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17-02-2013
ROMA AMOR
Tra chansonniers e cabaret noir
di Michele Viali (foto di Dario Caregnato - Rockngoth Wildesign)
Tre album e un EP racchiudono l'essenza di Roma Amor, brillante duo italiano che ha saputo aggiornare la corta stagione dell'underground acustico fornendo una ventata di novità, figlia di svariate fonti d'ispirazione. Senza mai ripetersi ed evitando cadute nei luoghi comuni del genere, i Nostri hanno disegnato un percorso artistico singolare che incrocia la new wave e il folklore, il brit-pop e la canzone d'autore, portandoli all'attenzione di un pubblico ampio destinato a crescere. Grazie alla disponibilità fornitaci, Euski e Candela ripercorrono in questa intervista la loro carriera, tra curiosità, retroscena e progetti futuri.
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Roma Amor è un gioco di parole già largamente usato: come mai lo avete adottato come nome del vostro progetto?
"Leggendo alcuni testi sulle origini esoteriche della parola Roma ci ha affascinato l'interpretazione di alcuni studiosi secondo la quale "Amor", traduzione in latino di Amore e palindromo di Roma, fosse il nome segreto della città. Roma potrebbe avere conquistato il suo impero grazie alla promessa di Amor, o almeno questa è l'ipotesi di alcuni studiosi che a noi è piaciuta e ci ha spinto a scegliere Roma Amor come nome. E in fondo l'idea romantico-spirituale che si nasconde dietro questo 'gioco di parole' è perfettamente in sintonia con la nostra storia ed estetica musicale. La forza evocativa della formula Roma Amor ha un forte potere di seduzione e, a nostro parere, è stata una scelta fortunata: il fatto che abbia incuriosito quasi tutti coloro che ci hanno intervistato ne è la dimostrazione."
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In che modo e circostanze avete deciso di creare i Roma Amor? Quali erano i presupposti che hanno dato vita al progetto?
"I Roma Amor sono nati dall'incontro di Euski e Candela. Ciascuno di noi due veniva da esperienze musicali diverse: Euski dal folk d'autore e Candela dalla new wave. Il desiderio di recuperare le atmosfere nostalgiche, romantiche e malinconiche della musica da cabaret, di un certo tipo di folklore, della chanson francese ci è venuto da cantanti che ammiravamo entrambi come Marc Almond, David Bowie, Jacques Brel, Scott Walker, Serge Gainsbourg, etc... C'era la voglia di proporre un tipo di musica che si ispirasse a questi modelli, ma che nello stesso tempo rispecchiasse le nostre radici musicali italiane e gli ambienti tipici di fruizione della musica folk-cabaret: le osterie."
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Le vostre fonti di ispirazione guardano più alla classicità cantautorale italiana e francese e ad alcune sonorità tradizionali, piuttosto che alle derive dark-folk moderne. Sta di fatto che venite accorpati (per ragioni di distribuzione e non solo) all'underground oscuro... È forse giusto considerarvi come il frutto di due realtà stilistiche diverse?
"Il ventaglio di soluzioni stilistiche a cui abbiamo attinto nelle nostre produzioni è vario, e certamente rispecchia le diverse facce del nostro gusto musicale e della nostra sensibilità. Mentre il primo disco era musica da osteria con echi retrò, in "Femmina" abbiamo decisamente accentuato i riferimenti folkloristici, in "Occhi Neri" la classicità cantautorale italiana e francese e in "17.3" sono più espliciti i richiami alla new wave, alla musica british dark-pop e al trip-hop. Finora in ogni disco abbiamo cercato di esplorare qualcosa di diverso, sia dal punto di vista sonoro che testuale. I Roma Amor sono comunque riconoscibili sia nel particolare timbro vocale di Euski, dai toni prevalentemente scuri e bassi, che nell'uso ricorrente di strumenti acustici, in primis fisarmonica, in fase di arrangiamento. Probabilmente la voce di Euski, dal colore ombroso e in grado di raggiungere tonalità molto basse per una donna, ha attirato l'attenzione dell'underground oscuro. Ma non dimentichiamoci che l'interesse per la musica da cabaret e la chanson noir è stato veicolato in passato da artisti da sempre mitizzati nella scena underground oscura come David Bowie, Marc Almond, Gavin Friday e Scott Walker. E i Roma Amor stessi hanno cominciato imitando proprio questi modelli: la versione di "Amsterdam" che proponiamo dal vivo è quella di Bowie e non già l'originale di Brel, "Next" dei Roma Amor è una rivisitazione di Gavin Friday e Scott Walker, dell'"Au Suivant" di Brel non c'è quasi più traccia."
"Il desiderio di recuperare le atmosfere nostalgiche, romantiche e malinconiche della musica da cabaret, di un certo tipo di folklore, della chanson francese ci è venuto da cantanti che ammiravamo entrambi... C'era la voglia di proporre un tipo di musica che si ispirasse a questi modelli, ma che nello stesso tempo rispecchiasse le nostre radici musicali italiane e gli ambienti tipici di fruizione della musica folk-cabaret: le osterie."
(Roma Amor)
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Ascoltando i vostri primi lavori mi tornavano in mente gli Ain Soph di "Aurora", Nový Svet e qualcosa di Spiritual Front... C'è qualche band moderna che ha particolarmente influenzato il vostro stile?
"Nella composizione dei brani e in fase di arrangiamento gli autori moderni che più ci influenzano sono Yann Tiersen, i Divine Comedy e i Tindersticks. Yann Tiersen ha uno stile compositivo molto raffinato e moderno, e soprattutto è riuscito a modernizzare il modo di suonare la fisarmonica ispirandosi al minimalismo musicale. Neil Hannon dei Divine Comedy e Stuart Staple dei Tindersticks sono un modello di stile compositivo e vocale per Euski. Altri autori moderni che troviamo molto talentuosi sono: Anna Calvi, Anthony and the Johnsons e Patrick Wolf."
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Come agisce su di voi il retroterra tradizionale e popolare, sia da un punto di vista lirico che sonoro?
"Le tradizioni del luogo in cui si è nati di certo esercitano influenza e fascino sul nostro modo di proporre musica, anche quando adottiamo dei modelli compositivi più anglosassoni e moderni, non solo sul piano musicale con i suoi valzer e i suoi tanghi, ma fornendoci sul piano lirico degli spunti particolari. Il lato ombroso della Romagna, meno conosciuto rispetto a quello goliardico della riviera, dei felliniani 'vitelloni' e delle balere, è quello forse più realistico, misterioso e per noi accattivante. I suoi panorami industriali, paludosi, nebbiosi, si prestano in particolar modo a racconti neri e gotici: nell'album "Femmina" figure leggendarie come la Zirinelda, che strangola i bambini che si avvicinano al macello con le budella delle vacche; la Borda, il fantasma della nebbia; La Belda, la fattucchiera, Azzurrina il fantasma di Montebello... Sono rappresentanti femminili di un importante e ricorrente elemento nella nostra musica: l'amore inteso come qualcosa di tremendamente potente, molto terreno e al contempo parte di qualcosa che va al di là del sensibile, e che è fonte di eterna ricerca. Anche Euski, nel suo timbro vocale e nel modo di giocare con il dialetto o con le lingue, prende molto dalla ruvidità delle donne di questa terra, un po' selvatiche e sgraziate, anche se capaci di dolcezza. La fisarmonica, lungi dall'essere un mero accompagnamento, è uno strumento indipendente, migrante, a tratti malinconico, dolce o ruvido, fa ballare e fa commuovere."
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Come mai decideste di esordire con un disco fatto quasi esclusivamente di cover?
"Nell'album ci sono quattro cover su undici pezzi e "Next" di Brel è presente in due versioni differenti, inoltre non si tratta di rivisitazioni fedeli al modello originale. In tutti i nostri album, eccetto "Occhi Neri", sono presenti reinterpretazioni di canzoni che ci piacciono e hanno il compito di definire l'atmosfera del disco e le coordinate musicali che hanno condizionato la creazione di quell'album. Il nostro primo lavoro voleva essere un omaggio ad alcune delle nostre ispirazioni, un ringraziamento anticipato alla mano che avrebbe accompagnato il nostro percorso compositivo futuro. Stiamo in ottima compagnia, comunque, se pensi agli esordi di Rolling Stones, Bob Dylan e Cramps... per citare i primi tre che vengono in mente..."
"Le tradizioni del luogo in cui si è nati esercitano influenza e fascino sul nostro modo di proporre musica, fornendoci sul piano lirico degli spunti particolari. Il lato ombroso della Romagna, meno conosciuto rispetto a quello goliardico della riviera, dei felliniani 'vitelloni' e delle balere, è quello forse più realistico, misterioso e per noi accattivante. I suoi panorami industriali, paludosi, nebbiosi, si prestano in particolar modo a racconti neri e gotici..."
(Roma Amor)
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La Old Europa Cafe è stata la principale artefice del vostro cammino discografico. Raccontateci come siete entrati in contatto con Rodolfo e come si è sviluppato il vostro rapporto artistico...
"Il contatto è avvenuto nel caos cibernetico di internet. Rodolfo ha sentito dei nostri brani, se non ricordo male sul player di myspace, e non ha nascosto il suo interesse. Dopo aver sentito il CD che gli mandammo ha deciso di investire su di noi, e se qualche soddisfazione ce la siamo presa va senz'altro condivisa con lui, che ha osato scommettere su di un progetto insolito per la media delle sue produzioni e lo ha fatto con convinzione e professionalità. Sul piano artistico, non ci ha mai messo fretta e ci ha lasciato sempre piena libertà e autonomia in tutte le fasi di lavoro: composizione, arrangiamento, registrazione, artwork, etc... Il rapporto con lui è molto trasparente ed è un piacere essere parte della sua scuderia. A parte ciò, abbiamo anche condiviso insieme delle belle serate a base di spritz, amici e musica!"
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Con il secondo album "Femmina" vi siete spostati su di una tematica ben definita, descrivendo profili di donne ed usando in più occasioni liriche in dialetto... Cosa vi ha portato a queste scelte?
"L'album "Femmina" voleva sondare gli aspetti più reconditi di alcune storiche e leggendarie figure femminili del nostro territorio romagnolo, quindi la lingua ha naturalmente seguito il tema e l'atmosfera che si volevano raccontare. Il fatto di parlare di personaggi esistiti, nella realtà o nell'immaginario della gente del luogo, ha portato in più canzoni all'uso della loro lingua: il dialetto romagnolo. La scelta di usare l'idioma a cui appartengono le donne rappresentate in "Femmina" non è stata dettata solo dell'esigenza di realismo, ma anche da una valutazione estetica, poiché il romagnolo, con le sue caratteristiche di ricchezza consonantica e di apertura ristretta nell'emissione del suono, riusciva a toccare il fondo del significato con durezza, e di ventre arrivare ruvido all'esterno. La voce di Euski si fa ancora più roca e gutturale e crea una cornice estetico-musicale adeguata alle figure femminili decadenti e romantiche del disco, di cui si mette in evidenza soprattutto il loro lato oscuro."
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Con il più recente "Occhi Neri" emerge più che mai l'affetto per le vecchie ballate d'oltralpe degli anni '60, da cui riprendete lo spirito e le atmosfere... Come definireste la vostra evoluzione stilistica dagli inizi ad oggi attraverso i primi tre album, ognuno decisamente diverso dall'altro?
"La musica da osteria del primo album, il folklore romagnolo di "Femmina", la chanson di "Occhi Neri", il pop-noir di "17.3" sono tutti aspetti che appartengono alla nostra sensibilità, ai nostri ascolti e alle nostre influenze musicali. In realtà non c'è mai stata una direzione evolutiva. Non c'è niente di premeditato, semplicemente le mani cominciano a posarsi senza preavviso su alcuni dischi piuttosto che su altri, e le idee agiscono di conseguenza. Ci piace giocare con le nostre influenze. combinandole in modo personale e spingendole in territori musicali differenti."
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A cosa fa riferimento il titolo del vostro nuovo lavoro "17.3" e come nasce il singolare artwork?
"Il titolo è una data, per la precisione il 17 marzo, giorno di San Patrizio, a cui è legato il testo della canzone omonima. Per la verità tutti i testi originali del disco sono collegati all'Irlanda e alle esperienze personali vissute da Euski a Cork, dove trascorse circa un anno nella fase finale dei suoi studi in lingua e letteratura inglese. L'artwork è stato realizzato da Radek Laberzewski, un nostro amico polacco, che curò la grafica del poster di un concerto che tenemmo a Plock nel 2010. Il lavoro ci piacque, e così abbiamo deciso di collaborare con lui per questo vinile."
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"17.3" è stato prodotto dalla HR!SPQR: come è nato il rapporto con questa label?
"Vinz di HR!SPQR ha mostrato apprezzamento per la musica dei Roma Amor sin dal primo album, supportandoci e coinvolgendoci in alcuni suoi progetti come l'EP "Folk Studio" del 2010, una compilation incentrata su liriche in dialetto pienamente in sintonia con l'estetica del nostro "Femmina", pubblicato proprio in quel periodo pochi mesi prima. La volontà reciproca di arricchire quella prima collaborazione con qualcosa di più completo si è quindi concretizzata con l'album "17.3". È stata una grande emozione sentire i pezzi in vinile: siamo molto soddisfatti del prodotto finito, ed è bello constatare che anche in questa circostanza i rapporti si siano consolidati in legami umani di amicizia e di piacevoli condivisioni! A ulteriore conferma di quanto detto, Euski parteciperà come guest vocalist in una canzone del nuovo progetto di Vinz con Mushroom's Patience, che vi consigliamo vivamente."
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Come mai avete scelto di produrre il lavoro solo in vinile? Ne sarà fatta anche una ristampa in CD?
"C'era il desiderio di lavorare su un supporto diverso dal CD, sia per non creare concorrenza all'album "Occhi Neri" uscito pochi mesi prima su OEC, sia per farne un oggetto da collezione. Noi amiamo il vinile e ne siamo collezionisti: da acquirenti, quando c'è l'alternativa tra CD e vinile, la scelta cade sempre sul secondo. È l'oggetto e il tipo di fruizione legata al vinile che fa la differenza per noi. Siamo dei feticisti della musica. Tuttavia ci rendiamo anche conto che i brani hanno maggiore diffusione sul supporto digitale, per questo l'idea di una ristampa in CD non ci lascia indifferenti, ma è ancora presto per parlarne."
"In realtà non c'è mai stata una direzione evolutiva. Non c'è niente di premeditato, semplicemente le mani cominciano a posarsi senza preavviso su alcuni dischi piuttosto che su altri, e le idee agiscono di conseguenza. Ci piace giocare con le nostre influenze, combinandole in modo personale e spingendole in territori musicali differenti..."
(Roma Amor)
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Le partiture elettroniche sono opera di DeviLs del Teatro Satanico, il cui apporto credo sia stato importante ai fini della qualità del lavoro. Come si è sviluppato il vostro connubio artistico?
"La collaborazione con DeviLs nell'album "17.3" è stata la classica ciliegina sulla torta. La parte più significativa dei suoni preregistrati e basi elettroniche è stata fatta da Euski con la collaborazione di Gianluca Gardelli (uno degli autori di "A Cosa Pensi"), ma prima di masterizzare i brani li abbiamo fatti sentire a Devis, che ci ha suonato sopra dei synth analogici aggiungendo quel tocco vintage che fa davvero la differenza. Fa eccezione "I'm Deranged", in cui la partitura elettronica è tutta opera di DeviLs, a parte il korg monotron sul ritornello suonato da Candela. Siamo molto felici del risultato finale: Devis ha dimostrato di essere un grande musicista elettronico, inserendosi di volta in volta senza stravolgerne l'essenza e dando quel colore che ne ha fatto, a nostro avviso, dei pezzi completi. Ci auguriamo davvero che anche questa collaborazione cresca nel tempo, portando una nuova ricchezza musicale ai Roma Amor."
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Quali programmi avete per il futuro? State lavorando ad un nuovo album?
"Progetti e idee compositive ce ne sono, ma è ancora presto per fare anticipazioni. Non è facile parlare di quello su cui si sta lavorando quando non ha ancora una forma ben definita, si rischia di svelare una sorpresa che potrebbe poi avere un contorno differente. I nostri sforzi vanno sempre nella direzione di arricchire e far crescere le collaborazioni che abbiamo avviato, affinché possano radicarsi ancora di più e svilupparsi in nuove situazioni e progetti. È un concetto che ripetiamo spesso quando ci viene fatta questa domanda, ma lo consideriamo importante sia a livello umano che creativo."
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A voi lo spazio conclusivo. Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per tutto.
"Ringraziamo DARKROOM Magazine per l'interesse nei nostri confronti e approfittiamo di questo spazio per invitarvi a uno dei nostri concerti previsti per il 2013: l'8/03 a Ravenna (c/o Mama's Club); il 16/03 a Roma (c/o Closer) con Der Feuerkreiner e Mushroom's Patience; il 23 marzo a Modena (c/o Teatro Nero) con L'Effet C'Est Moi; il 10/04 a Bologna (c/o Artéria); 25/06 al castello di Leiria (Entremuralhas festival)."
http://www.myspace.com/romamorensemble
http://www.hauruckspqr.com/