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09-03-2009
DER FEUERKREINER
Tempo di contrapposizioni
di Michele Viali
Sono tra i pochi progetti italiani del settore alternativo che vengono osannati all'estero. Durante la loro carriera hanno pubblicato poco, ma godono di un consenso che va oltre la quantità. Nessuno si era dimenticato dell'esordio avvenuto nel 2002 per i tipi della Runes And Men, e tutti attendevano un seguito. Il silenzio, rotto da qualche singolo che aumentava il desiderio di poter ascoltare un nuovo album, è stato definitivamente spezzato con "Unsere Zeit". "Il nostro tempo" (così si traduce il titolo del nuovo album) si specchia nelle contraddizioni del mondo attuale e prende vita da realtà opposte: la tradizione locale del centro Italia, luogo di provenienza di Federico e Valentina, si sposa con pulsioni mitteleuropee, e l'antichità neoclassica di certi suoni si avvicina al noise post-moderno. È questa la formula vincente con cui i Der Feuerkreiner hanno ammaliato più di mezza Europa. Con loro abbiamo ripercorso, qui di seguito, i momenti salienti della carriera artistica, le motivazioni iniziali e i progetti per il futuro...
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Sono passati ben sei anni tra l'uscita del vostro album d'esordio e la pubblicazione del secondo full-lentgh "Unsere Zeit". Perché avete atteso così tanto per dare un seguito di ampia durata alla prima fatica?
Valentina: "Non c'è una motivazione precisa alle radici di questa lunga attesa. In linea di massima i brani erano già belli e pronti nelle nostre teste, e parecchi sotto forma di bozza già da un bel pezzo. Per due volte abbiamo anche perso tutto il materiale (tutto!!!) per sventure varie, e quindi abbiamo dovuto rimettere mano a tutto da capo! C'è inoltre anche il fatto che quando hai sotto le mani una tua creaturina per troppo tempo, ogni volta che la prendi e la riguardi e la rigiri trovi sempre qualcosa che si sarebbe potuto far meglio, o che non ti entusiasma come prima; non è una reale necessità, ma diventa piuttosto qualcosa al limite del morboso... finché alla fine non decidi di smetterla - ed è dura! - e chiudi definitivamente il lavoro. Con "Unsere Zeit" non so quante volte abbiamo aperto e richiuso e poi ancora riaperto e richiuso ogni traccia, poi finalmente abbiamo deciso che la dovevamo smettere!"
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Come è cambiato il suono di Der Feuerkreiner dal 2002 ad oggi? E come è cambiato il vostro modo di lavorare sui suoni? Avete adottato una strumentazione diversa?
Federico: "Nel periodo passato tra l'ultimo album e quello precedente ho dedicato molto tempo alla ricerca e allo sviluppo di nuove sonorità, cercando di far convivere le melodie realizzate campionando suoni di archi e di strumenti a fiato con il tappeto ritmico, che in "Unsere Zeit" spazia da frequenze molto alte ad altre più profonde. Per i prossimi lavori abbiamo in progetto di utilizzare suoni reali, manipolandoli però all'estremo."
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Il nuovo album si divide tra atmosfere neoclassiche che ricordano alcuni motivi della Camerata Mediolanense (penso a brani come "Unsere Zeit", "Abkher Vom Krieg", "Du, Unsere Zeit" e "Am Abend") e passaggi addirittura vicini al rhythmic noise ("Wissen Ist Macht", "Bitte" e "Gerechtigkeit!). Come mai avete deciso di unire queste due anime, forse solo apparentemente distanti, nello stesso album?
Valentina: "Non sono anime distanti, sono solo sfaccettature diverse, momenti diversi delle nostre personalità. Le esperienze sono complesse, così come le emozioni, e sono costituite generalmente da un vortice di sensazioni derivate dal vissuto. C'è la giornata grintosa, c'è quella euforica, quella riflessiva, quella nervosa, la giornata infuriata, quella pacifica... Non siamo stati in grado di privilegiare un aspetto rispetto all'altro, e sinceramente non è stata neanche una scelta che abbiamo dovuto affrontare, non si è mai posta dinnanzi a noi una tale possibilità. Quello che facciamo ci rispecchia, e soffocare qualche espressione per tentare di creare un album più omogeneo non sarebbe stato onesto nei nostri stessi confronti."
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Da cosa prendono ispirazione le sonorità di "Unsere Zeit"? Vi rifate solo ad una scena musicale ben precisa, oppure i singoli brani prendono le mosse anche da situazioni, immagini e fatti?
Federico: "L'album "Unsere Zeit" è un capitolo della nostra esistenza, vive di vita propria. Tutti i brani sono stati composti in un determinato periodo e ognuno di essi ha un significato personale e profondo. Più che dalla scena musicale direi che senza dubbio è stato ispirato dalla nostra vita, dalle nostre emozioni e riflessioni, e senza queste influenze "Unsere Zeit" non sarebbe mai stato realizzato. "Il nostro tempo", appunto."
"Le esperienze sono complesse, così come le emozioni, e sono costituite generalmente da un vortice di sensazioni derivate dal vissuto. C'è la giornata grintosa, c'è quella euforica, quella riflessiva, quella nervosa, la giornata infuriata, quella pacifica... Quello che facciamo ci rispecchia, e soffocare qualche espressione per tentare di creare un album più omogeneo non sarebbe stato onesto nei nostri stessi confronti."
(Valentina Castellani)
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A tal proposito mi vengono in mente i video che Monaldo Moretti ha girato per i vostri brani: pensate che Der Feuerkreiner sia un progetto che riesce a materializzare immagini attraverso la musica? Quanto conta in sede live l'apporto visivo per voi?
Valentina: "Non siamo di certo a noi a poter dire se ci riesca o meno. Uno dei nostri desideri sin dall'inizio è stato quello di creare un insieme di sensazioni che non avessero toccato solamente l'ambito del sonoro. Ci piacerebbe che l'ascoltatore venisse quasi risucchiato in un susseguirsi di percezioni ed emozioni, e perché ciò avvenga crediamo sia necessario stimolarlo su più fronti. Abbiamo la fortuna di conoscere due grandiosi registi - e queste non sono solo nostre considerazioni - e di poter collaborare con loro, mi riferisco a Monaldo Moretti e Senesi Michele, che conosciamo da molti anni e con i quali, dunque, ci si intende molto bene. Monaldo è stato il regista dell'unico video - per ora - estratto dall'ultimo album, e credo che sia riuscito a riflettere alla perfezione il brano, incentrato sulle contraddizioni di cui il mondo è riempito."
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A differenza del vostro primo album, in "Unsere Zeit" i testi hanno un significato ben preciso: quali sono i principali temi trattati e in che modo si legano alla musica? Se possibile, vi chiederei anche di approfondire i motivi della scelta del titolo stesso del disco ed il modo in cui l'artwork di copertina si relaziona ad esso...
Valentina: "Abbiamo tratto le liriche dell'album da una raccolta di poesie scritte da gente comune in Germania, a cavallo delle due guerre mondiali. Già a una prima lettura questo libro ci aveva colpito e ispirato particolarmente, perché quello che salta prepotentemente fuori è come in fondo ciò che anima l'uomo, anche a distanza di anni, in contesti e situazioni differenti, in luoghi diversi della Terra, resta sempre la passione, l'amore e la paura. Le poesie che abbiamo utilizzato prendono le mosse da circostanze ben precise, che come ho già detto sono quelle della guerra, ma le riflessioni che ne scaturiscono non sono distanti dalle considerazioni che potrebbero fare un uomo o una donna che vivono nel presente. È da questo che prende spunto il titolo dell'album, è "Il Nostro Tempo" pieno di contraddizioni, ricco di atrocità ma ugualmente pieno di una miriade di cose dalla bellezza stupefacente."
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Avete una predilezione per la lingua tedesca, evidente già dal vostro nome: a cosa è dovuta?
Valentina: "Non è tanto un amore verso questo idioma, quanto piuttosto il fatto che ci piace come la sua sonorità si sposi con la nostra."
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Alla cultura germanica vi lega il guerresco brano "Wir Rufen Deine Wolfe", apparso nell'omonima compilation incentrata sul testo di Friedrich Hielscher: cosa vi ha attratto e ispirato delle parole di questo autore tedesco?
Valentina: "Noi non siamo affatto legati alla cultura germanica. Cantiamo in tedesco, questo è vero, ma i motivi li ho appena spiegati, e le ragioni della scelta delle liriche del nostro ultimo album risiedono nel fatto che le emozioni espresse sono forti e riferibili a qualsiasi essere umano. Per il nostro album di esordio abbiamo scelto Morgenstern, stravolgendolo tra l'altro, perché affascinati dalla sua poetica dell'assurdo, non dalla sua nazione. E così abbiamo accettato di partecipare alla compilation ideata da Gerhard e dalla Ahnstern, non perché l'autore della poesia era tedesco, ma per il suo tema: è come un 'grido di raccoglimento' (lo so che i due concetti assieme stridono, ma li trovo estremamente congiunti in questa poesia) prima della battaglia. È una poesia molto forte, e in parecchi hanno storto il naso additando questo e quell'altro; noi vi abbiamo visto il lato epico, il legame alla vita e alla natura, il coraggio dell'uomo e insieme tutta la sua piccolezza."
"Facciamo parte del presente, ma non possiamo ignorare che dentro di noi sopravvive un forte legame con la terra, intesa sia nel senso meramente geografico sia in quello delle tradizioni, della storia locale, delle credenze e delle leggende delle nostre terre, quelle in cui è ancora forte un rapporto quasi sentimentale con la natura e il timore verso delle potenze superiori e sconosciute. Ciò che siamo stati un tempo è ancora presente dentro di noi, e vivrà anche in quello che l'uomo sarà nel futuro..."
(Valentina Castellani)
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Penso che ormai quasi tutte le vostre produzioni precedenti al 2008 siano finite fuori catalogo, e sono attualmente molto richieste. Avete pensato ad un'operazione di ristampa più ampia del recente, limitatissimo box con due CDr e DVDr?
Valentina: "A volte se ne parla, ma per il momento non c'è niente di sicuro al 100 %."
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Il bell'EP "La 'Nvidia", uscito sempre per Neuropa nel 2004, è stato stampato solo in vinile 12": come mai avete scelto un formato così demodè e costoso, tralasciando una più popolare edizione in CD?
Valentina: "Ci è sembrato più consono allo stile e alle suggestioni della title-track: proprio il fatto di essere demodé è stato il punto di forza che ci ha fatto optare, insieme al nostro produttore, per il formato 12"."
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Il testo di "La 'Nvidia" è costituito da una filastrocca dialettale per scacciare il malocchio: perché avete scelto di accostare parole del passato, legate a credenze antiche, ad una musica così moderna come la vostra?
Valentina: "Amiamo i contrari, le contrapposizioni hanno un fascino su di noi, ci incuriosiscono e ci attraggono fortemente perché molto spesso celano delle relazioni interessanti che le uniscono e che le rendono risultati differenti di uno stesso percorso. E così non abbiamo trovato affatto strano far ricorso al dialetto (ascolano, per la precisione) e alle antiche credenze popolari e, simultaneamente, alla musica elettronica. Facciamo parte del presente, ma non possiamo ignorare che dentro di noi sopravvive un forte legame con la terra, intesa sia nel senso meramente geografico sia in quello delle tradizioni, della storia locale, delle credenze e delle leggende delle nostre terre, quelle in cui è ancora forte un rapporto quasi sentimentale con la natura e il timore verso delle potenze superiori e sconosciute. Ciò che siamo stati un tempo è ancora presente dentro di noi, e vivrà anche in quello che l'uomo sarà nel futuro: è una sorta di stratificazione delle esperienze umane che resta nel nostro profondo, in maniera più o meno assopita, dipende da quanto le si voglia sentire. Secondo me questo è sufficiente per poter dire che alla fine non c'è poi niente di così bizzarro nell'accostare una filastrocca dialettale carica di vecchie superstizioni alla musica che componiamo."
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Quanto il folklore delle vostre zone di provenienza riesce a influenzare le produzioni di Der Feuerkreiner?
Valentina: "Come dicevo, non riesco a dire in quale misura rientri in ciò che facciamo come Der Feuerkreiner, così come in ogni nostro aspetto anche al di fuori del progetto musicale, ma sicuramente c'è perché è una delle parti fondanti del nostro essere. E agisce, questo è certo, anche quando non ne siamo coscienti."
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Un altro titolo che necessiterebbe di una ristampa è il breve split con Wolfskin, realizzato dalla portoghese Terra Fria: cosa vi lega al defunto progetto di Johan Aernus? C'è un filo conduttore tra Wolfskin e Der Feuerkreiner?
Valentina: "Il CD è nato da un'idea di Terra Fria: con Wolfskin abbiamo suonato a Sintra nella magnifica cornice di Quinta da Regaleira, e lo split veniva distribuito all'ingresso come omaggio insieme ai biglietti. Lo so che può sembrare un po' semplicistica come risposta, ma il nostro è stato un incontro del tutto casuale, nonostante apprezziamo molto Wolfskin."
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Di recente un'altra etichetta portoghese ha licenziato uno split con brani dal vivo, messi a punto da voi e dal blasonato act A Challenge Of Honour: come è nata l'idea per questo lavoro? Siete soddisfatti della resa audio di questo CD? Il suono è molto 'sporco', sembra quasi un bootleg...
Valentina: "Il CD è stato fatto perché avremmo dovuto suonare assieme ad A Challenge Of Honour in un mini-tour con due tappe, una in Portogallo e l'altra in Spagna, e il dischetto doveva essere il ricordo speciale di questi concerti. Poi purtroppo sono stata male, e all'ultimo non siamo più potuti partire. Sicuramente a livello audio non è il massimo, questo è vero, perché sono brani presi dal vivo."
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Sembra abbiate anche una certa passione per la musica synthpop degli anni' 80 (penso alla cover del pezzo della Rettore, "Donatella"): cosa vi lega alla scena easy-listening e quanto influisce sui vostri standard compositivi ed esecutivi?
Valentina: "Non so, a parte l'episodio che hai citato e che ci ha divertito parecchio, non ci è più ricapitato. Certo è che la musica di cui parli è quella che ha accompagnato alcuni momenti della nostra infanzia, e un po' ci siamo legati. Per esempio la copertina del 45 giri di "Donatella" è stata la prima che ho scarabocchiato (perdonatemi, ero piccolissima!!), ed è quello uno fra i motivi per cui abbiamo scelto di coverizzarla."
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Rispetto ad altri progetti italiani, voi avete ottenuto dei consensi unanimi presso il pubblico straniero: a cosa credete sia dovuto questo feeling? In quali zone d'Europa avete ottenuto il maggior successo?
Valentina: "Sinceramente non saprei cosa rispondere (ride, nda)!"
"I Der Feuerkreiner sono anche il risultato del nostro territorio. Sicuramente se fossimo stati in qualsiasi altro luogo del mondo il progetto non avrebbe mai proposto un determinato stile e suono. Tentiamo di cogliere i suggerimenti che ci vengono offerti da quello che ci circonda, e non sempre vivere nelle tranquille e bucoliche colline marchigiane porta a creare atmosfere altrettanto rilassate..."
(Valentina Castellani e Federico Flamini)
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Vi siete esibiti dal vivo molto spesso, in Italia e in Europa: quali sono le esperienze che ricordate con maggiore emozione? Avete vissuto qualche episodio curioso che volete menzionare?
Federico: "Ogni live è stato un'esperienza unica e irripetibile. Sia per il contesto che per i gruppi che affiancavamo o che ci accompagnavano, ma anche per l'accoglienza ricevuta dal pubblico. Ogni concerto, ogni luogo e ogni persona hanno contribuito alla nostra crescita, e per questo ne siamo riconoscenti. Ogni volta è un'esperienza a sé stante: in ogni nazione c'è un tipo diverso di pubblico, quello caloroso, quello distaccato, quello che magari non ti dice una parola faccia a faccia ma poi ti sommerge di e-mail, il pubblico ordinato e silenzioso e quello caotico. Ogni concerto è poi spesso l'unica occasione che abbiamo per rafforzare i rapporti con gli altri gruppi: il fatto di vivere nelle Marche ha forse come unico difetto quello di tenerci un po' distanti dai centri d'Italia e dell'estero un po' più movimentati a livello musicale."
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Siete un progetto che interagisce molto con la scena italiana, ma eccezion fatta per il vostro esordio, non avete più pubblicato per etichette italiane: fatto strano, viste le vostre qualità... cosa avete trovato di meglio nelle label straniere?
Federico: "L'album di debutto uscì per Runes & Men e Misty Crircles (Vincenzo Auteri e Claudio Giammarini), ai quali dobbiamo tutto. Hanno creduto in noi, si sono fidati e ci hanno lanciato, è grazie a loro se siamo i Der Feuerkreiner. Più tardi l'album venne ascoltato da Kim della Neuropa Records, che ci propose una produzione ("La 'Nvidia"): ci siamo trovati molto bene con lui, sia a livello di produzioni che a livello umano, e con lui ha visto la luce il nostro ultimo lavoro."
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Quali sono i vostri programmi artistici per il futuro? Ho sentito parlare di un vostra collaborazione con Post Contemporary Corporation (si tratta di "Manzotin Mantra", ad oggi pubblicata, nda)... Avete in cantiere partecipazioni a compilation o concerti?
Federico: "Ci fu proposto di realizzare un brano utilizzando dei pensieri di Valerio Zekkini (Post Contemporary Corporation): abbiamo accettato senza indugi, in quanto lo consideriamo un grande artista e un gran pensatore. L'album uscito da poco tempo è veramente molto bello, e contiene una raccolta di progetti musicali veramente notevoli. Per il futuro non abbiamo in cantiere nessuna partecipazione a compilation o live, in questo periodo ci stiamo dedicando alla creazione di nuovo materiale e stiamo pensando anche a qualche nuovo lavoro video."
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Ultima domanda: ciò che più mi colpisce di voi è che, pur provenendo da una piccola cittadina del centro Italia, lontana dagli input che può fornire una metropoli o una grande città, la vostra musica riesce a racchiudere le movenze di tanta industrial culture del passato e del presente, mista a sentori medievaleggianti o relativi alla cultura popolare, fatto che rende Der Feuerkreiner un progetto, oltre che ispirato, anche molto recettivo, direi mitteleuropeo nella sua resa audio. Quanto incide su di voi l'influenza della scena internazionale, di cui fate parte, e quanto sono importanti, per contro, le collaborazioni con le piccole realtà locali del centro Italia? È giusto definire Der Feuerkreiner un progetto generato da suggestioni contrapposte?
Valentina e Federico: "I Der Feuerkreiner sono anche il risultato del nostro territorio. Sicuramente se fossimo stati in qualsiasi altro luogo del mondo il progetto non avrebbe mai proposto un determinato stile e suono. In molti ci hanno chiesto, dopo aver visitato i nostri luoghi d'origine, come fosse possibile proporre questi brani. Tentiamo di cogliere i suggerimenti che ci vengono offerti da quello che ci circonda, e non sempre vivere nelle tranquille e bucoliche colline marchigiane porta a creare atmosfere altrettanto rilassate: queste territori sanno creare in chi li abita emozioni del tutto contrastanti e sempre forti, c'è un attaccamento viscerale verso queste terre che sconfina spesso anche nella sensazione di oppressione e limitatezza. È forse proprio per le forti energie che emanano questi campi, questi piccoli paeselli medievali e queste colline che la nostra regione, e ancor più propriamente la nostra zona, è ricca di un gran numero di artisti le cui creazioni spaziano in ogni campo e genere. Le collaborazioni con le piccole realtà locali sarebbero ciò che di meglio si potrebbe chiedere, ma purtroppo la maggior parte dei musicisti locali ha una tendenza conservatrice riguardo la propria musica: sembra che tutto e tutti siano in concorrenza tra loro. È un vero peccato, perché siamo sicuri che la fusione di vari stili potrebbe generare qualcosa di unico."
http://www.derfeuerkreiner.it/
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