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Room 108

18-05-2007

THE GREEN MAN

...molti sono chiamati, ma pochi eletti

THE GREEN MAN

di Michele Viali

La necessità di scambiare due chiacchiere (...forse qualcosa in più) con Marco Garegnani e Eliahu Giudice, menti nascoste dietro all''uomo verde', è emersa appena abbiamo ascoltato il loro nuovo album, un CD non facilmente assimilabile e comprensibile, non diretto, costato anni di fatiche e studi e realizzato con l'idea 'di far sporcare un po' le mani al pubblico' al fine di comprenderlo appieno. I pareri che ho sentito riguardo a questo lavoro sono discordanti: la gente cerca di incanalare "The Teacher And The Man Of Lie" in un preciso calderone o genere, ma si rende presto conto che non è possibile, proprio perché la forza del CD sta nel rompere le linee di demarcazione, i confini del preconfezionato, assalendo l'ascoltatore piuttosto che assecondando le sue attese. È il destino dei lavori migliori: o si amano o si odiano, a volte costretti ad aspettare per aver riconosciuta la propria grandezza. Con questa intervista cercheremo di spiegarvi cosa c'è dietro "The Teacher And The Man Of Lie", scoprendo lo scheletro di un album di fattezze superiori, un album 'eletto', ben diverso dalle sterminate discografie usa e getta che stanno inondando il nuovo millennio.

THE GREEN MAN

"Magari spiazzerò qualcuno non citando Blood Axis o Boyd Rice, ma per l'impostazione e la carica dello spoken-word mi sono ispirato ad alcune cassette che ho da venti e passa anni in cui Christopher Lee recita i classici della letteratura gotica, da 'Dracula' a 'Vathek', da 'The Monk' a 'The Castle Of Otranto'. Altro che 'Gospel Of Inhumanity'!"
(Eliahu Giudice)

 

THE GREEN MAN

"I mezzi espressivi in questi ultimi due anni e mezzo sono cambiati, ho avuto modo di sperimentare sui temi musicali discostandomi dai canoni di genere e lavorando su un'equilibrata commistione di folk, musica etnica, danze rituali e variazioni rock e psichedeliche. Il mio intento si rivolge verso una riscoperta del piano ieratico della musica, volgendo lo sguardo a ritroso dall'innovazione rock-psichedelica e dal folk moderno alla tradizione."
(Marco Garegnani)

 

THE GREEN MAN

"Personalmente non ho preso le distanze da nessuna scena: anche se in maniera nuova cantiamo comunque la Tradizione, e alla fine penso che l'aderenza a questa scena per molti degli artisti si esplichi in un evoliano anelito alle molteplici facce della Tradizione a cui ci sentiamo legati."
(Eliahu Giudice)

 

 

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