proprio il mercato del disco da collezione: titoli risalenti a poco tempo fa, come "Canzoni Alpine", arrivano a quotazioni alte (talvolta proibitive), e spesso c'è un'avida volontà di far lievitare i prezzi. Non credi che qualcuno si arricchisca alle spalle del Teatro, sfruttando all'eccesso la definizione di 'raro'?
"Io la vedo da un altro punto di vista. Chi veramente sfrutta il nostro lavoro sono quelli che illegalmente ci svendono tramite il download digitale in rete. Al contrario, i collezionisti fanno di tutto per tutelare la produzione artistica rigorosamente originale. Il circuito del collezionismo è una difesa nei confronti della pirateria digitale. Tu citi 'Canzoni Alpine' come esempio, ma volendo ho visto che si possono trovare ancora delle copie di questo mini-album ad un prezzo più che ragionevole in un noto sito austriaco del settore. Per me è una buona cosa che gli estimatori del Teatro Satanico siano quasi tutti dei collezionisti e che i dischi del Teatro Satanico abbiano un certo valore, pur anche solo venale se vuoi, che superi il breve termine della stagione commerciale standard."
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D'altro canto, anche se il Teatro non ha un enorme seguito (fatto dopotutto normale per un progetto sperimentale), le alte quotazioni di alcuni dei vostri dischi sono un indizio di come tirature a 100 o 200 copie siano comunque troppo esigue per il pubblico che avete. Non hai mai pensato di sottovalutare il seguito che il Teatro Satanico è riuscito a costruirsi nel corso degli anni?
"Non sono così miope da escludere questa ipotesi a priori, ma non sono in grado di fare queste operazioni di analisi demoscopica del mercato. Probabilmente la nostra è una situazione di confine. Ma io sono realista, e so che senza l'appoggio di una indie, con tanto di distribuzione e management, non abbiamo certo molte possibilità di proporci ad un pubblico più ampio."
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Devis, il tuo nome è strettamente legato alle edizioni Sotto Mondo, che hanno dato alle stampe alcuni dischi del Teatro Satanico. Sotto Mondo è stato ed è un punto di riferimento importante per la distribuzione di materiale cartaceo e multimediale anomalo e fuori dai gusti standard e precostituiti. Come editore e autore, che tipo di pubblicazioni hai messo a punto per questa etichetta? Al giorno d'oggi quanta gente ritieni possa essere interessata ad un tipo di cultura 'alternativa'? Quanto, secondo te, le persone si fanno condizionare nei propri gusti e scelte dal martellamento pubblicitario dei principali mezzi di comunicazione? Negli ultimi anni si è spesso sentito parlare di 'cultura di plastica', una cultura usa e getta a produzione industriale: cosa pensi al riguardo? Ritieni che una 'cultura del sottomondo' sia ancora viva ed in salute in Italia?
"Ora non gestisco più 'Sotto Mondo', altrimenti non avrei proprio tempo per occuparmi di altro. Quando con il mio ex-socio aprimmo questa libreria io avevo una discreta conoscenza della cultura underground in generale. Mi parve ovvio puntare su questa peculiarità per caratterizzare l'offerta commerciale del negozio. Curai personalmente le prime due uscite di una pianificata 'Enciclopedia di Cultura Anomala e Pop Apocalittico'. A 'DIMONIA' venne allegato un 7" del Teatro Satanico per meri motivi economici, nel tentativo di abbattere le spese. I pezzi sono degli esempi di 'satanic-house' composti da un mio amico DJ su mie indicazioni. Scelta operativa che fu dettata dal fatto che, in quel periodo, avevo poco tempo da dedicare alla produzione musicale. Ad 'Hemoglobina' fu allegata una compilation in CD dove raccolsi il 'the best' del repertorio di una tape label che curai personalmente negli anni '90 (entrambi i testi sono ancora disponibili presso l'etichetta, nda). Per ulteriori informazioni rimando al sito www.sottomondo.com. Devo dire che il tempo e le energie spese per curare questi libri furono davvero considerevoli, spropositati rispetto alle vendite. Come se non bastasse, ci accorgemmo che la maggior parte del pubblico preferiva l'allegato sonoro al contenuto cartaceo, quindi abortimmo il progetto dopo i primi due volumi della serie. Ma nonostante la gente abbia in antipatia la carta, non me la sento di fare il vecchio trombone pessimista di turno. Penso che in opposizione alla cultura standardizzata di massa si ergerà sempre una contro-cultura. Spazio per cultura alternativa ce ne sarà sempre, solo che bisogna capire che non sempre questa si trova nei luoghi e nei formati che noi riteniamo idonei. Anni fa i supporti fisici della contro-cultura erano i libri, oggi no."
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Nel sito del Teatro è annunciato il nuovo album, intitolato "El Diol": te la senti di presentarcelo e dirci quando potremo vederlo pubblicato?
"'El Diol' è un termine dialettale di derivazione friulana che significa 'il diavolo'. Il disco raccoglie quattro brani incompleti, tra questi 'El Caregon Del Diol', ossia 'il seggio del diavolo', che si riferisce ad un torrione in rovina presso Vittorio Veneto, davanti al castello del vescovo, che ha questa curiosa forma di trono. Il folklore locale narra che dentro vi abbia dormito Federico Barbarossa, e che sia stato distrutto su preciso ordine del vescovo dopo che l'imperatore se ne ripartì. Questa era una di quelle tracce su cui stavo lavorando nei giorni in cui mi arrivò la notizia della morte di Marco Corbelli (meglio noto come Atrax Morgue, nda), un amico al quale ero affezionato. La cosa mi scosse un bel po' e, preso dallo sconforto, non mi andava più di completare il lavoro di editing. Associo quelle tracce ad un brutto ricordo. Alcuni miei amici hanno insistito perché non cestinassi tutto il lavoro fatto per una scelta impulsiva, dettata dalla situazione emotiva del momento. Quindi ne ho stampato in CDr un'edizione limitata di 25 copie in jewel box, con un inserto di mirra."
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Quali sono i progetti futuri del Teatro Satanico? Hai in programma concerti o realizzazioni in video?
"Nessun nuovo concerto in vista, se saltasse fuori qualche novità la segnaleremo nel sito www.teatrosatanico.it. Ci sono invece un po' di uscite programmate su Old Evropa Cafe ed un paio di tracce nuove per delle compilation. Inoltre, Rudi ha assicurato che ci stamperà un secondo 10": questo nuovo vinile contiene una traccia registrata ancora nel 2006 con la partecipazione di Alberto Maria Kundalini, Ari, David Muzakiller, Dan Saint Julian e Marco Deplano. Si tratta di una versione per più voci dell''Inno A Satana' di Giosuè Carducci, un po' nella tradizione della poesia sonora italiana anni '70. Nell'altra facciata di questo vinile comparirà una invocazione luciferiana composta assieme a Roberto con il contributo di ClauDEDI e Spectrae degli Ain Soph. Ho ultimato il mastering di questa traccia il mese scorso. Per i video ci stiamo ancora pensando su, forse una uscita in VHS prima della fine dell'anno. Sottomondo Edizioni mi ha chiesto di comporre le colonne sonore per una trilogia di cortometraggi co-diretti da Loredana Bolzan ed Elisa Fabris. Per il primo, 'Strega', ho utilizzato in presa diretta, senza sovra-incisioni, dei sintetizzatori che ho nel mio home-studio. In questo momento sto lavorando sul secondo, il cui titolo dovrebbe essere 'Dea', e la sorgente acustica dei campioni che sto utilizzando per l'accompagnamento musicale di questo film è ricavata solo ed esclusivamente da suoni ottenuti amplificando e registrando in presa diretta rumori di pietre, acqua, alberi e quant'altro si ritrova così com'è in natura. La tecnologia audio contemporanea permette davvero una flessibilità d'impiego ed una qualità di registrazione che era impensabile fino a pochi anni fa. Dimenticavo: sia io che Arianna che Roberto abbiamo avuto un ruolo in questi film anche come attori."
"Chi veramente sfrutta il nostro lavoro sono quelli che illegalmente ci svendono tramite il download digitale in rete. Al contrario, i collezionisti fanno di tutto per tutelare la produzione artistica rigorosamente originale. Il circuito del collezionismo è una difesa nei confronti della pirateria digitale."
(Devis)
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Il brano "Lucifer", che apparirà nel prossimo 10", riporta il Teatro Satanico alla sua dimensione più rumoristica e dura: qual è stato l'apporto che hanno dato in questa traccia due nomi importanti come ClauDEDI e Spectrae? In che modo si è sviluppato il vostro connubio artistico?
"Io ho sempre avuto una stima enorme per il lavoro artistico di ClauDEDI, è un artista che negli anni ha dimostrato enorme poliedricità ed originalità. Quelle poche volte in cui ci siamo incrociati nel passato mi ha sempre lasciato un'ottima impressione. Non siamo simili, ma per molti versi siamo sicuramente affini. La collaborazione è sorta in modo del tutto spontaneo, se ne era parlato nel backstage di Prato, dove Claudio suonava con i Malato, ed in pochissimo tempo le chiacchiere non sono rimaste tali, ma si sono realizzate in qualcosa di concreto che reputo davvero interessante. Conoscendo la preparazione culturale, in campo esoterico, di ClauDEDI gli chiesi se gli garbava l'idea di partecipare alle registrazioni di una vera e propria invocazione a Lucifero, al 'portatore di Luce', che volevo inserire nella facciata B come controparte all'Inno a Satana di cui sopra. Non ero certo che ci sarebbe stato, anche perché tutti sanno che gli Ain Soph hanno fatto a suo tempo una scelta etica che li ha allontanati dalla 'via esoterica'. Sono felicissimo che Claudio abbia aderito alla mia proposta, e sono rimasto ulteriormente felice del fatto che egli abbia coinvolto anche un altro ex-Ain Soph nell'operazione. Non so in quanti lo noteranno, ma il giro di organo aggiunto da Marcello Fraioli corrisponde ad una notazione che la tradizione musicale occidentale attribuisce alla tradizione diabolica. Più che di umorismo, 'Lucifer' è un vero esempio di ritualismo."
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Il brano "El Me Dio + El Me Can" sarà pubblicato nella compilation tributo a David E. Williams: cosa ti lega a questo eclettico autore, forse ancora poco conosciuto? In che modo hai reinterpretato il suo pezzo "My God And My Dog" e perché lo hai scelto?
"Non è che conosca così bene l'opera di Williams. Non ho avuto nemmeno occasione di scambiarci molte chiacchiere a dire il vero, l'ho visto una sola volta, nel backstage di un concerto che tenne a Pordenone, e una discoteca non è certo il posto ideale per fare conversazione. La proposta di partecipare a questa compilation mi venne fatta da Rudi (Old Evropa Cafe), ed è stato sempre lui a propormi la scelta tra un paio di brani che lui reputava particolarmente adatti al Teatro Satanico. Appena vidi il titolo la mia scelta cadde su 'My God And My Dog', perché la sua formula contratta è una delle imprecazioni più diffuse qui in Veneto. Per evitare problemi legali a Old Evropa Cafe abbiamo cambiato l'intercalare esclamativo della canzone nel più debole 'dio bon', una formula altrettanto diffusa ma non soggetta alle stesse penalità legali del gioco di parole god-dog. Penso che la versione in veneto di questa canzone suoni particolarmente bizzarra. Ma questa è una cosa che viene colta dal pubblico italiano. Ad esempio lo stesso Williams è stato più sorpreso dalla sostituzione che ho fatto del pianoforte, polifonico, con il sintetizzatore, monofonico. L'interpretazione di Alberto, poi, è particolarmente ispirata in questo brano, carica di un indefinito senso di rancore. Probabilmente perché lo abbiamo registrato durante la sua convalescenza in seguito all'incidente stradale che ha subito lo scorso anno."
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Sia i brani di prossima pubblicazione che il 10" "Pan Ist Tod" presentano una maggiore cura dei suoni e delle rifiniture: le sonorità sono molto scabre come in passato, ma emerge un'attenzione forte alla qualità dei dettagli e al particolare. Al tuo progetto non è mai mancato lo spessore autoriale, ma penso che sia evidente adesso una crescita dal punto di vista tecnico ed una maggiore poliedricità creativa. Qual è oggi il tuo personale bilancio nell'evoluzione artistica del Teatro Satanico?
"Se ci si basa sulle sole sonorità, probabilmente il percorso fatto finora dal Teatro Satanico sembra che possa essere suddiviso in più fasi a causa della tecnologia impiegata. Tutto il materiale composto dal 1993 al 1996 è stato registrato spesso in presa diretta, senza overdub recordings, nella piastra di un impianto stereo casalingo utilizzando un vecchio mixer KM60 della Boss. Le tracce che vanno dal 2000 al 2004 sono state assemblate con un vecchio registratore multitraccia 'a cassette' della Tascam che ora non ho più, e riversate poi in digital audio da Giorgio Ricci (ex-TempleBeat, oggi nei Ran). È solo dal 2005 che ho anch'io un mio home-studio personale in cui posso lavorare usando la tecnologia contemporanea. Per poter evolvere, qualsiasi artista deve accompagnare la disciplina all'estro creativo. Per esperienza personale ritengo che lo studio sia importante almeno quanto l'accesso alla tecnologia. Dal canto mio, in questi ultimi anni ho sempre seguito diversi corsi di composizione e produzione musicale elettronica. Presumo che questo know-how della materia si senta in quello che faccio, ma non me la sento di fare bilanci. È una cosa che potrei fare solo al termine di una esperienza, e non in questo momento in cui sono decisamente impegnato a portare a termine dei lavori in corso. La stagione dei bilanci solitamente viene quando si smette di fare qualcosa."
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