29-12-2008
DER BLUTHARSCH
"Everything Is Alright!"
(WKN)
Time: (57:54)
Rating : 7.5
Nuova compilazione per Der Blutharsch dopo "Fire Danger Season" del 2002, lavoro che fu testimone delle tracce perdute risalenti agli anni di ferro 1998-2001. Questo "Everything Is Alright!" raccoglie brani rari estratti principalmente da vinili ormai fuori catalogo, oltre a qualche remix e un paio di recuperi da compilation, spaziando nel periodo della svolta rock del panzer viennese, ovvero dal 2003 fino ad oggi. Per molti è l'occasione buona per ascoltare pezzi di difficile reperibilità senza dover per forza spendere un migliaio di euro: in particolare, Albin 'ripesca' tracce contenute in 7" a tiratura molto limitata come "Yellow Leaf", "Time Is Thee Enemy", i due pezzi inclusi nel singolo per il recente Farewell Tour, "Cafe Mentone" (seconda collaborazione con Nový Svet), gli split con gli italiani ZetaZeroAlfa e SottoFasciaSemplice, "Vittoriale" (rivisitazione acustica di una traccia industrial dello stesso Der Blutharsch) e il lato B del singolo "The Philosopher's Stone", oltre ad una traccia apparsa nel CD "Kreuzung Drei", frutto di una collaborazione con Reutoff. Non mancano alcune rivisitazioni di classici del passato come "Odin Hour", pubblicata in origine per Death In June in "Take Care And Control" e rivista in chiave martial-folk, nonché un 'must' senza titolo dei The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud, apparsa nel 1997 in "The Smell Of Blood But Victory", qui privata della voce di Alzbeth e leggermente modificata nella struttura. Viene inoltre incluso il pezzo stampato nella compilation "Looking For Europe", oltre a due remix risalenti alle collaborazioni con l'amico Wumpscut: "Schäbiger Lump" e "Adonai, MyLord" (ma la bella rivisitazione di "Wreath Of Barbs" viene misteriosamente scartata, così come quella di "Rush"). La chiusa è affidata al remix di "Heuristic Occlusion", pezzo realizzato da Pacific 231 e incluso in origine nella compilation "Danza De La Muerte", forse l'unico brano veramente industrial di tutto il dischetto. Sebbene "Everything Is Alright!" sia relazionato (almeno secondo il sottoscritto) al periodo meno ispirato della carriera di Albin, offre diversi momenti di grande interesse: oltre ad un breve e impalpabile inedito ci sono alcuni brani di buon livello ("Yellow Leaf" e "Vittoriale"), ma anche un autentico capolavoro come "Time Is Thee Enemy", forse il pezzo più riuscito del Der Blutharsch folk/rock, nonché il brano firmato in origine a nome The Moon Lay Hidden Beneath A Cloud (i cui album sono tutti sold-out, senza speranza di essere ristampati), uno dei migliori tra quelli realizzati dalla prima creatura di herr Julius. I remix sono dei puri vezzi autoreferenziali che non aggiungono nulla, se non la curiosità di sentire Albin giocherellare con i lavori altrui. Sebbene sia un'opera di recupero e quasi completamente retrospettiva, "Everything Is Alright!" supera di gran lunga in qualità le recenti uscite da studio ("The Philosopher's Stone") e dal vivo ("Live In Copenhagen") della band austriaca, per cui vi consiglio l'acquisto sia se siete seguaci abituali, sia se volete avvicinarvi per la prima volta al nuovo corso di Der Blutharsch.
Michele Viali