08-05-2008
ATTRITION
"All Mine Enemys Whispers - The Story Of Mary Ann Cotton"
(Projekt/Audioglobe)
Time: (44:47)
Rating : 7.5
In mezzo alla massiccia opera di ristampa del folto catalogo degli Attrition, attuata dallo stesso leader Martin Bowes attraverso la sua Two Gods Recordings, trova spazio finalmente anche qualcosa di nuovo per lo storico act inglese, stavolta grazie al patrocinio della Projekt di Sam Rosenthal. Si tratta, nella fattispecie, di una release molto particolare, incentrata - come ci suggerisce il titolo - sulla storia di Mary Ann Cotton, pluriomicida nell'Inghilterra vittoriana che uccise fra le 16 e le 21 volte, avvelenando con l'arsenico attraverso gli anni figli propri, amanti e mariti. Curiosamente la Cotton, prima di morire per impiccagione nel 1873, regalò alla giovane Louisa McCutcheon (figlia del sergente Tom McCutcheon, che arrestò l'assassina seriale) la sua preziosa scatola per il cucito, considerando tale dono come l'unico modo per pagare la ragazza per i servigi resile in qualità di cucitrice. E qui la storia si intreccia con quella dello stesso Martin Bowes: suo padre Arthur, infatti, in gioventù incontrò l'ormai vecchia Louisa, entrando in seguito in possesso della suddetta scatola, che di recente è giunta nelle mani di Martin da quella che, alla fine, risulta essere una sua lontana prozia (Louisa McCutcheon, appunto). Una premessa stuzzicante per un lavoro particolare, sicuramente lontano dall'elettronica che ha dominato l'ultima parte della carriera degli Attrition, per la cui riuscita si sono resi indispensabili i servigi di ospiti quali Emilie Autumn, la sassofonista Ute Mansell, Laurie Reade (già all'opera col progetto High Blue Star), Erica Mulkey (Unwoman) e Ned Kirby (Stromkern), oltre al contributo della parentela dello stesso Martin (Naomi Bowes ed il piccolo Jordan). Un lavoro incentrato sulla vita e sulla morte della Cotton, come ci segnala Martin all'interno della pregiata confezione digipak (che include anche quattro etichette di veleni dell'epoca): "What Shall I Sing?" apre le danze in modo arcigno fra scenari dark ambient ed un piano spettrale, e con lo scorrere dei brani ci si accorge di come la matrice ambientale, nera e impenetrabile, regni sovrana in tutta l'opera. Se l'oscurità di "The Burial Club" viene a malapena squarciata dal violoncello di Erica, in "The Reinsch Test" persino il sax della Mansell riesce a generare vibrazioni plumbee, mentre è "The Trial" a svettare sul resto in virtù delle suggestive voci di fondo e del melodico piano di un sorprendentemente intenso Ned Kirby. Bene anche "The Gates Of Eternity", dove è protagonista Emilie Autumn tanto col suo violino quanto con vocals delicate che portano un barlume di luce in questa cupa release, prima della lugubre discesa agli inferi della conclusiva "Heaven Is My Home". Un lavoro di indubbio spessore che ha le potenzialità per soddisfare non solo i fans degli Attrition più sperimentali, ma anche quei curiosi che avranno la volontà di scoprirne i notevoli contenuti.
Roberto Alessandro Filippozzi