18-05-2007
AUTUNNA ET SA ROSE
Poesie d'avanguardia
di Chemnitz
Si parla spesso di 'scena oscura italiana', ma ci sono alcune realtà che - per vari motivi - non vengono quasi mai citate all'interno di essa: è il caso degli Autunna Et Sa Rose, un ensemble che si è sempre distinto per una certa vocazione di 'confine', un percorso musicale lontano dagli schemi canonici di genere e comunque raffinato, pacato, addirittura elitario. Come nel caso dell'ultimo "L'Art Et La Mort", lavoro di pura avanguardia, costituito da una serie di 'decostruzioni musicali' di alcuni grandi classici di storiche band appartenenti al periodo d'oro della sperimentazione post-punk (Virgin Prunes, Bauhaus, Tuxedomoon) e della primigenia ondata industriale (Laibach, Coil, Einstürzende Neubauten), solo per fare alcuni nomi. Un'opera complessa, sofisticata, filosofica se vogliamo, inserita in un concept che omaggia il genio (incompreso) del Novecento Antonin Artaud, poeta, attore, regista e critico francese che finì per conoscere l'elettroshock di un'ospedale psichiatrico. Il rapporto tra Arte e Morte, riletto attraverso le infinite sfumature che può regalarci la musica: questo il filo conduttore del lavoro firmato AESR, che ci hanno regalato non solo un album di assoluto valore artistico, ma anche un'intervista piena di passione, di profonde riflessioni personali e dall'ampio respiro culturale, come se avessimo discusso davanti ad un quadro d'autore o durante un simposio di antica memoria. Immergiamoci dentro questo oceano di emozioni con i pensieri e le parole di Disorder, in un'intervista densa di contenuti e ricca di spunti di riflessione come raramente capita di leggere...
"Autunna Et Sa Rose mira chiaramente ad una reazione di almeno una 'frangia' di persone, le quali non si accontentino più delle loro presunte sicurezze, basate sulla logica del supermarket e dei 'consigli' televisivi, ma decidano una volta per tutte di ricercare, di non fermarsi alle comode apparenze della quotidianità, accettando di mettersi in discussione e di affrontare percorsi anche accidentati, pur di scoprire."
(Disorder)
"All'ascoltatore che bolla il nostro lavoro come 'complicato', frammentario, l'accusa di essere 'troppo simbolico', ritiene che richieda al fruitore troppa pazienza, che tanto la gente vuole qualcosa di semplice e non di 'incomprensibile', dico che se sceglie questa linea rimanendo così in superficie alle cose, non avrà capito niente perché è un 'uomo medio'..."
(Disorder)
"C'è troppa robaccia in circolazione, creata con l'unica finalità di saturare il mercato (questo maledetto): la musica deve finalmente diventare ESPRESSIONE DI CULTURA, basta con operazioni commerciali volte solamente a solleticare giovani imberbi generazioni, facilmente manipolabili con prodotti idioti, che poi fatalmente questi risentiranno via radio/TV a tutte le ore del giorno, sotto un vero e proprio bombardamento mediatico neanche troppo occulto!"
(Disorder)