05-10-2008
NORDVARGR
"Pyrrhula"
(Cold Spring/Audioglobe)
Time: (45:29)
Rating : 7
Se non sbaglio per quest'anno Henryk Nordvargr Björkk giunge al suo quarto lavoro di lunga durata, e questo "Pyrrhula" esce quasi in contemporanea con "The Less You Know, The Better", il disco realizzato a sei mani per i tipi della Old Europa Cafe. L'iperproduttività del torvo svedesone non è una novità: è uno dei pochi artisti che riesce a permettersi questi ruolini di marcia incappando di rado in tracce noiose, pur mantenendosi costantemente aderente ai suoi standard sonori. Questo nuovo lavoro prende spunto dal racconto popolare svedese "Pyrrhula", ovvero "Doomlord", pur riallacciandosi nei suoni e nei temi alla tradizione black industrial (come fu definita da Karmanik) degli MZ 412. Gli otto movimenti del disco sono strutturati su droni cupissimi e gelidi che creano una dark ambient torbida e satanica, rinforzata da samples mortiferi e dalla voce catacombale di Henryk. Non ci sono novità rispetto ad altri lavori di Nordvargr, anzi, in questo caso viene ribadito il marchio di fabbrica, garantito da pezzi tanto piacevoli quanto - in alcune occasioni - prevedibili che toccano vertici di gran classe in "Pyrrhula One", strutturato su un tema lineare ossessivo con sferragliate metalliche e vocalizzi gutturali, nonché in "Hascimh Reborn", un pezzo che rende in musica l'effetto dei tanti caproni disegnati nelle copertine black metal. Memorabili sono anche le lente e fugaci sessioni ritmiche costruite su rumori campionati, finalizzate ad accresce il senso di asfissia sulfurea. Non privi di interesse rimangono gli inserimenti di chitarra elettrica e piatti in "Pyrrhula Two", con un effetto doom non lontano dagli esiti del recente lavoro "The Sacred Truth" a firma Ten Horned Beast. Henryk si riconferma un ottimo artigiano dell'elettronica, capace di sfornare lavori a gran velocità e tutti di buon livello: il suo è un sound industrial da catena di montaggio che non prevede errori e, in alcuni casi, si lascia andare a vezzi artistici, testimonianza della zampata di un maestro. Forse il miglior album che Nordvargr ha firmato in questo 2008.
Michele Viali