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02-03-2009
THE LAST HOUR
Il labirinto oscuro
di Nicola Tenani
Siepi altissime che delimitano il labirinto oscuro della mente artistica di Roberto Del Vecchio. Raramente spunta la luce, accecante e radiosa come se l'incombere costante delle tenebre, per una sorta di contrappasso, si irradiasse potente di bagliori vitali. Il dischetto eponimo, uscito da qualche mese, è stato un dono di apertura da parte di un animo sensibilissimo verso frange di pubblico attente a captare, nelle sonorità squisitamente ambientali, segnali psichici di estrema spaccatura verso il proprio passato. Un trascorso che portava il nome di Gothica e che ora vive in due fasi diverse ed opposte: gli Hexperos e The Last Hour. Senza rimpianti, emulazioni o l'uso di ciò che fu amore del pubblico per confermare facilmente le aspettative. Tutt'altro: la virata estrema verso suoni ossessivi e cupi è la voglia di rimettere tutto in gioco. Il segreto dei grandi musicisti passa anche per queste catarsi. Così in questa chiacchierata Roberto si apre al pubblico di DARKROOM Magazine senza barriere interiori, mettendo in luce l'uomo e l'artista: un piccolo e nuovo pezzo della musica oscura di casa Nostra, spesso bistrattata e a volte snobbata, ma ricca di spunti che meritano l'attenzione del pubblico.
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Voglio iniziare la nostra chiacchierata proprio dal momento in cui tu ed Alessandra (Santovito) avete deciso di separare le vostre strade. Puoi parlarci del motivo che vi ha portato a questa scelta?
"È stata una decisione molto difficile, ma alla fine è stata la più giusta. La vita è strana e le persone cambiano. La fine della nostra storia d'amore e l'incompatibilità dei nostri caratteri sono i principali motivi dello scioglimento dei Gothica."
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Per Alessandra il progetto successivo (Hexperos) è stato quasi immediato, la tua rinascita come The Last Hour ha richiesto più tempo. Crisi, voglia di ponderare in pieno ciò che volevi esprimere o che altro?
"Ho vissuto un periodo di crisi a livello personale. Il mio stile di vita sregolato ha rallentato lo svolgimento del mio lavoro, e a questo bisogna aggiungere il tempo impiegato per la ricerca di una nuova label."
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Cosa hai fatto in questo periodo? Hai collaborato con altri musicisti?
"Ho composto le musiche per il mio progetto parallelo Les Jumeaux Discordants, del quale è uscito un miniCD in edizione limitata nel 2007. Il full-lenght uscirà nel 2009."
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Puoi anticiparci qualcosa? Oltre a te e ad Aimaproject ci saranno altri musicisti coinvolti?
"Non posso anticiparti nulla, preferisco che sia una sorpresa."
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Entrambi vi staccate a volte non di poco dal sound che fu dei Gotica: è catarsi o la piena manifestazione della propria essenza artistica nei nuovi progetti?
"Sentivo la necessità di creare qualcosa di diverso, di sperimentare nuove vie. Non avrebbe avuto senso continuare a ripetere lo stesso sound dei Gothica, soprattutto dopo lo scioglimento. Ho inserito nelle mie composizioni nuovi elementi di elettronica, e un segnale di questo mio cambiamento si era già potuto ascoltare nella versione del video di "The Cliff Of Suicide"."
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Quanta importanza ha avuto avere alle spalle una label come la Intuition, pronta a credere in te in un momento così difficile per le produzioni italiane?
"L'incontro con Oleg Galay della Intuition Records è stato fondamentale. Oleg è la persona che stavo cercando, in quanto ha una certa esperienza in questo campo, avendo lavorato per diversi anni con l'etichetta Tantric Harmonies."
"Come in una fotografia in bianco e nero, le luci e le ombre s'intrecciano disegnando infiniti arabeschi d'amore e di morte tra i sentieri dell'inquietudine. La luce penetra dolce, sognante, calda, nebbiosa, gelida, cupa tra i rami multiformi nel viale dell'esistenza."
(Roberto Del Vecchio)
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La pubblicità del tuo album domina la home-page della label: che effetto fa creare un'aspettativa simile al proprio debutto?
"Oleg ha deciso di promuovere il mio lavoro in questo modo, e la cosa non può che farmi piacere e consolidare il rapporto di stima reciproca che c'è tra di noi."
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Parlami del disco: quanto tempo di gestazione ha richiesto? Lo trovo molto curato anche nei piccoli dettagli.
"Ho iniziato a lavorare all'album nel 2004, ma la sua realizzazione ha subito diverse interruzioni. Nonostante queste pause, mi sono soffermato a lungo sui pezzi cercando di curare al meglio anche i minimi dettagli."
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In "Chanson D'Automne" si sente una voce femminile che, all'interno del brano, si sposa perfettamente: puoi parlarci di lei?
"La voce è di Aimaproject, artista poliedrica che si occupa di poesia, fotografia, musica, multimedia. Ci siamo conosciuti a Milano nel 2005 al concerto dei Dead Can Dance e, unendo i nostri due stili 'discordanti', abbiamo dato vita al progetto Les Jumeaux Discordants."
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Il connubio tra la tua musica, spesso così oscura e terribile, si ingentilisce con la voce femminile: credi che sia una strada che in futuro ripercorrerai, magari in pianta stabile?
"The Last Hour è il mio progetto solista aperto a poche collaborazioni, quindi è da escludere a priori l'impiego effettivo di una voce femminile."
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Quali tracce del disco senti più tue?
"La mia musica nasce dal profondo dell'anima, ogni singola nota che compongo la sento mia."
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L'idea generale che ho vissuto nei mille ascolti di "The Last Hour" è di una lotta interiore tra distacchi e sofferenze dell'anima: confermi le mie percezioni?
"È la lotta tra l'illusione e la realtà, tra la vita e il sogno. La disillusione è la causa principale della sofferenza dell'anima, del vuoto interiore. Inoltre, l'anima è attratta dall'infinito, spazio che le si schiude dinanzi con una profondità tale da far paura, proiettandola verso mondi inimmaginabili, verso lo spazio cosmico, verso l'ignoto."
"La disillusione è la causa principale della sofferenza dell'anima, del vuoto interiore. Inoltre, l'anima è attratta dall'infinito, spazio che le si schiude dinanzi con una profondità tale da far paura, proiettandola verso mondi inimmaginabili, verso lo spazio cosmico, verso l'ignoto."
(Roberto Del Vecchio)
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Trovo molta sensibilità introspettiva nei tuoi testi; paga ancora in termini di riscontro il creare liriche di ricerca emotiva o pensi che il pubblico vada verso una squallida assuefazione, subendo ciò che l'artista canta senza soffermarsi nemmeno un attimo sui contenuti?
"Ritengo che quando un artista riesce a comunicare le proprie emozioni attraverso la musica, il testo può passare in secondo piano. In ogni caso, a me piace curare anche questo aspetto e preferisco pensare che il pubblico apprezzi maggiormente una musica accompagnata da un buon testo, nonostante superficialità e apparenza siano caratteristiche predominanti del nostro mondo."
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Non vedo una luce accecante nella tua musica ma nemmeno il buio notturno, semmai un tardo crepuscolo, una forte vena di romanticismo: quali luci 'colorano' le tue musiche?
"Come in una fotografia in bianco e nero, le luci e le ombre s'intrecciano disegnando infiniti arabeschi d'amore e di morte tra i sentieri dell'inquietudine. La luce penetra dolce, sognante, calda, nebbiosa, gelida, cupa tra i rami multiformi nel viale dell'esistenza."
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E della copertina, con l'inquietudine dell'orologio... è il mattino o la sera? L'orologio è fermo, oppure il tempo scorre inesorabile?
"All'immagine dell'orologio, fotografia di Aimaproject, si adattano alla perfezione le parole del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer: "Gli uomini somigliano a orologi che vengono caricati e camminano, senza sapere il perché; ed ogni volta che un uomo viene generato e partorito, è l'orologio della vita umana di nuovo caricato, per ripetere ancora una volta, fase per fase, battuta per battuta, con variazioni insignificanti, la stessa musica già infinite volte suonata."
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È molto bella la massima di Schopenhauer, personalmente mi ci identifico... quale letteratura che permea il tuo inconscio ritrovi nelle liriche dei brani che componi?
"Tutto ciò che mi piace leggere, soprattutto la letteratura fantastica, i testi teatrali, i poeti romantici. Tra i miei preferiti: E.A. Poe, Thomas Mann, Giacomo Leopardi, Gabriele D'Annunzio, August Strindberg, George Byron e John Keats, solo per citarne alcuni."
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Sento "The Last Hour" come una forte visione interiore; ti piacerebbe creare la colonna sonora di un film? Quale è un film che, secondo te, potrebbe sfruttare il tuo album come soundtrack?
"Adoro il cinema, in particolar modo i film di Ingmar Bergman e Stanley Kubrick, e quest'arte ha spesso influenzato le mie composizioni. Certo, mi piacerebbe molto poter comporre un giorno la colonna sonora di un bellissimo film. "The Last Hour" è nato dai mie sentimenti, dalle mie visioni, e per questo motivo non lo accosterei a nessun film."
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Stai già preparando altro materiale, oppure ti concedi una pausa per capire quali suoni vuoi esplorare?
"In questo periodo sto lavorando al CD del progetto LJD, ma sto già iniziando a pensare al mio prossimo album."
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Fai anche una critica a "The Last Hour": cosa, a mente fredda, manca al disco che aggiungeresti ora?
"Non aggiungerei nulla, anche se non sono mai completamente soddisfatto delle cose che faccio. Adesso preferisco guardare al futuro, cercando di comporre musica sempre migliore."
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Parliamo della scena musicale italiana: come la vedi?
"Ultimamente ne sono rimasto un po' al di fuori e non l'ho seguita, quindi non ti saprei dire molto."
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Sei pronto a rientrare dalla porta principale come meriti? Ci sono concerti in vista?
"La musica è la mia passione e la mia intenzione è sempre stata quella di rientrare. Al momento non ho date in programma."
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Sullo stage potrà convivere Roberto Del Vecchio, in quanto solista, in parallelo con Les Jumeaux Discordants?
"Certo, non credo che ci possano essere problemi di alcun genere."
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In cosa bisogna scommettere per far sì che ci sia una presa maggiore da parte del pubblico? Oppure vedi solo gente interessata alle serate e poco all'acquisto di dischi e presenza ai concerti? E di chi pensi siano le colpe di questa tragica involuzione?
"Purtroppo è sempre stato così: la maggior parte delle persone è interessata agli artisti già affermati, e spesso è attratta più dall'estetica del movimento che dalla musica. Il peggioramento è dovuto al fatto che oggi esistono tanti, troppi, progetti musicali, e anche l'ascoltatore appassionato trova difficoltà nel seguire le numerose uscite discografiche."
"Attraverso la mia musica cerco di esplorare i profondi segreti del sentimento umano e della vita, di comunicare con l'universo, con il silenzio di Dio. Non penso che il mio lavoro sia facilmente classificabile, in quanto prediligo la sperimentazione."
(Roberto Del Vecchio)
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Concludiamo la nostra chiacchierata con i migliori auguri di noi della redazione di DARKROOM Magazine, sperando di poter continuare a parlare di te e della tua arte con curiosità, stima ed affetto; vorrei che a margine aggiungessi qualcosa per far capire a chi ancora non ti ha conosciuto perché iniziare da "The Last Hour", infondendo inoltre già da ora la curiosità per l'imminente album di Les Jumeaux Discordants...
"Ringrazio di cuore la redazione di DARKROOM Magazine per lo spazio che mi ha concesso. A chi non conosce la mia musica, posso dire che attraverso di essa cerco di esplorare i profondi segreti del sentimento umano e della vita, di comunicare con l'universo, con il silenzio di Dio. Non penso che il mio lavoro sia facilmente classificabile, in quanto prediligo la sperimentazione. Pertanto, invito i lettori all'ascolto del mio album, sperando che ne possano rimanere affascinati. Il CD del progetto LJD sarà pronto a breve."
http://www.myspace.com/thelasthour
http://www.intuition-rec.com/