12-10-2008
VV.AA.
"Interior - Obscure Sounds From The Inside"
(Invisible Eye Productions)
Time: (79:48)
Rating : 5
L'etichetta Invisible Eye, capitanata da Marco Grosso, dà alle stampe questa ampia compilation che raccoglie progetti provenienti da tutto il mondo, molti dei quali ancora semi-sconosciuti, ma tra cui è possibile trovare anche qualche nome immortale che tiene a battesimo tutta l'operazione. La gran parte del contenuto è incanalabile nel filone dark ambient, con sporadiche incursioni nel panorama rumoristico, mentre l'intero lavoro viene pubblicato sia in formato CDr (confezionato in una custodia slim per DVD, accompagnata da booklet e adesivo), sia in versione cassetta per nostalgici e fanatici dell'oggettistica industrial vecchio stile. Se il colpo di coda dei Runes Order, presenti con "Morpheus 1", ci dà un motivo in più per rimpiangere la dipartita del progetto di Claudio Dondo, il quale ripropone il suo immortale marchio di fabbrica fatto di suoni freddi e percussioni nitide, lo stesso non può dirsi per il resto della compilation. Se alcuni momenti mantengono un minimo livello di interesse relazionato al tipo di sperimentazione operata, come l'inquietante accostamento di carillon e droni di Permafrost, il valido pathos da soundtrack generato dal pezzo di Aleph Naught o la curiosa "Nevergreen" di Colossoth, in cui frequenze uditivamente fastidiosissime vanno a braccetto con un tema di piano, le altre performance lasciano il tempo che trovano, o a volte spiazzano tanta è la pochezza dei brani. Spesso incorriamo in droni rimbombanti, magari non registrati perfettamente e ripetuti fino alla nausea, voci filtrate che escono dall'altoparlante come spenti grugniti, molti rumori e qualche dubbio scricchiolio di cui non si comprendono le finalità, visto che non creano atmosfere di sorta, causa una resa audio a volte al di sotto delle aspettative. Da un punto di vista tecnico "Interior" suona un po' 'polverosa', come se si trattasse di una release casalinga da cui emergono pecche tecniche, fruscii e qualche suono troppo ovattato o non ben modulato. Non metto in dubbio che tali 'rughe' riescano a sedurre, soprattutto quando associate al formato cassetta, che ci rimanda a certi lavori degli anni '80 (rumorosi non solo per scelta stilistica). Ma qui è l'aspetto artistico che mostra l'osso, forse perché i tanti progetti sconosciuti sono tali proprio a causa di una scarsa brillantezza, e ciò viene messo in evidenza nel confronto col piccolo gioiello dei Runes Order, unico pezzo che rimane veramente impresso dopo quasi ottanta minuti di musica. Lo stesso Corpoparassita - l'altro nome d'esperienza presente nel disco - non si mostra al livello dei suoi recenti lavori, e anche in questo caso la resa audio non è certo perfetta; idem dicasi per il brano di apertura di Bonebound, dove lo spoken-word del blasonato Troy Southgate non aiuta ad uscire da una noia soporifera. L'iniziativa rimane lodevole sul piano divulgativo, ma poco riuscita sul piano artistico. La quantità di certo non manca, ma serve anche un po' di sostanza per dare corpo a un lavoro: tre o quattro minuti di rumore campionato non fanno un brano. A mio dire, pochi dei progetti inclusi in questa compilation troveranno la strada per affermarsi. Ma forse mi sto sbagliando...
Michele Viali
http://www.myspace.com/invisibleeyeproductions