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06-03-2007
THELEMA
Ricordi dal profondo
di Chemnitz
Quando si parla di scena italiana, spesso si omettono anche volutamente quelle realtà che in qualche modo lavorano in silenzio, nell'ombra, senza bisogno di apparire a tutti i costi; è il caso dei Thelema, formazione storica con oltre vent'anni di esperienza alle spalle, un progetto che fin dagli albori si è distinto per un sound particolare e per tematiche realmente 'esoteriche' (non come avviene oggi per tanti pseudo-intellettuali della materia), un percorso affascinante indirizzato ad un pubblico non certo di ampio raggio. Oggi, abbandonate le influenze 'post-punk' degli esordi, Massimo Mantovani e Giorgio Parmigiani si sono tuffati in un cupo e sulfureo neofolk velato da ricami psichedelici, una testimonianza toccante e profonda per chi ama queste sonorità. "Burnt Memories" è il volto attuale dei Thelema: sentiamo cosa hanno da raccontarci al riguardo i due protagonisti...
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Prima di tutto, una considerazione: il vostro full-lenght esce dopo un lungo silenzio, pertanto lo possiamo considerare un nuovo inizio per i Thelema?
Giorgio: "Sotto alcuni aspetti sì, ma analizzandolo più a fondo può anche essere definito una manifestazione lenta ma ineluttabile di evoluzione sia artistica che spirituale. Certo è che dopo tanti anni di silenzio la nostra anagrafe è cambiata e volevamo comunque esprimere qualcosa per noi importante, che tracciasse un altro solco nelle nostre vite. Chi ci conosce nel profondo e chi ci ha seguito in tutti questi anni ha sicuramente capito che 'Burnt Memories' non è altro che l'immagine riportata su disco delle nostre personalità in questo determinato momento..."
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L'album è molto cupo, a tratti psichedelico: quali sensazioni vi hanno spinto a comporre dei brani così oscuri?
Massimo: "L'analisi a ritroso di quasi vent'anni di evoluzione esistenziale e spirituale. Ma ascoltate meglio: "Burnt Memories" è anche e soprattutto un disco di rinascita".
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...e immagino che le tematiche siano sempre collegate a quanto già avete espresso in passato...
"Certe scelte sono per la vita, no? Credo che per "Burnt Memories" siamo comunque riusciti a 'mascherare' meglio idee e temi che nei dischi precedenti risultavano più espliciti, e la prova è il fatto che tu mi abbia posto questa domanda..."
"Abbiamo sempre espresso onestamente ciò che era il nostro pensiero e ciò che ci ha influenzato, senza false adorazioni o inneggiando a qualcosa per far parte di una schiera privilegiata di artisti. Le ipocrisie hanno la vita corta e, soprattutto, finiscono per stancare anzitutto chi le genera..."
Giorgio Parmigiani
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Infatti. Tra l'altro, oggi molte band si professano 'esoteriche': cosa ne pensate di tale inflazione, anche alla luce della solita superficiale confusione tra esoterismo, occultismo e satanismo (vedi una moltitudine di metal band...)?
Giorgio: "Non è nostra abitudine giudicare il lavoro e il pensiero altrui. In effetti dobbiamo riconoscere che gli ultimi anni hanno partorito una quantità di bands che professano le più svariate forme di esoterismo e/o occultismo a volte anche in modo pacchiano e forse volutamente poco sincero, o solo di facciata. Nulla in contrario, sia chiaro, per quanto ci riguarda abbiamo sempre espresso onestamente ciò che era il nostro pensiero e ciò che ci ha influenzato, senza false adorazioni o inneggiando a qualcosa per far parte di una schiera privilegiata di artisti. Le ipocrisie hanno la vita corta e, soprattutto, finiscono per stancare anzitutto chi le genera..."
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Torniamo al vostro lavoro: è vero che la Small Voices farà uscire "Burnt Memories" anche in vinile?
"Sì, è stata una loro espressa volontà! Dopo alcune vicissitudini tecniche che non hanno permesso l'uscita simultanea con il CD, il problema è stato risolto e a giorni verrà ufficializzata l'uscita".
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Intanto la label romana In The Night Time ha ristampato un disco fondamentale come "tanta": siete soddisfatti di questa cosa?
Massimo: "Certo, come del resto siamo contenti che tu abbia appena definito quel disco 'fondamentale'. Scherzi a parte, è bello avere avuto l'opportunità di riproporre sia l'album sia le bonus-tracks, scelte tra il materiale del primo 7 pollici e dei primi nastri: ne abbiamo fatto una sorta di celebrazione ventennale dall'uscita del vinile, ed è stato carino che lo stesso anno abbia visto uscire il nostro quarto album."
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Oggi, con ventidue anni di esperienza alle spalle, sentite di far parte di un certo movimento musicale/culturale o preferite non essere etichettati in alcun modo?
"Una delle cose che abbiamo capito in questi anni è che le etichette o le tribù di oggi sono le gabbie di domani. Preferiamo essere ascoltati spassionatamente, non per quello che ci si aspetta che suoniamo o diciamo..."
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Cosa ricordate con maggior piacere del vostro primo periodo, quando vi siete conosciuti in quel di Modena?
Giorgio: "Doveva essere più o meno il mese di settembre del 1984 o giù di lì, quando io e Massimo ci conoscemmo tramite un amico comune. Avevamo entrambi due band: io i Throbs Of Pleasure e lui i Blouson Noir, ci parlammo e mettemmo quasi subito in connubio le nostre esperienze artistico-musicali. I Thelema nacquero pochissimi mesi dopo, gli interessi esoterici per il 'Magick' di Aleister Crowley che Massimo già aveva hanno implementato e saldato la nostra lunga collaborazione che arriva fino ad oggi...
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Guardando indietro nel tempo, avete qualche rimpianto?
"Alcune cose nella vita di ognuno lasciano inevitabili cicatrici e rimpianti. Probabilmente l'unica cosa che artisticamente mi pesa è non avere vissuto negli anni 80 in un altro paese: avrebbe significato non essere considerato un 'UFO' e probabilmente ci saremmo facilitati la vita artistica, che invece è stata piena di insidie ed ostacoli dovuti per lo più alla visione 'italiota' del mondo musicale alternativo di allora (una visione che purtroppo continua a persistere, nda). D'altro canto, il fatto di essere comunque rimasti vivi ed aver in un certo senso aggirato gli ostacoli (e usato la più alta forma e magnificenza di menefreghismo nei confronti dell'ottusità culturale, che è 'Fai ciò che vuoi, sarà tutta la legge'), in un certo qual modo oggi ci nobilita l'animo, anche nei confronti del nostro pubblico, che ci ricorda come una delle band storiche di quei sottofondi e nascosti meandri musicali..."
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Parliamo del presente... Cosa state ascoltando ultimamente?
"Non abbandono mai l'ascolto di quelle band che hanno contribuito al mio sviluppo (il punk-dark anni 77-84), e li ripercorro e rivaluto con il mio pensiero di oggi. Mi piacciono tutte le contaminazioni elettroniche con le vecchie tecniche dub, alcune cose etichettabili come trip-hop, sinteticamente cose musicali abbastanza di nicchia e poco conosciute. In questo momento, però, sul piatto c'è "Russian Roulettes" dei Lords Of The New Church e dopo pensavo a un "Big Fun City" dei Flesh For Lulu o ai Gun Club".
Massimo: "Sono tornato alle origini: Velvet, Stooges e tutto il punk del '77, più i primi gruppi oscuri nati come scia ai Banshees e ai Bauhaus. Dimenticavo i primi tre dischi degli Ultravox e qualsiasi cosa prodotta da Conny Plank (esclusa Gianna Nannini...). Killing Joke?"
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Quando potremo rivedere i Thelema in concerto?
Giorgio: "La formazione per il live è pronta e scalpitante, stiamo cercando qualcuno interessato a farci suonare dal vivo..."
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Bene, siamo giunti ai saluti... Avete qualcosa da aggiungere?
Massimo: "Sì, stiamo scrivendo nuove cose, immaginando l'ideazione di un nuovo progetto che probabilmente potrà uscire nella primavera 2007..."
http://www.thelemaband.com/
http://www.smallvoices.it/