SYNTHPOP, FUTURE-POP, TRIP-HOP, CHILLOUT E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ACCESSIBILE E MELODICA
HARSH-ELECTRO, EBM, ELECTRO-INDUSTRIAL, IDM E TUTTA L'ELETTRONICA PIÙ ABRASIVA E DISTORTA
DARKWAVE, GOTHIC, DEATHROCK, POST-PUNK E AFFINI
INDUSTRIAL, AMBIENT, POWER ELECTRONICS E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ NERE ED OPPRIMENTI
NEOFOLK, NEOCLASSICAL, MEDIEVAL, ETHEREAL E TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DELICATE E TRADIZIONALI
TUTTO IL METAL PIÙ GOTICO ED ALTERNATIVO CHE PUÒ INTERESSARE ANCHE IL PUBBLICO 'DARK'
TUTTE LE SONORITÀ PIÙ DIFFICILI DA CLASSIFICARE O MENO RICONDUCIBILI ALLA MUSICA OSCURA
LA STANZA CHE DEDICA LA DOVUTA ATTENZIONE ALLE REALTÀ NOSTRANE, AFFERMATE E/O EMERGENTI
LA STANZA CHE DEDICA SPAZIO ALLE BAND ANCORA SENZA CONTRATTO DISCOGRAFICO
Mailing-List:
Aggiornamenti su pubblicazioni e attività della rivista
10-05-2007
NERONOIA
Le sfumature del malessere... in un mondo in bianco e nero
di Paolo Sola
La riuscita interazione tra due realtà consolidate del panorama musicale nostrano culmina nella realizzazione di "Un Mondo In Me", prima opera sulla lunga distanza dei Neronoia. Gianni Pedretti, compositore e mastermind dei Colloquio, già ospite in veste di cantante in alcuni album dei Canaan ("A Calling To Weakness" e "The Unsaid Words"), presta qui la sua voce per una collaborazione più ampia e consistente. Mauro Berchi, da sempre portavoce e songwriter della succitata formazione meneghina (nonché nostro stimato collaboratore), tesse abilmente la veste musicale per il 'mondo interiore' affrescato nelle dieci tracce di questo debutto. Sullo sfondo di un vissuto sofferto, dove s'intrecciano esperienze di vita e punti di vista comuni a tutti i musicisti coinvolti, si staglia la ricerca sonora dei Nostri, animata da lunghe divagazioni in territori 'dark', definizione, questa, che trascende l'accezione più classica del termine per abbracciare un campo più vasto, che va oltre la sfera musicale, assumendo le sembianze di un modo d'essere, un comune sentire. I Neronoia, però, non sono alla ricerca di approvazione: l'esposizione del proprio disagio, la descrizione del proprio mondo appartengono solo agli autori; un'eventuale condivisione degli ascoltatori è un fattore di secondaria importanza, come Mauro, nostro interlocutore, precisa nel corso di questa piacevole chiacchierata...
-
Come nascono i Neronoia? Casualmente o da una scelta ben pianificata?
"Da molti anni era nostra intenzione concretizzare in modo più profondo gli sporadici episodi di collaborazione tra Canaan e Colloquio. Abbiamo così deciso di comporre insieme un disco intero, anziché limitarci a qualche brano sparso qua e là. Diciamo, quindi, che c'è stata una scelta pianificata dietro alla creazione di Neronoia, anche se poi, in realtà, ciò che ne è seguito è stato molto naturale e poco costruito..."
-
Neronoia: progetto estemporaneo o una band nel vero senso della parola?
"Le due formazioni vivono molti distanti l'una dall'altra, quindi non possiamo parlare di gruppo nel vero senso della parola; non facciamo prove in saletta, lavoriamo ai diversi frammenti che compongono un brano seguendo un metodo piuttosto particolare, e ci riuniamo solo per le registrazioni delle parti definitive. Detto questo, posso dire che i Neronoia sono una band a tutti gli effetti, fatte salve le considerazioni espresse prima. Condividiamo così tanti punti di vista ed esperienze di vita, che ci sentiamo uniti al di là della distanza geografica."
-
Quali similitudini intercorrono, sia sul piano musicale che concettuale, tra Canaan e Colloquio?
"Dal punto di vista concettuale le similitudini sono profonde. Lo sono meno a livello musicale: in 'Un Mondo In Me' abbiamo sperimentato soluzioni di decostruzione dei brani che, fino ad ora, non avevano trovato spazio in Canaan. Forse, in futuro, le due entità si mescoleranno più in profondità, ma per ora direi che - a parte il condividere alcuni membri del gruppo - le due entità sono e rimangono separate."
-
Quali, invece, le differenze più evidenti?
"I suoni, le strutture dei brani, l'utilizzo della lingua italiana ed un approccio meno diretto alla 'forma canzone'."
-
Quali peculiarità del suono dei Canaan e quali dei Colloquio spiccano con maggior prominenza da "Un Mondo In Me"?
"Gianni è da solo i Colloquio, e la sua preziosa voce è più che sufficiente. Per quanto riguarda i Canaan, direi che il suono di base delle chitarre è molto simile, ma in Neronoia viene rielaborato e modificato in modo, spesso, molto pesante..."
-
Nero e Noia. L'unione dei due termini sembra suggerire una visione dell'esistenza sospesa tra pessimismo e disincanto. Cosa potete dire al riguardo?
"Sono molte le persone che trovano forza ed equilibrio per metabolizzare ogni evento. Sono tanti, e li invidio, quelli che, anche nei momenti meno felici, sono in grado di trovare il lato bello in ogni cosa. A noi questo non accade, e ci scopriamo sempre indietro, come tartarughe in mezzo alle lepri. Non saprei dire se pessimismo sia un termine corretto. So solo che, quasi sempre, ci sentiamo 'fuori posto' e 'fuori tempo', e questo non è affatto un bel modo di rapportarsi al mondo che ti circonda..."
-
Come nasce una canzone dei Neronoia?
"Di solito, sono io a comporre la musica di un brano o la sua struttura di partenza. Lavoriamo poi collettivamente all'arrangiamento e alla de-costruzione dei frammenti di base. Per ultima, ma di fondamentale importanza, viene la fase di inserimento ed adattamento del testo. Non è detto che un brano conservi la sua struttura anche dopo l'inserimento delle voci. Fino all'ultimo secondo ci riserviamo la possibilità di smontare e rimontare un pezzo con tecniche di 'cut-up' decisamente lontane dal normale concetto di creazione di una canzone."
-
Complessivamente, quanto tempo vi è occorso per completare la composizione e la registrazione di "Un Mondo In Me"?
"Dalle prime bozze dei brani al termine del mastering è trascorso un periodo di due anni e mezzo."
-
Le canzoni non hanno titolo. Perché?
"Sono capitoli di una storia unica, fotografie dello stesso soggetto prese da differenti angolazioni. Come tali - pur possedendo ognuna caratteristiche peculiari - sono tessere dello stesso puzzle. Le separazioni tra una e l'altra possono tranquillamente essere abolite, se lo si desidera."
-
Vivete la creazione musicale come una forma di catarsi? L'esperienza di Neronoia, in tal senso, ha esercitato la stessa funzione ?
"Non saprei dire con precisione quale funzione abbia svolto il gruppo. Di sicuro, utilizziamo la musica come una valvola di sfogo, riversando in essa ciò che di volta in volta sentiamo di dover spurgare. Non penso, però, che questo ci aiuti nella purificazione che ogni catarsi porta con sé. È un modesto tentativo per cercare di tenere sotto controllo le voci che girano incontrollate nelle nostre teste..."
-
Il nome ed i testi sono in italiano. Cosa via ha spinti ad adottare la nostra lingua?
"È stata una scelta del tutto naturale. I testi sono stati pensati e scritti in lingua madre, dunque sarebbe stato inutile perderne frammenti e significati in una eventuale traduzione in inglese. Inoltre, Gianni si trova molto più a suo agio a cantare in italiano."
"Vivere male il rapporto con la realtà circostante non significa essere ciechi di fronte alle cose belle e a quelle che fanno sorridere, quando non proprio ridere. È ovvio, quindi, che l'auto-ironia ricopra un ruolo importante in quello che facciamo. Senza di essa, finiremmo di sicuro per combinare qualche grosso casino..."
(Mauro Berchi)
-
Ogni brano, sul piano concettuale, è un capitolo a sé stante o è presente un filo conduttore che unisce le canzoni l'una all'altra?
"Come accennavo prima, ogni brano è una 'istantanea'. Il disco è un flusso unico, all'interno del quale le distinzioni esistono solo per una sorta di 'convenienza'. Penso, quindi, che esista un filo conduttore dietro ai brani, e che 'Un Mondo In Me' possa essere ascoltato come un'unica canzone, tutt'al più con dei piccoli 'segnalibri'."
-
Qual è il significato del titolo "Un Mondo In Me" e come si relaziona alla copertina dell'album?
"I soggetti legati ai brani del disco hanno un significato strettamente personale. Parliamo (musica, testi e immagini) del nostro mondo, e di cose che hanno significato per noi e non necessariamente per gli altri. Che poi ci sia qualcuno sulla nostra stessa lunghezza d'onda è un fatto di secondaria importanza. 'Un Mondo In Me' è il mondo in noi, niente di più e niente di meno."
-
È la musica ad ispirare i testi o viceversa?
"La sfera sonora e concettuale sono state sviluppate in modo del tutto autonomo. Noi abbiamo lavorato alla parte musicale, Gianni a quella concettuale, con qualche mio piccolo input, e solo in un secondo momento abbiamo armonizzato le due componenti per dare forma al disco. Si è trattato di un metodo 'a comparti stagni' che ha funzionato alla perfezione, a testimonianza del fatto che all'interno di Neronoia ci troviamo tutti, bene o male, sulla stessa lunghezza d'onda."
-
I testi sono esclusivamente frutto di riflessioni ed esperienze personali, o traete ispirazione dalla letteratura e dalla poesia?
"Direi che sono esclusivamente frutto di riflessioni personali e di una forte presa di coscienza della nostra 'inadeguatezza' di fronte a quello che ci circonda e a noi stessi."
-
La copertina è molto spartana e diretta, nel soggetto come nei colori, quasi in antitesi con il contenuto dell'album, profondamente intimista, riflessivo e curato. Come motivi questa scelta?
"Le ombre in copertina sono 'gli strani rumori in testa' di cui parla uno dei brani. E le ombre non hanno colore. Sono per definizione di un unico colore, anche quando 'riflettono' gli oggetti più colorati del mondo."
-
Quali ascolti hanno accompagnato la composizione di "Un Mondo In Me"? Avete risentito dell'influenza di qualche gruppo in particolare?
"Penso di no. O, per lo meno, non in modo cosciente. A giudicare dai miei ascolti - più che altro power noise e musica classica contemporanea - direi poco e niente... È impossibile sapere il modo in cui i tuoi ascolti quotidiani possono influenzare la composizione. Essendo poi i brani frutto di oltre due anni di prove, credo sia arduo parlare di ascolti che hanno accompagnato la composizione."
-
Il vostro genere sfugge ad un'etichetta ben precisa, seppur riconducibile, in termini molto vaghi e ampi, al filone dark. Ritieni tale accostamento rispondente?
"Direi di sì. Sinceramente non mi interessa 'inscatolare' un gruppo in un genere o in un altro. Inoltre, penso sia piuttosto semplice comprendere quando un disco è frutto di calcolo e quando, invece, è sentito e suonato con il cuore oltre che con le mani."
-
Pensate di portare la musica di Neronoia sui palchi italiani?
"Assolutamente no. Non saremmo in grado di ricreare i suoni del disco in un concerto, e non sentiamo una particolare esigenza di suonare dal vivo. Preferiamo un rapporto più 'intimo' con la musica, aspetto che mal si sposa con le esibizioni su un palco, le quali dipendono sempre da fattori difficilmente controllabili."
-
Quali canzoni sintetizzano al meglio l'identità stilistica dei Neronoia?
"Difficile dirlo. Il disco è un unico flusso, interrotto solo per questioni di 'convenienza' durante l'ascolto. Ritengo impossibile identificare un brano piuttosto che un altro. Tutti fanno parte della 'fotografia' globale del mondo in noi."
-
Quale brano reputi più sperimentale?
"Probabilmente 'V', che ha risentito più profondamente degli esperimenti in fase di missaggio. O ancora 'VIII', che è stato stravolto in modo totale rispetto a come era prima dell'inizio del mix..."
-
Quali sono i vostri progetti futuri ed immediati?
"Al momento stiamo registrando dei nuovi brani, e se tutto procederà senza problemi ed intoppi, penso proprio che ci ritroveremo a finalizzare un nuovo disco molto presto, sicuramente prima di quanto noi stessi ci aspettassimo inizialmente."
http://www.neronoia.tk/
http://www.eibonrecords.com/