14-12-2008
NORDVARGR/DRAKH/KLIER
"The Less You Know, The Better"
(Old Europa Cafe)
Time: (44:28)
Rating : 6.5
Come molti appassionati del genere già sapranno, Henrik Nordvargr Björkk e Jonas Drakh Aneheim hanno collaborato insieme in svariate occasioni, ma sono anche entrambi membri della seminale band MZ 412 e creatori di importanti act del panorama dark ambient e death industrial (Beyond Sensory Experience, Folkstorm e Toroidh, solo per citare i nomi più conosciuti). Ragion per cui sappiamo già in larga parte cosa doverci aspettare da questo "The Less You Know, The Better", se non fosse per la partecipazione di una terza mente, proveniente dagli Stati Uniti, che risponde al nome di Cordell Klier, acuto sperimentatore e versatile creatore sia di suoni che di immagini, vero valore aggiunto ad un lavoro che si distacca dalla prevedibilità proprio grazie alle incursioni e variazioni del musicista americano. Confezionato in una scarna copertina apribile di formato A5, questo CD è diviso in cinque tracce senza titolo che risentono di una matrice dark ambient opportunamente modificata ed alterata: i suoni non sono mai violenti, ma tendono piuttosto a dipanarsi lentamente, a volte quasi scomparendo in flebili dilatazioni sonore (come nel caso della lunga quarta traccia); l'oscurità di base viene attraversata da piccoli frammenti di rumore minimale ed elettronico, creando quasi un glitch-style che va a sommarsi ad una gelida armonia di fondo. Le soluzioni migliori arrivano con il secondo brano, incentrato per buona parte su una ritmica sintetica e arida che scandisce i tempi di un sottofondo metallico; anche il pezzo finale, segnato da percussioni spezzate e voci gutturali ovattate, lascia ammaliati. "The Less You Know, The Better" si presenta come una valida variante alle solite atmosfere plumbee provenienti dalla Scandinavia: il sound fluttuante e tenue ricorda asettici ambienti cibernetici, particolare che immerge a tratti l'ascoltatore in una inquietante luminosità mortuaria. La copertina, realizzata dallo stesso Klier, rimane forse il commento più eloquente per quest'opera enigmatica e, a suo modo, attraente.
Michele Viali