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Room 104

15-09-2008

VV.AA.

"Steinklang Industries II: 2005-2006"

Cover VV.AA.

(Steinklang Industries)

Time: CD1 (76:55) CD2 (72:59)

Rating : 7.5

Come di norma da qualche anno a questa parte, l'etichetta viennese Steinklang Industries dà alle stampe una raccolta promozionale finalizzata a presentare le proprie nuove e multiformi uscite. Questo capitolo "II" prende in esame gli anni 2005 e 2006 (per maggiori informazioni sul volume "III", risalente allo scorso anno, e sul volume "I", dal taglio più retrospettivo, vi rimando alle relative recensioni edite su queste stesse pagine) ed è composto da due CD: il primo dedicato all'industrial sound più aggressivo, al noise ed alla power-electro, mentre il secondo raccoglie invece i progetti folk, ritual e marziali. Nel primo blocco svettano le prove di Drape Excrement/Soeldnergeist che mescolano motivi analogici ad una soffice base rumorosa, Painslut con il solito, ottimo noise che mima mitragliate e bombardamenti (ma sarà ora di modificare qualcosa?), Final Resistance, super progetto derivante dall'unione di Stahlwerk 9 e Rasthof Dachau (quest'ultimo presente anche con un proprio brano di ambient noise), act in grado di generare una sorta di boato propagandistico su una base che ha le fattezze di una imperiosa turbina, Industriepalast (ottima recente acquisizione della label viennese) presente con un noise ritmico misto a bit analogici e il classico Leiche Rustikal, che unisce il post-industrial ad un sound stranamente gotico. Il resto delle tracce si divincolano tra la frangia più prevedibile della power-electro (Survival Unit, Green Army Fraction e Antracot) e quella più attraente di Sektion B, che con "Oklahoma City", estratto live dal recente album "Power Is Nothing Without Control", sfoggia le sue ben note rasoiate iper-sature unite ad urla lancinanti dal tono propagandistico. Non va tralasciata la presenza del progetto francese Nocturne, con un rumorosissimo e ferroso brano estratto dal nuovo lavoro "Fleisch Und Metall". Deludente appare invece il pezzo di Radio Murmansk, act che aveva saputo mettersi in mostra in passato unendo il noise a reminiscenze di natura analogico-nipponica, ma purtroppo in questo caso finiamo solo con l'affogare in un mare di rumore domato a fatica dall'autore. Voce fuori dal coro è Stahlwerk 9, che campiona materiale di varia natura (tra cui canti gregoriani, urla, colpi di frusta) per creare un'atmosfera storica estratta dal quotato album "Der Tod Nagelt Die Augen Zu...". Nella seconda sezione brillano alcune perle: su tutte la prova di Werkraum (estratta dal penultimo mini "Kristalle"), uno degli act più innovativi del settore (neo)folk, qui coadiuvato da Robert Nicholas Taylor dei Changes, per una traccia dal sapore anni '60; va alla grande anche la super band Sturmpercht, divisa tra strumenti nazionalpopolari che rimandano alle Alpi di sponda tedesca e rullanti più da banda di paese che da caserma militare. Piacevoli le tracce di Allerseelen, con le solite ritmiche circolari arricchite da melodie mediterranee, Sangre Cavallum, presenti con un dei migliori pezzi del penultimo lavoro "Patria Granitica", album dai toni più standard rispetto alla produzione passata di cui vengono mantenute le atmosfere magiche, e Thelema (progetto di un membro di Sturmpercht, solo omonimo del gruppo italiano), che bipartisce la traccia tra temi guerreschi e qualche motivo di fisarmonica. La chiusa finale è dedicata ad una manciata di progetti di matrice martial ambient: Bardoseneticcube con un pezzo martellante e assai elettronico, il ritorno di Asmorod, segnato da toni tranquilli e ossessivi, l'electro-folk d'atmosfera di Lambitani, A Challenge Of Honour con un potente brano tratto da "Seven Samurai" e Cold Fusion, con il suo classico ritmo guerresco venato di disperazione ed estratto dall'unico album realizzato lontano dai tipi dell'etichetta polacca War Office Propaganda. Sottotono le prove di Soulsearch, che risente di un eccessivo sostrato rock nelle ritmiche e nella chitarra nonostante il dispiego di temi folk-popolari, e dei Concrescence, segnati da una sessione canora prevedibile e da un sound che sembra essere la brutta copia di certe release degli Ataraxia. Il secondo CD rimane decisamente più affascinante e innovativo, mentre la prima sezione denota in qualche caso una certa ripetitività nelle idee di fondo. Nel globale il lavoro rispecchia la grande qualità dell'etichetta austriaca (che ha da poco avviato anche un punto vendita): non posso quindi che consigliarvi vivamente l'acquisto, magari in attesa di fare un viaggetto, tutt'altro che virtuale, in quel di Vienna!

Michele Viali

 

http://www.steinklang-records.at/