03-11-2008
BLEIBURG
"Open Wound"
(The Eastern Front)
Time: (71:31)
Rating : 6.5
Durante il 2008 Bleiburg, il prolifico progetto capitanato dal croato Stefan Rukavina, sembra aver diminuito il quantitativo di pubblicazioni fermandosi, almeno per ora, a questo "Open Wound", CDr di ottima fattura tecnica ed estetica contenente la registrazione del concerto tenutosi a Kassel, in Germania, il 23 giugno del 2007. L'israeliana Eastern Front ne ha approntato anche una versione in DVDr con il medesimo titolo e tracklist ed una copertina leggermente differenti: entrambi i lavori sono stati prodotti in una tiratura di 300 copie ciascuno. Rispetto agli standard di Bleiburg questo disco risulta assai anomalo, dato che presenta sia brani di industrial marziale che pezzi dance (a volte di scarsa qualità) che spaziano dall'EBM old-style alla techno. Ciò è dovuto probabilmente alla presenza nella line-up di E. W. Schroeder, creatore di MDMA, un act techno/EBM prodotto, tra gli altri, anche dalla Dark Transmission, etichetta personale di Rukavina. In particolare in "Open Wound" svaniscono i suoni ambientali, mentre le atmosfere belliche vengono relegate principalmente in "God Broken" e nei due eccellenti pezzi d'apertura "Gulag Good-Bye" e "Free", quest'ultima menzionata come cover dei Depeche Mode, ma di fatto irriconoscibile. Dopodiché si scivola in basi martellanti a loro modo guerresche come potevano esserlo certi brani dei DAF o dei Nitzer Ebb, mescolate a spoken-word imperiosi ("Gebirge, See, Flachland, Spree" e "Der Geist Der Erziehung" sono tra gli esempi meglio riusciti); i pezzi ricordano anche certa elettronica ideologizzata assai in voga in Germania, sebbene - tengo a sottolinearlo - Bleiburg non abbia relazioni di alcun tipo con il suddetto settore. Per contro trovo noiose e deludenti le tracce (in particolare "Na Rad!" e "Good Evening, Zagreb") collocabili a metà strada tra l'aggrepo e la techno di bassa lega: so bene quanto Stefan segua anche questa scena, ma alcune basi da discoteca di quart'ordine macchiano un disco che in vari momenti è in grado di trasmettere emozioni. In assenza dei tanti collaboratori che di norma affiancano Rukavina, il combo opta per un live diviso tra generi diversi che, come prevedibile, finisce col fornire risultati altalenanti. Considerando luci ed ombre, "Open Wound" mantiene comunque un discreto valore documentaristico superiore a molti altri lavori firmati Bleiburg.
Michele Viali
http://www.theeasternfront.org/